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Esportazioni negli USA: +8 miliardi in tre anni

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Quello tra l’Italia e gli Stati Uniti è un rapporto commerciale ben consolidato e destinato a proseguire fruttuosamente negli anni. Nonostante l’imposizione reciproca di alcuni dazi, i dati relativi a import ed export tra i due paesi hanno registrato un notevole incremento nell’ultimo triennio, passando da un valore di 36,9 miliardi (2016) a 44 miliardi di euro (giugno 2019).
Numeri che lasciano ben intendere l’importanza di questa collaborazione per l’Italia, il cui obiettivo è soprattutto sostenere e incentivare l’esportazione del ricchissimo settore agro-alimentare, grazie a una corretta promozione dell’utilizzo di prodotti esclusivamente di origine italiana. Questo ambito nello specifico è fondamentale per l’economia del Paese: solo nel 2019 le vendite hanno raggiunto i 5,4 miliardi di dollari, coprendo il 9,4% del totale dell’intero export italiano verso gli USA. Tra i prodotti più richiesti ci sono i simboli della cucina italiana e della dieta mediterranea come olio d’oliva, formaggi, pasta, vino, acque minerali, caffè e aceto.
 
Perché conviene esportare prodotti negli USA e come farlo
I vantaggi di questa partnership sono molteplici. Prima di tutto il mercato statunitense è uno dei più ampi a livello globale e uno dei pregi principali è rappresentato dal fatto che la maggior parte delle imprese siano private. Altro punto sicuramente a favore per gli italiani è la facilità di comunicazione con gli imprenditori locali, in quanto la lingua inglese è molto più conosciuta e praticata rispetto alle lingue orientali, ad esempio. Il mercato americano, poi, è molto propenso a includere continuamente nuovi prodotti, facendo spesso anche da trampolino di lancio; esportare oltreoceano, insomma, è una possibilità da non sottovalutare.
Per farlo nel modo giusto, però, è necessario essere in possesso di tutti i requisiti necessari, prestando attenzione in particolar modo alla burocrazia, dunque informandosi correttamente e con largo anticipo. Per fare un esempio concreto, al contrario di quanto accade in Italia e altri Paesi non esiste una vera e propria partita Iva per le aziende con sede in USA, come spiega questa pagina di iCribis; diventa quindi fondamentale prestare attenzione alla corretta compilazione delle fatture, così come ai documenti necessari per il calcolo dei dazi da sostenere, obbligatori per l’esportazione. Una delle strategie di ingresso ottimali è la partecipazione alle fiere di settore, che possono rappresentare un buon primo approccio a un nuovo mercato e un’opportunità preziosa per conoscere operatori specializzati, competitor e stakeholder. Anche l’e-commerce ovviamente è uno dei canali più in crescita, soprattutto in questo periodo; il canale online risulta quindi uno dei più vantaggiosi, nonostante sia ancora relativamente poco utilizzato dalle PMI italiane. Un motivo in più per crescere e incrementare la sinergia con l’America.

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