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E' morto Lee Konitz, maestro del cool jazz. Un album del 2003 lo ricorda a Umbria Jazz

PERUGIA – Una testimonianza certa della generazione che ha convissuto non senza difficoltà il jazz nell’era post-parkeriana, è datata 2003. E’ un live prodotto dell’etichetta Philology registrato durante Umbria Jazz. Presero parte all’appuntamento alcuni tra i più noti musicisti italiani, tra cui Franco D’Andrea al pianoforte; Massimo Moriconi al basso; Massimo Manzi alla batteria e l’apporto vocale di Barbara Casini. Ma soprattutto fecero parte del sestetto due sassofonisti di vaglia con una lunghissima storia alle spalle e in parte condivisa su quell’aspetto generazionale che li collocava nella storia del jazz come musicisti che subirono l’ombra che emanava la gigantesca figura di Charlie Parker. Dalla quale entrambi cercarono di affrancarsi con la ricerca di proprie cifre stilistiche, sperimentando nuove vie espressive, spesso anticipando i tempi delle avanguardie. Il primo dei due altosassofonisti è Phil Woods, scomparso cinque anni fa. Ha lasciato un segno indelebile nella storia del jazz, proprio in opposizione a Bird e sulla scia di un background musicale formato sulle linee estetiche del cool jazz che faceva diretto riferimento a Lennie Tristano. Il secondo dei due altosassofonisti di quella registrazione è Lee Konitz che proprio partendo dal cool jazz non ha mai cessato di evolvere il suo stile. Lee Konitz si è spento ieri all’età di 93 anni, dopo una vita passata nell’entusiasmo e nella gioia di fare musica e soprattutto mantenendo un rapporto ludico con il suo strumento. Un aspetto questo importante nella sua vita artistica che ne caratterizzerà anche il suo personalissimo approccio alla musica, mai stanco di sperimentare soprattutto nella forma creativa più importante nel jazz che è l’improvvisazione. Sono soprattutto tre le figure di riferimento che hanno segnato il jazz di Lee Konitz: Lennie Tristano che fu il primo teorico del cool jazz, a sua volta influenzato dalla tecnica di Art Tatum; Warne Marsh, tenorsassofonista anch’esso allievo di Tristano, che più volte incrocerà nella sua vita in varie formazioni e Miles Davis che lo ingaggiò nel nonetto che darà vita a “Birth of the Cool” tra il 1948 e il 1950. Molti altri grandi del jazz stabilirono con lui percorsi stilistici che vennero accennati, poi abbandonati e poi in seguito di nuovo ripresi. Tra questi da ricordare Charlie Mingus, Gil Evans, Chick Corea ed Enrico Rava.

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