Oggi è la volta di “C’è da fare”. Venticinque voci della musica italiana hanno cantato per curare Genova e ricucire identità sociali, culturali ed economiche, attraverso un nuovo ponte che faccia dimenticare lo strazio di un crollo imbarazzante. A fare da direttore d’orchestra un vero e proprio outsider, se riferito al contesto, Paolo Kessisoglu che, stavolta, ha spostato l’inquadratura dal distributore automatico del caffè, direttamente sull’amaro aroma che lascia lo sgomento. Così oggi , venerdì 22 febbraio, la sua canzone “C’è da fare” risuona nelle orecchie di ha voglia di sentire. Il ricavato che deriverà dalle vendite del disco sarà devoluto in beneficenza e investito in progetti nella Valpolcevera, una delle zone più colpite dalla tragedia del 14 agosto 2018. Ciò che verrà, contribuirà a costruire un centro sportivo polifunzionale. Oltre ad essere oggettivamente importante la definizione delle destinazioni dei soldi, è oltremodo rassicurante definire un piano b nel caso, malauguratamente, l’operazione non riesca del tutto. In questo caso quanto raccolto confluirà in un’iniziativa di assistenza socio-sanitaria nella zona della Valpolcevera. Detto questo, meritano una menzione speciale gli artisti che hanno aderito, rigorosamente elencati in ordine alfabetico: Annalisa, Arisa, Boosta, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Gino Paoli, Giorgia, Giuliano Sangiorgi, Ivano Fossati, Izi, J-Ax, Joan Thiele, Lo Stato Sociale, Luca Carboni, Malika Ayane, Mario Biondi, Massimo Ranieri, Mauro Pagani, Max Gazzè, Nek, Nina Zilli, Nitro, Raphael Gualazzi, Ron e Simona Molinari.
Intanto, grazie.