PERUGIA – Fondo di sostegno straordinario ai lavoratori dello spettacolo entro la fine del 2020, piano di sviluppo a lungo termine che si preoccupi di progettare per i prossimi anni, tavolo di confronto sulle tematiche normative e gestionali del comparto cultura in Umbria entro gennaio 2021. Inoltre la conferma, non da poco, che in bilancio sono stanziati 2,5 milioni di euro di fondi Fesr (fondi europei sviluppo regionale) per le imprese dello spettacolo e i 7 milioni del Fse (Fondo sociale europeo) per i lavoratori autonomi senza tutela. Questi i punti essenziali emersi dopo il confronto di ieri tra la delegazione del coordinamento Adu, Attori Attrici, Danzatori , Danzatrici dell’Umbria e l’assessore alla Cultura Paola Agabiti e la dirigente Antonella Pinna.
Nel corso dell’incontro è stato ribadito ciò che era emerso lo scorso mese nell’audizione in terza commissione dell’assemblea legislativa rappresentata dalla presidente Eleonora Pace e dalla vice presidente Paola Fioroni. Con Agabiti è stata ribadita “la necessità – si legge nella nota dei rappresentanti Adu – di tutelare i lavoratori del mondo dello spettacolo rimasti scoperti da un adeguato sostegno; la revisione della legge regionale 17/2004 per il finanziamento allo spettacolo dal vivo; la costituzione di un registro regionale dei lavoratori del settore ma soprattutto l’istituzione di un tavolo di lavoro con imprese, lavoratori e istituzioni per affrontare l’emergenza e le linee guida della ripartenza anche attraverso una programmazione culturale regionale straordinaria che consenta di far vivere il settore, attualmente fermo, puntando sul coinvolgimento dei lavoratori e delle imprese del territorio. In questa occasione Paola Fioroni ha sottolineato che “nel bilancio sono stanziati 2,5 milioni di euro di fondi Fesr per le imprese dello spettacolo e i 7 milioni del Fse per i lavoratori autonomi senza tutela”.
Come movimento siamo ben consci che il periodo storico che stiamo vivendo è assai complesso e che ogni settore ha scoperto delle sue criticità strutturali a causa dell’esplosione della pandemia. Riteniamo però doveroso e necessario che si affronti il problema facendo ulteriori passi avanti, in quanto i lavoratori che ADU rappresenta si trovano, esattamente come molti altri cittadini, ad affrontare enormi difficoltà senza adeguate tutele e soprattutto senza alcun piano per il futuro. Siamo ancora oggi lavoratori che non possono contare su uno strumento di sostegno congruo nell’intermittenza che il nostro mestiere per natura possiede, e costretti ad avvalerci di indennizzi calibrati su altri settori lavorativi, con nessuna tutela basilare come malattia, gravidanza, etc.
L’assessore Agabiti ha ribadito il suo impegno nell’istituire un tavolo di lavoro regionale per concertare, insieme ad imprese e lavoratori e sindacati, un piano di ripartenza per affrontare l’emergenza e per articolare una riforma strutturale della legge 17 e di tutto il comparto di finanziamento regionale allo spettacolo. L’assessora – prosegue la nota – ha inoltre informato Adu di un importante azione che vede la regione Umbria stanziare un fondo di sostegno straordinario ai lavoratori dello spettacolo entro la fine del 2020. L’assessore ha ascoltato e verificato le criticità di questo comparto lavorativo che in assenza di una disciplina giuridica propria, opera perlopiù attraverso gli strumenti normativi del non-profit, e quindi nei fatti tala disposizione ha impedito ad alcuni professionisti di poter portare avanti attività di produzione mentre ad altri colleghi inquadrati in altre ragioni sociali, di poterlo fare, verificando nei fatti una discriminazione involontaria ma reale trai i soggetti professionali del territorio.
La richiesta di ADU è stata dunque quella di costituire immediatamente e comunque non più tardi di fine gennaio 2021, il tavolo di lavoro per affrontare una situazione drammatica che, anche a emergenza conclusa, non avrà una ripresa immediata e automatica. Senza un piano organico di distribuzione delle risorse sarà impossibile immaginare di uscire da una crisi strutturale senza precedenti come già è avvenuto nella falsa ripartenza estiva dove, è bene ribadirlo, circa il 70% dei lavoratori è rimasto senza alcuna possibilità d’impiego. Non possiamo permetterci di aspettare ulteriormente. Farlo significherebbe ritardare ancora provvedimenti necessari alla nostra categoria. Significherebbe considerarci ancora invisibili”.