TERNI – Si è svolto oggi pomeriggio presso la Sala dell’Orologio del Caos, Contagion. Arte contemporanea tra gamification e NFT promosso dalla ternana GN Media. Un incontro dalla doppia funzione: presentare l’app Contagion Hypercasual Multiplayer Experience che a Terni fa la sua seconda tappa, dopo la prima ufficiale alla Casa del Cinema di Roma, e capire cosa siano gli NFT e come si inseriscano nel mondo dell’arte.
Contagion è l’app di un gioco e fin qui potrebbe anche essere uno dei tanti. La prima novità di questa app è che è stata progettata per produrre un NFT alla fine di ogni stagione. Un prodotto che da un lato contempla la partecipazione, dall’altro la sorpresa dell’imprevedibilità all’insegna dell’unicità che l’NFT garantisce. Per chi non avesse ancora familiarità con la terminologia, l’NFT è un acronimo che sta per Non Fungible Token che in italiano suona come “gettone non riproducibile”. Di fatto si tratta di una sequenza di bit univoca registrata sulla blockchain che, in quanto tale, non è sottoposta a un controllo di tipo centralizzato. Ogni token – ogni gettone – qui registrato non è più modificabile, è perciò unico, peculiarità questa che lo avvicina alla sensibilità artistica. L’NFT, come tutte le novità, ha potenzialità dirompenti ma può creare anche una certa confusione. Contagion, prodotta da Criticaldrop Entertainment, è un’app gratuita e facilissima da scaricare, potrebbe essere il mezzo in grado di rendere gli NFT alla portata di tutti: “lo scopo principale del gioco è la partecipazione” si legge nella presentazione.
Contagion è legata indissolubilmente all’arte, e questa è la seconda novità. Nata nel 2013 da Fabrizio Borelli, fotografo, regista e art maker, inizialmente Contagion era una serie di quindici metafotografie – dal titolo profetico – diventate trenta nel 2021, che presentano l’immagine archetipica del cervello umano, passando per quella corrente vhp – visible human project – che ha portato nell’arte le tante immagini mediche – lastre, risonanze – che hanno reso visibile l’interno del corpo umano. L’app si presenta come un art game ispirato a questo lavoro, che a sua volta produrrà una collezione di oggetti digitali, gli NFT appunto, opera dello stesso autore.
“Ci siamo trovati a vivere vite che non erano più le nostre, lontane gli uni dagli altri, in un cosmo di infinite, fungibili soluzioni.” Scrive Maria Italia Zacheo, architetta e storica dell’arte che segue il progetto di Contagion fin dalla nascita. “Contagion esprime la capacità che l’arte ha di osservare e interpretare la condizione umana come opportunità generatrice di nuovi significati.” Significati ancora tutti da esplorare, in quello che si prospetta come un esperimento sociale dove l’arte costituisce il filo conduttore di una storia fondata sulla cultura partecipativa, che parte dai primi happening degli anni Sessanta e arriva fino a oggi. Nella consapevolezza che il digitale è l’acceleratore, ormai imprescindibile, dello stesso processo partecipativo.
Quello di oggi è stato un momento pionieristico sotto diversi aspetti. Anzitutto perché di NFT in sedi istituzioni se ne parla ancora poco e quello odierno è stato a tutti gli effetti uno dei primi incontri in Italia interamente dedicati all’argomento. E poi perché ai vari relatori intervenuti, va riconosciuto il merito di aver creato un discorso coerente e appassionante sulla storia di questa ultima, vera avanguardia che è qui proprio sotto ai nostri occhi e che a breve ci riguarderà sempre più da vicino. Anzi, da protagonisti, così come promette Contagion.