PERUGIA – Si è tenuta oggi, presso la Sala della Partecipazione del Palazzo Cesaroni a Perugia, la presentazione del secondo rapporto Ecosistema Urbano Umbria 2021.
Uno strumento di valutazione che, attraverso lo studio di parametri quali aria, acqua, rifiuti, mobilità, suolo, territorio ed energia incrociati con diversi indicatori come qualità dell’aria o gestione rifiuti, va a definire le performance ambientali di 15 città umbre con più di 15 mila abitanti.
Un progetto innovativo, l’unico a livello regionale e fratello minore del rapporto annuale nazionale di Legambiente, realizzato ormai da 29 anni con la collaborazione scientifica di Ambiente Italia ed editoriale de Il Sole 24 Ore, definito “un termometro della sostenibilità”, con lo scopo di “misurare la “febbre” ambientale delle città capoluogo e l’efficacia delle prescrizioni messe in atto dalle amministrazioni pubbliche”.
Ne hanno parlato Maurizio Zara, presidente Legambiente Umbria, Luca Proietti, direttore generale Arpa Umbria e Mirko Laurenti, curatore del rapporto nazionale Ecosistema Urbano per Legambiente Onlus.
“Non siamo qui per bastonare i peggiori e premiare i migliori – afferma Zara – ma sollecitare tutti i comuni a lavorare sui propri indicatori per stimolare un miglioramento e individuare anche delle buone pratiche da mettere in campo proprio per aggredire questi temi”.
Per un motivo o per un altro l’ambiente risulta sempre la “vittima sacrificale della situazione contingente mentre a maggior ragione dobbiamo ragionare su come accelerare il processo di sviluppo sostenibile in maniera concreta”.
Per quanto riguarda l’aggiornamento della graduatoria vediamo che, a parte qualche eccezione, un po’ tutti i comuni umbri presi in esame hanno visto calare le loro performance: “Sempre più auto in circolazione e nessun passo avanti nella transizione energetica alle rinnovabili. Livelli di smog e di perdite lungo la rete idrica che rimangono preoccupanti e consumo di suolo che malgrado la pandemia cresce in maniera significativa in alcune città. Poche note positive che poco incidono sul trend complessivo: tra tutte, l’aumento della raccolta differenziata, quasi generalizzato. La speranza è che le risorse del PNRR e le urgenze imposte da guerra e cambiamenti climatici diano quel coraggio che finora le nostre città non hanno avuto di apportare i cambiamenti necessari”.
Oltre a Perugia e Terni, le altre città analizzate sono state: Narni, Assisi, Umbertide, Marsciano, Todi, Bastia Umbra, Gubbio, Corciano, Città di Castello, Castiglione del Lago, Orvieto, Foligno e Spoleto.
Sul podio si riconferma Narni al primo posto, poi Assisi e Umbertide.
Fanalini di coda anche quest’anno Foligno e Spoleto.
Narni mantiene il dato più elevato di raccolta differenziata, con il 74,5%, e quello che produce meno rifiuti pro capite, con 406 kg ad abitante, anche se ha peggiorato la qualità della raccolta della frazione organica.
Si conferma anche il comune con la quantità più elevate di energie rinnovabili per abitante, 6,19 KiloWatt ad abitante, grazie ai moltissimi impianti fotovoltaici e a quelli storici idroelettrici, ma anche a impianti a biogas, a biomassa e micro-eolici.
Peggiorato invece il dato delle dispersioni idriche passato dal 41% al 60%.
Alfonso Morelli, assessore all’Ambiente del comune di Narni, collegato in diretta alla conferenza, sottolinea anche come il Comune abbia facilitato e stimolato la partenza delle comunità energetiche attraverso un bando per selezionare professionisti del settore, oltre alla volontà di estendere le aree di zona 30 (zone a velocità calmierata) per tutto l’abitato di Narni Scalo.
Spoleto, ultima classificata, paga dati molto negativi e niente affatto migliorati su gestione rifiuti, con dati pessimi per quantità prodotta e qualità e quantità differenziata, a cui si aggiunge il dato più elevato di consumi idrici pro capite, con oltre 205 litri giornalieri ad abitante, quando la media è sui 162. Molti incidenti stradali, poche fonti rinnovabili e aumento del consumo di suolo con altri 3,16 ettari sottratti al territorio. Unico dato positivo: la spesa pro capite per trasporto pubblico locale, tra le più elevate in Umbria.
È Gubbio la città che, rispetto allo scorso anno, ha compiuto più miglioramenti: prima di tutto nella gestione rifiuti dove la percentuale di differenziata è passata dal 59,4% al 67,1%, ma anche nel dato del numero di incidenti stradali con morti e feriti. Più modesti invece i miglioramenti su consumi e dispersioni idriche.
“La seconda edizione regionale umbra del report – sottolinea Mirko Laurenti, dell’Ufficio Scientifico nazionale Legambiente e curatore del rapporto nazionale Ecosistema Urbano – conferma quanto di buono si può fare valutando le performance ambientali dei centri urbani partendo dalla raccolta locale di informazioni dettagliate. Anche in città che non sono capoluoghi – e insiste – “Non si deve mollare la presa anzi continuare a spingere sempre più su questi temi”.
“Con il PNRR abbiamo l’occasione strategica di cambiare le cose ma abbiamo tempi molto ristretti. Dobbiamo fare un salto di approccio, capire realmente qual è la criticità che ci attanaglia e agire di conseguenza” aggiunge Luca Proietti, direttore di Arpa Umbria, partner fondamentale di Legambiente per quanto riguarda la raccolta dei dati.
La conferenza ha dato modo di presentare anche un nuovo strumento di cui si arricchisce Ecosistema Urbano Umbria: “uno strumento web digitale, presente nel sito di Legambiente Umbria, che mira a renderne più facile la navigazione e la fruizione.”
Una web app sviluppata da GisAction di cui ha parlato il curatore Ivano Porfiri. All’interno dell’app c’è una mappa navigabile molto intuitiva dove si può scegliere la consultazione di dati e classifiche. I dati sono suddivisi nelle macrocategorie e da ognuno è possibile accedere alla sezione specifica. Nella parte delle classifiche invece, ci sono grafici e schede riassuntive sulla situazione di ogni singola città.
Per consultarla: https://www.legambienteumbria.it/ecosistemaurbano/
Francesca Verdesca Zain