Esce il 3 maggio "Puro desiderio" il nuovo disco di Teresa De Sio

Da oggi prende il via “Tracklist” rubrica di VivoUmbria che annuncia l’uscita dei nuovi dischi nel panorama della musica italiana e internazionale. Iniziamo con Teresa De Sio che è una delle artiste che continua segnare la scena della musica d’autore con grande autorevolezza anche perché l’arrivo del suo nuovo lavoro è questione di giorni: 3 maggio 2019. L’album si intitola “Puro desiderio”.

Vi proponiamo la testimonianza diretta dell’artista con la quale spiega da cosa nasce il nuovo lavoro e anche le modalità sonore che ha voluto utilizzare e offrire: “Questo per me è un disco molto importante. Segna il passaggio in una nuova era della mia creatività. Probabilmente anche una nuova era della mia vita. Io che ho sempre raccontato le storie dei più, le storie degli altri, quelle che il presente e la grande Storia del nostro paese mi hanno insegnato a guardare, in questo disco ho aperto una nuova, per me inedita, riflessione su me stessa, sui sentimenti, su profondità dentro cui fino ad oggi non avevo voluto guardare. Sulla mia e nostra capacità di desiderare. Il desiderio muove tutto. Il Puro Desiderio è una forza motrice dell’anima, dell’amore, e di tutte le battaglie. Senza la forza del desiderio la vita va in stallo. Nuove anche le sonorità: un suono prevalentemente elettro/acustico, molto contemporaneo, potentissimo e innovativo realizzato insieme a Francesco Santalucia, a sottolineare una nuova, vertiginosa ed appagante ripartenza. Ghemon vi è entrato subito, con la gentilezza ed il talento che gli appartengono e che lo rende unico tra gli  artisti della sua generazione. Un featuring, un’amicizia nata sul palco: la scoperta di una comune sensibilità artistica e umana”.

Una continua ricerca e sperimentazione musicale e artistica

“Puro desiderio” segue di due anni l’apprezzatissimo “Teresa canta Pino”, dedica struggente  a un amico al quale era, e resta, profondamente legata e a cui ha dedicato una canzone scritta apposta per lui: O’ Jammone.

Questa artista ci ha abituato a una continua ricerca e sperimentazioni di sonorità e contaminazioni iniziata brillantemente con la musica folk, testimoniata da dischi che in quel periodo hanno venduto complessivamente oltre due milioni e mezzo di copie.

La sua carriera inizia alla fine degli anni 70 quando con Eugenio Bennato fonda Musicanova esperienza che culmina nel 1978 con il disco Villanelle popolaresche del ‘500.

E’ del 1980  il suo primo album da solista Sulla terra sulla luna in cui la cantautrice poco più che ventenne affronta tematiche e sonorità più moderne iniziando così la scalata verso un ruolo di prestigio nell’ambito della canzone d’autore nazionale. Quando nel 1982 pubblica “Teresa De Sio”, l’album supera un milione di copie vendute rimanendo per 25 settimane nei primi tre posti in classifica: brani come, Aumm aumm Pianoforte e voce diventano popolarissimi e destinati a diventare dei veri e propri evergreen. Risale al 1985 una più specifica ricerca musicale con il Lp Africana dettata anche dalla collaborazione con Brian Eno considerato il fondatore della musica d’ambiente in due brani.. L’anno successivo pubblica “Toledo e regina”, in cui la De Sio dimostra la sua conoscenza e il suo amore nei confronti della musica partenopea di fine Ottocento e inizio Novecento. All’album collabora Paul Buckmaster (già al fianco di Elton John, Rolling Stones, Miles Davis e altri) che arrangia gli archi e dirige l’orchestra per l’accompagnamento di raffinatissime riletture-capolavoro tra cui PassioneCatarì Io te vurria vasà.

Nel 1988 è la volta di una particolarissima pubblicazione in doppio album intitolato “Sindarella suite” dove torna Brian Eno  in La storia vera di Lupita Mendera.

Il 1991 è un anno davvero prolifico: pubblica infatti due  album: uno di inediti intitolato “Ombre rosse” ispirato alla memoria della bisnonna di origine pellerossa, che contiene anche Colomba Bello mioIn questo disco suonano musicisti italiani, magrebini, egiziani e afroamericani tra cui Omar Hakim e Scott Ambush.

Merita una menzione il 1994 perché la De Sio consolida una forma di spettacolo originalissima con Parole e musica, in cui pubblico e artista interagiscono attraverso il dialogo unitamente alle performance dal vivo.

Nel 1995 registra in presa diretta e senza pubblico l’album Un libero cercare al teatro Petrella di Longiano. Collaborano anche Fabrizio De André e Fiorella Mannoia.

