PERUGIA – Tempi duri per molte famiglie che se faticavano ad arrivare alla fine del mese prima dell’Uragano Covid-19, adesso in alcuni casi fanno fatica a far tornare i conti già dalla prima settimana. Una buona notizia arriva dall’assessore regionale Enrico Melasecche per chi è in affitto. “La Regione Umbria – annuncia – avrà a disposizione, per il sostegno alle famiglie in difficoltà con gli affitti, ulteriori 2,5 milioni di euro. Questo stanziamento va ad aggiungersi a quello di 1.166.052,81 euro già assegnato e a quello di 1.511.834,48 stanziato dalla Regione, per un totale di circa 5,2 milioni di euro“.
Domanda lecita: come arrivare concretamente a ricevere questi aiuti? Madre Burocrazia, ovviamente, impera sempre e comunque. Per questioni di equità e trasparenza, ben inteso. Almeno così si auspica. Fatto sta che i Comuni umbri, entro il prossimo 15 giugno 2020, dovranno emanare i bandi necessari per la formazione delle graduatorie che consentiranno la concessione dei contributi previsti dal Fondo Nazionale per l’accesso alle abitazioni in locazione.
Questi contributi sono destinati a sostenere i nuclei familiari in affitto che si trovano in difficoltà economica (anche a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19) e che corrispondono canoni di locazione eccessivamente onerosi rispetto al reddito percepito.
L’assessore Melasecche ha poi ricordato che i Comuni devono utilizzare i fondi assegnati con procedura di urgenza e definire le graduatorie tra i beneficiari in possesso dei requisiti previsti dalla normativa sull’edilizia sociale: cittadinanza italiana o di un paese dell’Unione europea o extracomunitario in regola con le vigenti norme sull’immigrazione; residenza e/o attività lavorativa in Umbria; possesso di un regolare contratto di locazione registrato; titolarità di un qualsiasi reddito; non titolarità del diritto di proprietà su un alloggio adeguato alle esigenze del nucleo familiare.
“I Comuni dovranno ripartire la somma assegnata tra i beneficiari idonei – ha sottolineato l’assessore – predisponendo due graduatorie. Nella prima sono ricompresi coloro che percepiscono solo redditi da pensione o da lavoro dipendente il cui valore non superi quello di due pensioni minime INPS; nella seconda, invece, sono presi in considerazione i beneficiari con redditi che superano i predetti limiti”.
Altra lecita domanda: a che somme ci stiamo riferendo?
Risposta: “Il contributo massimo concedibile a ciascun nucleo familiare richiedente – ha concluso l’assessore Melasecche – ammonta ad € 3.000 per coloro che sono collocati nella prima graduatoria e ad € 2.300 per quelli ricompresi nella seconda graduatoria. E’, inoltre, prevista la possibilità per il comune di introdurre eventuali ulteriori condizioni di disagio del nucleo familiare che consentiranno di innalzare il contributo massimo concedibile”.