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Eugenio Barba fa ancora più bella l'Isola di Confine

MARSCIANO Molti dei quasi mille bambini che oggi fanno teatro con Valerio Apice e Giulia Castellani non erano ancora nati quando Eugenio Barba arrivò per la prima volta a Marsciano, ospite della rassegna che la coppia artistica (e civile) organizza annualmente, in un territorio povero di proposte culturali.

Eugenio Barba

E’ il decimo anno che il fondatore dell’Odin Teatret, punto di riferimento del teatro mondiale, onora il festival di Isola di Confine,
mettendoci sempre del suo, insieme alla sua attrice di riferimento Julia Varley, con spettacoli e seminari.
La locandina che annuncia l’evento

Sarà così anche quest’anno, con la masterclass di lunedì 25 febbraio alla sala De Filippo di Marsciano (ore 16) e con la giornata di studi su Teatro scuola e comunità alla Sala del Consiglio di Todi (ore 16 del giorno seguente),
suggellata dallo spettacolo serale “Il Castello di Hostelbro”, al Nido dell’Aquila.
Per capire appieno il significato di questa “adozione artistica” è bene leggere cosa dice lo stesso Barba nella
prefazione del libro che Apice e Castellani hanno appena pubblicato e che racchiude fin dal titolo il senso
della loro attività: “Il villaggio del teatro”. Un concetto guida e un progetto vero e proprio che ha portato
nel territorio fra Marsciano, San Venanzo, Fratta Todina, Montecastello e da ultimo Todi, una messe di corsi
e iniziative per piccini e adulti, oltre a una piccola sala da 99 posti ricavata sotto i locali della scuola di
Marsciano, realizzata grazie ai 44 mila euro che il Miur ha destinato al Villaggio del Teatro.
Scrive Eugenio Barba (nel libro c’è anche la postfazione di Marco Martinelli, autorevole drammaturgo,
pedagogo e grande sostenitore dell’esperienza marscianese), che il senso del teatro ricorda un castello di
rugiada: dentro ogni goccia si scatena un mondo di lotta. Una citazione di un haiku di Issa dedicata al fiabesco e titanico sforzo di Apice e Castellani nel tradurre l’esercizio teatrale in pratica di vita quotidiana,
come lavarsi la faccia.
Un insegnamento ben chiaro ai due attori, che nel corso della stagione arrivano a occuparsi di circa mille
bambini (i loro unici sponsor o quasi), numeri che loro stessi tendono a contenere per riservare la giusta
cura agli spettacoli ospitati e prodotti (“Fiabe scacciamostri” su tutti), al disco per bambini di Giulia
Castellani fino a “Pulcinellesco”, lo spettacolo che Apice metterà in scena lunedì sera 25 febbraio nel mitico Teatro della Concordia di Montecastello Vibio, definito il più piccolo teatro al mondo.
Completa il programma la “Lisistrata” adattata da Nicola Laieta, con in scena trenta ragazzi della periferia di
Napoli cresciuti nell’Associazione Maestri di Strada fondata da Cesare Moreno, presenti anch’essi sul palco
(sala De Filippo, domenica 24 febbraio, ore 21). Uno sforzo organizzativo notevole per una compagnia così piccola.
Continua, dunque, l’avventura fiabesca e un po’ eroica del duo Apice-Castellani (che hanno trovato il tempo
di mettere al mondo un paio di creature). Intorno a loro ben altre favole si animano, nello scenario della
battaglia elettorale che in questi giorni anima il Marscianese. Una sfilza di “brutti addormentati nel borgo”,
inconsapevoli che tra i pochissimi riferimenti comuni degli elettori di domani, ci saranno le battute studiate
a teatro da piccoli, l’odore della sala, dei costumi, soprattutto un modo più profondo di ascoltare una
battuta, una parola, capirne il senso e non solo il suono. Un tesoro prezioso per se stessi, per i figli che
cresceranno e i vecchi che accudiranno. Ma questo sembra non contare affatto. C’è sempre più gente che
scambia la rugiada per umidità.
Leonardo Malà

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