ROMA – Si è spento oggi, 12 gennaio, Gianpaolo Pansa, nato a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, l’1 ottobre 1935. Era tornato a scrivere lo scorso settembre per il ’Corriere della Sera’, di cui è stato inviato speciale dal 1973 al 1977. Ha iniziato giovanissimo, appena 26 anni, la sua carriera, a ’La Stampa’, ha lavorato anche per ’Il Giorno’, ’Il Messaggero’, di cui è stato redattore capo, e soprattutto per ’la Repubblica’, prima in qualità di inviato speciale, poi come vicedirettore e in seguito come editorialista. Pansa ha lavorato anche per i settimanali ’Epoca’, ’L’Espresso’ e ’Panorama’. Per il giornale fondato da Mondadori ha creato la rubrica ’Bestiario’. Il 30 settembre 2008, aveva lasciato ’L’Espresso’ perché in aperto contrasto con la linea editoriale, da qui le sue collaborazioni con ’Il Riformista’, poi su ’Libero’ e ’La Verità’. Pansa è stato autore anche di diversi saggi.
La sua attività ha avuto come principale interesse la Resistenza italiana che ha profondamente rivisitato dopo essere stata l’argomento della sua tesi di laurea Guerra partigiana tra Genova e il Po.
E’ del 2001 Le notti dei fuochi, sulla guerra civile italiana combattuta tra il 1919 e il 1922, conclusa con la presa del potere da parte del fascismo. Nel 2002 esceL’anno dopo è la volta di I figli dell’Aquila, racconto della storia di un soldato volontario dell’esercito della Repubblica di Salò. Comincia poi il cosiddetto ciclo «dei vinti», serie libri sulle violenze compiute da partigiani nei confronti di fascisti durante e dopo la Seconda guerra mondiale e il libro “Il sangue dei vinti” suscitò fortissime polemiche.
Nel 2011 pubblica Poco o niente. Eravamo poveri. Torneremo poveri, in cui ritrae l’Italia degli umili tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX attraverso la storia dei propri nonni e genitori.