PERUGIA – La sostenibilità è un concetto sempre più frequente nel nostro linguaggio quotidiano e nell’agenda politica, ma ancora poco messo in pratica. Nella teoria, si ottiene quando la generazione presente soddisfa le sue necessità senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare le proprie. E si basa sulla presenza contemporanea di tre pilastri: la Sostenibilità ambientale, la Sostenibilità sociale e la Sostenibilità economica. Al momento, questo punto di equilibrio è ben lontano dall’essere raggiunto. Nonostante i recentissimi rincari del costo dell’energia – si stima un +55% di costo per la bolletta dell’elettricità e più 42% per quella del gas, nei prossimi 3 mesi – il suo impiego, anche per far ripartire le industrie dopo lo stallo dovuto alla pandemia, è enorme. Una delle tante risorse di cui si dovrebbe fare un uso contenuto. Occorre far crescere, soprattutto nelle giovani generazioni, una nuova consapevolezza e cultura dello sfruttamento delle risorse che possa portare, in tempi brevissimi, a un ribaltamento degli attuali modi di agire e operare nel mondo.
Nel loro piccolo, l’Istituto Comprensivo Perugia 4, il 2° Circolo didattico e il Tucep hanno partecipato a un progetto che si è occupato proprio di sostenibilità e di inclusione, di migrazione, con un modello innovativo, quello del Service Learning e competenze di cittadinanza globale che fa parte del progetto Prospect, l’Erasmus+. L’obiettivo è la sperimentazione in 6 Paesi europei, della metodologia del service learning nella scuola che va dall’infanzia, alla secondaria di primo grado. Solitamente utilizzato nelle fasce di età più avanzate, questa metodologia permette di potenziare competenze non cognitive, insieme a quelle cognitive in un processo unico e trasversale. Una sperimentazione volta a portare l’attenzione sulle competenze di cittadinanza globale individuate nel documento UNESCO sulle linee pedagogiche per l’attuazione degli obiettivi previsti dall’Agenda 2030, considerando l’educazione come chiave di volta per la formazione di un cittadino attivo, consapevole e responsabile. Il progetto è giunto ora alla sua ultima fase, con l’evento finale on line il 24 febbraio, a partire dalle ore 17.
Nell’Icpg4, da sempre sensibile all’innovazione didattica e metodologica, hanno partecipato 7 classi della scuola primaria.
“Si tratta di sperimentare questa metodologia – spiega Susanna Cimarelli, docente Icpg4 – normalmente utilizzata nelle scuole secondarie di secondo grado, nelle fasce di età più piccole, perché questo ci viene chiesto dall’Agenda 2030 e dall’Unesco. Un progetto nato 3 anni fa e promosso grazie alla sensibilità e al supporto dell’ex dirigente scolastica Iva Rossi, con l’attuale dirigente Maria Cristina Bonaldi che l’ha portato avanti, con altrettanto interesse e determinazione.
Dopo una fase di preparazione, i bambini hanno costruito e progettato insieme, trasferendo poi ciò che si è appreso alla comunità, in questo caso alla comunità scolastica a causa della pandemia. E’ scaturito un prodotto finale con due tematiche importanti: la sostenibilità ambientale e la migrazione. Sono stati realizzati diversi materiali: dai video digitali sulla sostenibilità, alla composizione di danze. L’apprendimento è trasferito all’esterno per poi tornare in classe per attivare una autovalutazione di ciò che è stato fatto. In questo modo, i bambini diventano parte attiva del loro processo di apprendimento e vengono formati cittadini consapevoli e attivi nella costruzione e salvaguardia del mondo che ci circonda”.
Naighi