TERNI – Quattro tracce, quattro singoli progetti carichi di vita in cui Marco Testa, in arte Molecola, esprime tutta la sua estrema creatività. Canzoni dove la musica diventa malleabile, in cui sembra quasi di vedere l’artista che palleggia note con mani e piedi.
Ed effettivamente la materia sonora e visiva si è sempre intrecciata nel percorso di Molecola, ma, ci dice l’artista: “Dopo anni passati dietro le quinte nella realizzazione di colonne sonore per il cinema indipendente (per citarne qualcuna Veloce come il vento, Il primo re, Smetto quando voglio) è nata un’esigenza di espressione personale nuova, come rottura dal passato. I primi segnali li ho avuto nel 2014 solo che dovevo lavorarci su, non ero ancora pronto”.
La rottura con il passato avviene già dai primi del 2019, in cui l’artista si eclissa dagli altri progetti a cui aveva preso parte per dedicarsi completamente al suo Molecola.
“Era venuta meno la mia ricerca artistica, lavoravo solo su commissione (HitMania, le produzioni di Rai, Medusa). Non rinnego quegli anni, perché sono contento sia del percorso che c’è stato sia del confronto con gli altri professionisti, ma mancava per l’appunto il mio personale confronto”.
Per Molecola, la pandemia è stata la resa dei conti in cui l’autore non fa una sola scelta, ma ne fa molteplici. Tra queste l’incastrare l’italiano in un progetto di musica elettronica come il suo: la parola torna ad avere un peso nella scrittura dei brani, ma conosce il suo ruolo di vivere in funzione della struttura melodica del pezzo. Per farla semplice, A B C in funzione di DO RE MI. “Difatti, Molecola nasce dall’esigenza di accostare il mondo dell’elettronica di avanguardia (Rival Consoles, Indian Wells, Telefon Telaviv, Jamie xx, Jon Hopkins, Moderat) alla lingua italiana, in una sorta di crossover tra IDM, canzone d’autore e paesaggi sonori”.
La festa del pongo è un progetto di Molecola a 360 gradi, che parte dalla scrittura dei pezzi fino al mastering finale, a cui hanno collaborato Antonella Pacifico alias Rome in Reverse (“Legame Covalente”) e Alessia Sbordoni alias Romi (“Comunicazione interrotta” e “Paracadute”).
“Mi piace pensare che l’EP è un lavoro con una forte anima DIY (Do it yourself), ma che si avvale dell’aiuto di amici e musicisti composto tra cui il collettivo Telavivi Records, Gianni Gabula, Giovanni Natalini (Majakovich, Co-Pilot), Antonella Pacifico (Rome in Reverse), Emiliano Angelelli (Tazzina Dischi, Elio Petri, Hugomorales), Alessia Sbordoni (Romi), Filippo Rossi e Maria Testa per la grafica del disco” dice Molecola.
Nella scrittura di Molecola, c’è sempre l’intenzione di portare con ogni brano un’imprinting diverso, si riconosce sempre la mano autrice di quei pezzi ma ognuno parla di un mondo a sé.
Come per ogni artista che si rispetti, anche Molecola ha avuto le sue ispirazioni, ma la risposta mi spiazza: “Una delle cose che ha rivoluzionato il mio pensiero riguardo la musica è stato il libro Punk capitalismo di Matt Mason che tratta di tante rotture sia nella pop society che nella musica. Ha impattato moltissimo sul mio modo di approcciare la musica”.
Dopo aver visitato lo studio di registrazione di Molecola, sono convinta che nella scrittura dei brani molto abbia influito il paesaggio bucolico in cui esso è immerso: “Ammetto, che il posto in sé aiuta moltissimo, ti lascia libertà. Ma quel caos urbano che si percepisce dall’EP per me è interno, perché La festa del pongo è un lavoro acustico anche complesso, ma riflette la metropoli, la Detroit che è in me”.
La festa del pongo disponibile da oggi su tutte le piattaforme streaming, è un EP che va assolutamente ascoltato (anche solo per avvicinarsi al mistero del suo titolo)!