FOLIGNO – Nuove affermazioni per la folignate Laura Vedovati, architetta, insegnante e autrice di libri per l’infanzia. Questa volta però è dalla sua passione per la grafica e la pittura che è arrivato in questi giorni dall’Emilia Romagna un importante risultato, il secondo posto al concorso “Una porta sul cielo”, premio nazionale tematico per artiste visuali, presentato all’interno del progetto “Tra maschile e femminile”, proposto dal Comune di Cesena e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito delle politiche di promozione delle pari opportunità.Sessantotto le artiste da tutt’Italia le cui opere saranno in mostra fino al 21 aprile nella chiesta di Sant’Agostino di Cesena, per raccontare le questioni di genere con lo sguardo delle donne. Un tema molto caro alla Vedovati le cui opere saranno inoltre al centro di una delle Mostre Premio “… E al di là il mondo”, dedicate alle tre vincitrici, una personale che aprirà i battenti a Cesena a metà giugno nello spazio Officina dell’Arte.
“Un risultato che mi gratifica, ma del tutto inatteso – commenta Laura -, hanno partecipato artiste famose. Quanto alla mia opera, viviamo un’epoca di grandi cambiamenti, così da donna, da mamma di due bambini e da insegnante, so bene quanto sia importante educare alla parità di genere, al rispetto delle differenze e alla loro valorizzazione. Ma so anche che non è sempre semplice in una società dove ancora dominano stereotipi e vecchie culture. Credo che l’arte sia un canale importante, che aiuti a comunicare un modello di società migliore a cui tutti dovremmo lavorare”.
Dalla sua creatività è nata così un’installazione, “Dualità in equilibrio”, un’illustrazione grafica stampata su tela, lavorata con collage materico e affidata a una struttura sospesa in acciaio nero opaco. Un insieme di tradizione e sperimentazione, dal digitale al materiale, dal disegno a mano libera, all’illustrazione grafica, alle presenze materiche (cerniera lampo, fili, acciaio).
“L’opera – sottolinea – nasce dall’incontro iconologico delle Dualità: di genere, di ruolo, di realtà, di universi, di materia organica e inorganica, di arte digitale e materiale. La donna incinta al centro della tela è il simbolo della maternità, della vita. Ma sui capelli intrecciati ci sono cerotti che rappresentano le ferite dovute a casi di violenza fisica, psicologica, denigrazioni, umiliazioni, mobbing, stalking. Parla di donne che hanno paura di chiedere aiuto, ma anche di donne forti che vanno avanti seppur camminando in difficile equilibrio su una cerniera di acciaio. Per andare avanti verso un nuovo universo, una nuova realtà fatta di sfide e sconosciute opportunità, senza mai arrendersi e guardare indietro”.
Proprio come recitano i versi di una poesia, “Donna”, di Madre Teresa di Calcutta, Versi ai quali La Vedovati ha affidato la sintesi del suo lavoro. “… Non vivere di foto ingiallite… / insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. / Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te. / Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto. / Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce. / Quando non potrai camminare veloce, cammina. / Quando non potrai camminare, usa il bastone. / Però non trattenerti mai!”