Nel 1999 l’artista realizza il progetto La notte del Dio che balla, fra tradizione e tecnologia. È in questo periodo che si avvicina alla musica popolare pugliese, alla taranta in particolare, con la presenza dei suoi massimi interpreti, da Matteo Salvatore, I Cantori di Carpino e Uccio Aloisi. Nasce con questo spettacolo l’intensa collaborazione con Giovanni Lindo Ferretti. Su questo filone si incanala il lavoro del 2004, A Sud! A Sud!, in cui torna a celebrare in forma ancora più compiuta la musicalità mediterranea. E’ giamaicana, invece, la sonorità che permea nel  2008 Riddim a Sud. La particolarità è che la stessa base musicale creata da un determinato artista per un proprio pezzo, è poi riutilizzata da altri cantanti e compositori che a loro volta ricreano una nuova melodia e un nuovo testo e dunque una canzone completamente diversa. L’ambizione è quella di introdurre questa usanza nella musica popolare italiana. Fare circolare la propria musica, metterla a disposizione di altri musicisti e stimolare la loro immaginazione. Partecipano a quest’avventura, tra gli altri, Après la Classe, Roy Paci, Raiz, Ginevra di Marco, Ambrogio Sparagna.

Dalla musica alla scrittura ed ecco che nel 2009 esce per Einaudi il suo primo romanzo . Un noir socio-antropologico ambientato nella Puglia del dopoguerra tra povertà, ignoranza, violenza, tradizioni e la magia legata al mito della “taranta” che coinvolgerà in un crescendo di colpi di scena un intero paese che con omertà cerca di nascondersi una dura verità. Nella primavera del 2010 il libro vince il premio “Rapallo Carige” come migliore opera prima.  Nel 2015 uscirà “L’attesissima” il suo secondo romanzo che diventerà anche un reading durante il quale la De Sio viene accompagnata dalla musica creata live dal giornalista  e musicista Valerio Corzani.

 

Parlavamo di continua ricerca e sperimentazione e dunque, quando la De Sio ha qualcosa da “provare” di nuovo, non esita: arriva nel 2011, così, la rielaborazione in dialetto napoletano di “Creuza de ma”, di Fabrizio de André pubblicata in Tutto cambia. Nell’estate 2018 gira l’Italia e svariati festival con il progetto in power trio  “Il Pensiero Meridiano”, dove il folk lascia sempre più spazio a sonorità rock e pop.

Ora, 3 maggio 2019, l’ennesima data da ricordare:  esce il suo nuovo disco, “Puro desidero”. Di seguito vi proponiamo la tracklist commentata e illustrata da Teresa De Sio.

Guida all’ascolto brano per brano

01_Sarebbe bellissimo

Un pensiero felice che attraversa la mente. In questa canzone ho scritto dell’idea di poter ripercorrere all’indietro il cammino già tracciato, ripassare sugli errori fatti, sulle parole dette male o non dette, sui rapporti sbagliati e, come impugnando una caritatevole gomma da cancellare, riscrivere il nostro passato, perdonandoci. Questo sarebbe bellissimo. Il testo è per metà in lingua italiana e per metà in napoletano, le due parti rappresentano il sogno e la concretezza. Perché anche nelle carceri chiuse delle ingiustizie e dei fallimenti esistono, almeno nell’immaginazione, altri meravigliosi futuri possibili.

02_Certi Angeli

Ci sono angeli che puoi incontrare tutti i giorni, li riconosci perché dietro le loro schiene si muovono ali fantasma. Li incontri nelle stazioni ferroviarie, nei cartoni nelle notti di freddo, sui campi di battaglia di guerre che non gli appartengono, in un mondo che li vede sempre ai margini della festa, esclusi eppure liberi, come cani senza padrone. Non hanno Dio che li guidi, sopra i loro occhi c’è solo un cielo di stelle lontane che non illuminano né riscaldano. Questa è una canzone per loro, nell’attesa che suonino anche le loro campane a festa. Pensiero libero, giustizia e salvezza terrena.

03_In un soffio di vento (feat. Ghemon)

Questo brano l’ho scritto pensando da subito a me e Ghemon, un artista che stimo davvero tanto. Due universi sonori in apparenza lontani, uniti da una fortissima matrice comune. Non solo quella territoriale e linguistica (siamo entrambi campani), ma anche e soprattutto la voglia di suonare una musica con un grande potere sovversivo e di ribaltamento. Anche in questa canzone gioco col ribaltamento, quello che sembra perduto non lo è, se c’è qualcuno ti stringe forte le mani.

04_Puro desiderio

La bambina della canzone è una donna senza più punti di riferimento, sola, col proprio desiderio incompiuto. L’abbandono in amore ci riporta sempre a uno stato infantile, alla paura di perdere l’amore dei genitori che sono tutto il nostro cielo quando siamo piccoli. E nonostante questa condizione produca soltanto mancanza di sete, di fame, di fantasia, resta però intatto il potere del desiderio. Forse questa è la più autobiografica delle canzoni del disco.

