Dopo un’assenza di tredici anni, è tornato Cavour Art più vasto e grande che mai

TERNI – Un’assenza lunga tredici anni. Quella di Cavourart – CAntiere di VOci URbane, il festival artistico che dall’otto settembre è tornato in città. Con la direzione artistica di Franco Profili e di Isabella Cruciani e con grandi numeri: 200 artisti coinvolti, 80 attività commerciali, 120 eventi che stanno già cambiando radicalmente il centro cittadino e non solo. Sei le mostre ufficiali; cinque gli artisti chiamati al confronto con alcune delle chiese site nel centro storico della città; decine di letterati, poeti e operatori culturali; una decina di presentazioni di libri; un palazzo storico che si apre alle visite; atelier, laboratori d’artista e case private aperte alle visite in compagnia delle persone che le abitano e le fanno vivere. Cavour Art 2023 è grandissimo lavoro collettivo per una manifestazione culturale di ampio respiro che coinvolge numerosi enti e associazioni e che, ci tengono a sottolineare gli organizzatori, non è una nuova edizione ma è da intendersi come “prove tecniche di trasmissione” come spiegano nella nota stampa: “è il nostro modo di dichiarare disponibilità a riprendere un percorso per cui molti in città mostrano nostalgia e affetto.”

Il fine settimana appena trascorso è stato particolarmente intenso e anche il prossimo non sarà da meno. Ne parliamo con Profili e Cruciani per farci raccontare qualcosa in più su questa manifestazione che con l’arte sta conquistando l’intera città.

 

 

Erano tredici anni che a Terni si parlava con nostalgia di Cavour Art, perché avete deciso di tornare?

La prima molla è stata, tre mesi fa l’ennesimo articolo su una testata locale in cui si parlava per l’ennesima volta di Cavour Art, tra l’altro con riferimenti imprecisi. L’altro aspetto è che da un po’ di tempo, molte persone che incontravamo ci chiedevano che fine avesse fatto Cavour Art e da più parti ci denunciavano la necessità di far rinascere il centro storico. L’incontro decisivo, in questo senso, è stato quello allo studio di Rolando, in via XI Febbraio, una delle vie più belle del centro cittadino, sede storica di Lotta Continua. Da qui è partita la spinta con Cavour Art, a quel punto si è messa in moto tutta la macchina organizzativa.

Quindi in tre soli mesi avete messo insieme 200 artisti, 80 negozi e 120 eventi? Che cosa ci dobbiamo aspettare con queste premesse?

Ebbene sì. Quello che caratterizza questo festival e la sua storia è cambiato: non c’è nulla sulle vie pubbliche, siamo andati a occupare una serie di spazi che vi si affacciano e che vanno scovati. Non solo i negozi ma anche le chiese e se almeno un paio di questi interventi restassero stabilmente, sarebbe un gesto grandissimo. Sono lavori strepitosi, che gli artisti hanno pensato appositamente per quei luoghi. Questo è il fiore all’occhiello della manifestazione che ha intessuto una rete fatta di persone, luoghi, situazioni fittissima: è un modo nuovo di pensare e creare arte.

Siete riusciti a trovare finanziamenti in così poco tempo?

Hanno contribuito i commercianti e gli artisti e ci è arrivato un minimo anche da parte dell’Amministrazione, quel poco che in questa situazione ha fatto la differenza.

Oltre a Terni, vi siete estesi. Penso a Greccio dove avete inaugurato Vivaio un giardino d’artista.

Sì, a Greccio stavamo lavorando da mesi, la proprietà è di un ternano. Si tratta di un esperimento che stiamo facendo con l’intenzione di allargare Cavour Art nei prossimi anni anche al circondario per valorizzare le realtà più piccole.

 

 

Perché prove tecniche di trasmissione?

Per tutto quello che abbiamo detto fino a adesso. Quest’anno lanciamo un sasso, una sfida che risponde a un’esigenza reale della città. In questa edizione abbiamo accolto numerosi artisti giovani, che erano appena nati quando c’era il Festival, però tutti lo conoscono: c’è una memoria collettiva che ci ha fatto capire che era stata un’esperienza grande, un evento veramente aperto a tutti e a disposizione di tutti. All’epoca l’obiettivo era quello di portare le persone a scoprire via Cavour, dove nei primi anni Novanta non passava nessuno. Oggi quella zona è diventata il salotto della città ma all’epoca era un deserto.

Cavourt Art è un Festival “che con le reazioni che ha prodotto” scrive Cruciani nella presentazione “dimostra come la città abbia bisogno di stimoli ed eventi che siano capaci di riaccendere gli animi dei suoi abitanti e delle tante realtà che la compongono facendoli sentire parte di una comunità.” “Quest’anno è una prova, tireremo le somme alla fine della manifestazione” conclude Profili.

Domenica 15 ottobre terminerà Cavour Art 2023, con la chiusura delle esposizioni programmate nelle vetrine delle attività commerciali. Quello che è certo è che in questa manifestazione ci sono lavoro durissimo e una passione ancora più dura. Il pubblico risponde numeroso a ogni evento e sì, in città si respira davvero un’aria nuova.

Programma completo del Festival consultabile qui.

Foto e video dalla mostra “Senza Confini” a cura di Anastasia Clafferty e Franco Profili, presso il Museo Diocesano e Capitolare di Terni, inaugurata lo scorso sabato 16 settembre.

Sara Costanzi: Metà Italia, metà Svezia, vivo di cultura. Ho una laurea in teatro contemporaneo. Animalista e amante della natura, mi appassionano le storie, la storia, la musica, l’arte, il cinema e il teatro.