Riceviamo e volentieri pubblichiamo le riflessioni del presidente dell’associazione Elce Viva, Michele Chiuni, riguardo la tavola rotonda che si è tenuta venerdì scorso nell’ambito della tre giorni dedicata ai quartieri di Perugia su questioni davvero importanti non solo per questa importante e storica zona del capoluogo, ma per l’intera città, proprio perché incentrata sulla questione Onaosi e la ricettività legata alla presenza dei dipartimenti di UniPg e della sede della Stranieri.
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Un evento più unico che raro
di Michele Chiuni
Un evento più unico che raro. La tavola rotonda sul futuro dell’Elce è stata troppo importante per lasciarla cadere dopo la conclusione della festa Elce&friends. Voluta da Elce Viva, che come associazione di quartiere si era già interessata del futuro del collegio ONAOSI, è stata un’occasione per il pubblico che ha potuto trovarsi faccia a faccia con i rappresentanti dell’ONAOSI, ADISU, Università degli Studi, Università per gli Stranieri e Comune di Perugia.
La stampa ha già ampiamente riportato i contenuti del dibattito, ma ci sono aspetti che vale la pena di sottolineare e suggerimenti che possiamo offrire nell’interesse comune. Innanzitutto dobbiamo riconoscere di essere fortunati ad avere all’Elce due istituzioni così importanti come l’ONAOSI e l’Università degli studi, almeno una porzione importante di questa, che, nei piani del Rettore Oliviero, si consoliderà come polo umanistico. Il programma dell’ONAOSI è non solo di restare, ma di spostare all’Elce il centro di eccellenza, oggi alla Sapienza vecchia; il che significa attrarre più studenti con un nuovo collegio di qualità superiore a quella attuale, dal punto di vista sismico, energetico e di servizi. Quello che ci auspichiamo è che anche l’architettura e la paesaggistica siano di alta qualità, come si addice anche ad un’area limitrofa alle mura medievali e vicina al complesso universitario della Conca. È importante anche aver avuto l’assicurazione che il pubblico potrà usufruire degli spazi esterni, degli impianti sportivi e delle strutture dell’ONAOSI: già Elce Viva le ha utilizzate per delle conferenze e riteniamo importante una osmosi culturale tramite l’interazione tra residenti e studenti, che dovrebbe avvenire anche con l’Università. Vorremmo che il nuovo collegio ONAOSI sia un contributo ad elevare il livello qualitativo sia della vita di quartiere sia dell’urbanistica elcina, che mescola esempi architettonici splendidi (pensiamo al Rettorato dell’Università, alle villette Liberty) in una marea di mediocrità. Il progetto dovrebbe essere pronto alla fine di quest’anno e auspichiamo che ci sia una possibilità per il pubblico di vederlo e di fare commenti.
Riguardo alla qualità dell’ambiente, non si può che applaudire il Rettore dell’Università degli studi per aver intrapreso il restauro del complesso universitario del nostro quartiere, dal Rettorato alla Conca. Come ho osservato alla tavola rotonda, ci sono qui architetture importanti, partendo dal settecentesco Palazzo Murena con a fianco la chiesa di Luigi Vanvitelli, poi l’Aula magna di Giuseppe Nicolosi, progettista anche di tutto il complesso della Conca. Quest’area, che come sappiamo è rinchiusa nelle mura medioevali e quindi fa parte del centro storico, è attraversata da percorsi pedonali interessanti e da vie importanti. Ed è anche questa viabilità pedonale che ci sta a cuore di riqualificare e valorizzare, per gli studenti, per i turisti e per i residenti. C’è via Elce di sotto, una via antica che collegava l’Arco etrusco con la porta dell’Elce e proseguiva verso San Marco lungo un tracciato vicino a quello dell’attuale via Vecchi. Purtroppo è oggi una strada ridotta a vicolo di servizio, degradata da un parcheggio più o meno selvaggio e da graffiti che si avvalgono di quei muri ciechi dell’Università rivolti sulla via. Invece dovrebbe essere trattata conformemente alla sua importanza storica, e inclusa in quei percorsi pedonali che portano al mosaico romano, a Palazzo Murena, alla via Appia, all’Università per stranieri e all’Arco etrusco, come alternativa a via Fabretti.
Piazza dell’Università è l’unica vera piazza che abbiamo all’Elce, uno spazio architettonicamente dignitoso, ristrutturato e abbellito con uno spirito umanistico ai tempi del Rettore Ermini, che oggi è uno spazio morto, mentre dovrebbe essere uno luogo di incontro e socializzazione. Parte del problema è il parcheggio semiselvaggio, che, in occasioni di cerimonie ecclesiastiche, invade anche i marciapiedi di via Innamorati. Una volta c’era un bar, una banca, spazi occupati da studenti, e anche uno scalone che saliva a via Faina, da decenni inspiegabilmente chiuso, come le logge sottostanti; oggi si vedono facciate fatiscenti e edifici inutilizzati. Come spazio di ingresso al Rettorato di una importante università, dovrebbe essere invece uno spazio non solo vivo, ma anche mantenuto alla perfezione, con quella cura e eleganza che sfoggiano tutte le università del mondo. Il 1° marzo 2023 ricorre il 250° della morte di Vanvitelli: forse è troppo aspettarsi delle novità radicali per quella data, ma almeno una commemorazione del famoso architetto potrebbe essere un catalizzatore per la rinascita della piazza.
È chiaro che questi problemi possono essere risolti solo se il Comune collaborerà con l’Università. Occorre uno sforzo corale da parte di tutti per migliorare il nostro quartiere: un fattore importante affinché gli studenti scegano l’ONAOSI e l’Università di Perugia è la qualità del contesto in cui vivono, cioè gli spazi e i servizi pubblici e privati, a cominciare dalla qualità delle strade e dell’edilizia residenziale. Bisogna dare la possibilità agli studenti che vivono nel nostro quartiere di spostarsi agevolmente a piedi, di trovare abitazioni decenti a prezzo ragionevole, di godere di spazi verdi e luoghi di socializzazione attraenti. Anche noi residenti dobbiamo fare la nostra parte, mantenendo un comportamento civile, evitando il parcheggio selvaggio, offrendo una buona scelta di alloggi e guardando agli studenti come ospiti da onorare piuttosto che polli da spennare. Elce Viva è impegnata a fare la sua parte, lavorando per la riqualificazione dei Rimbocchi, della viabilità pedonale e offrendo molteplici occasioni per conoscere il quartiere e socializzare.