05_Sorridi

Un’attitudine, una predisposizione al nuovo che ha la forza di cambiare il nostro destino.

La curva del sorriso è un motore di rinnovamento, una spinta che fa rotolare il mondo. Anche se la Grazia brucia altrove e sembra non esserci musica che possa consolare, il sorriso sa sciogliere, accogliere e far ricominciare. Il sorriso è la premessa, non il risultato.

06_Tot le chanzòn

Una babele linguistica dell’amore, un esperanto psichedelico e primordiale. In questa canzone precipitano dichiarazioni d’amore in lingue inventate, inesatte, ironiche e smargiasse. Convivono messaggi ricevuti alla segreteria con canzoni storiche di libertà come Sag mir, wo die Blumen sind (Where have all the flowers gone?) cantata da Marlene Dietrich. La canzone della danza collettiva.

07_Mia Libertà

Questa canzone è una dichiarazione di poetica e, in parte, sintesi di quello che ha mosso la mia biografia artistica e privata. La libertà è stata ed è il motore di ogni scelta e, insieme, la più grande e pericolosa aspirazione umana. Ti puoi ritrovare con le scarpe rotte ma continuare imperterrita a inseguirla.

Nella musica, la ricerca spericolata mi ha sempre restituito il senso di tutto, anche dei cambi di passo, delle frenate e delle attese. Credo che il solo modo per capire davvero chi siamo sia essere liberi di cercarci, come ho cantato anni fa, con Fabrizio De Andrè.

08_Quante nuvole

Ho scritto pensando a Modugno, a Eduardo De Filippo e alla sue ‘voci di dentro’, al sole che ha illuminato le loro parole e ai cieli densi di nuvole che coprono la voce di chi, al contrario, vorrebbe incendiare il cielo con il proprio canto anche se sa che nessuno starà ad ascoltare. Non importa sapere quanto tempo impiegherà la nostra barca per arrivare alla sponda, ma la certezza che arrivi. Anche sotto un cielo di nuvole.

09_L’amore, l’attimo, il treno

Una malinconia cardiaca, diretta e appassionata. Un abbandono e forse una rivalsa lontana, il tentativo di rintracciare nell’altro “la risonanza che l’anima ha quando la vita la tocca”. Sono le storie d’amore con un tempismo sbagliato, proprio come fa il sentimento quando si arena nelle stazioni dei fraintendimenti.

10_Il pane della domenica

È una canzone ecologica e anticonsumistica. Un tema che sento vicino. Una ballata sulle cose che contano davvero, come conta davvero il pane secco del giorno precedente che diventa buono da mangiare se non hai altro, come può capitare a chi va in barca a vela, in solitario. In un mondo in cui tutto deve essere freneticamente consumato succede che niente si consuma fino in fondo e tutto, ma proprio tutto, si trasforma in scorie inquinanti che finiranno, come sostenne il capo indiano Toro Seduto, per soffocare la nostra civiltà. Racconta anche delle cose mutevoli e ambigue e delle altre che ci restano sulle dita come l’odore delle arance.

Crediti album 

Prodotto da Teresa De Sio e Romeo Grosso

Produzione Artistica: Teresa De Sio e Francesco Santalucia

Arrangiamenti e orchestrazioni: Francesco Santalucia

Registrato e Mixato al Railways Recording di Civitavecchia da Paolo de Stefani e Francesco Santalucia

Masterizzato presso La Maestà Mastering da Giovanni Versari

Produzione esecutiva Romeo Grosso

Copertina e illustrazioni: Grazia La Padula

Foto: Simone Cecchetti / Emiliana Aligeri

Grafica e impaginazione Marco Balboni

Special Guest nel brano “In un soffio di vento” Ghemon

Hanno suonato

Teresa De Sio: voce, chitarra e fischio

Francesco Santalucia: Programmazione, Pianoforte, percussioni, organetto

Pasquale Angelini: Batterie

Vittorio Longobardi :Basso e contrabasso

Giorgio Maria Condemi: Chitarre

Marco Bartoccioni: Pedal steel e steel guitar

Vanessa Cremaschi: Viola e violino

Giovanna Famulari: Violoncello

HER: Violino

Massimiliano Rosati: chitarra acustica nel brano .”Il Pane della Domenica”

Cori maschili in “Certi Angeli”: Cespo Santalucia, Romeo Grosso, Jak Scagnetti, Daniele Burattini

Musica e testi di Teresa De Sio eccetto “In un Soffio di Vento” di De Sio/Ghemon

Ghemon appare per gentile concessione di Carosello Records

 

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.