FERENTILLO – Maggio fin dagli albori della storia del cristianesimo e’ il periodo in cui viene praticato in modo incisivo, il culto alla Madre di Gesu’. E molte sono le chiese santuari, edicole e cappelle a lei dedicate non solo nelle grandi citta’ ma anche nei piccoli centri, nelle campagne umbre, nelle parrocchiali.
La Valnerina ha da sempre un culto particolare, come dimostrano gli affreschi del Lippi alla cattedrale di Spoleto alle immagini mariane degli Angelucci, Sparapane, Jacopo Siculo, Dono Doni, Orlando Merlini, Perino Cesarei, Lo Spagna, Piermarino di Giacomo, Giovanni di Girolamo Brunotti, il Tamagni ecc.
Questa volta, un artista non blasonato, ma un anonimo (secondo me potrebbe essere Perino Cesarei), ha lasciato un opera d’arte che vale la pena di conoscere e ammirare quando ci recheremo in Valnerina per una escursione estiva, visto che a causa del covid le nostre vacanze potranno essere svolte in ambito regionale.
Alla Collegiata di Santa Maria di Matterella, dopo un accurato restauro svoltosi tempo fa, e’ stato restituito l’altare dell’ Immacolata Concezione, dalla ditta “Conserva” di Gianni Castelletta, con i fondi raccolti dalle Socie di Sant’Antonio da Padova e dalle Santesi della festa della Madonna della Pieta’ anno 2005…. e, secondo me, soldi spesi bene! Un altro gioiello riportato al suo originario splendore grazie alla volonta’ e dedizione dei cittadini ferentillesi. Da tempo ormai che la comunita’ assiste alla restituzione di importanti opere, testimonianze di arte e devozione, lasciateci in eredità dai nostri antenati. Ferentillo e’ copioso di beni storici e artistici, valorizzarli significa continuare su quella strada perseguita già nei secoli addietro, con amore e tanto sacrificio, dalle nostre genti. Un immenso patrimonio, dato dalla innumerevole quantita’ di opere, distinte in affreschi, tele, suppellettili, dislocate in ogni luogo del territorio comunale, dove, si erge una chiesa, da quelle piccole delle frazioni a queste più grandi del capoluogo. Recuperare e salvaguardare tali testimonianze, accresce il bagaglio culturale della nostra comunità locale, stimolando i giovani alla conoscenza di un patrimonio legato alla fede e alla tradizione.
Questa opera, in tutta la sua originalità e splendore della Giovin Madre, si mostra a noi con tutta la sua dolcezza, freschezza e genuinita’, ammirarla riscalda l’ anima e intenerisce il cuore. Il dipinto e’ nell’ iconografia classica, ossia la Vergine poggia i piedi sulla luna, e insidia con il piede il demonio effigiato come un drago.
Ai due lati della Madonna sono stati dipinti i simboli Mariani tratti dalle Sacre Scritture, mentre all’estremità il sole e luna e due cherubini che sorreggono la corona. In basso le immagini, dei Santi Pantaleo Martire e Giacinto e al centro l’arma del committente con le iniziali T. M. Scarsa l’interpretzione della scritta posta sotto le due figure. Il piccolo dipint nella cimasa raffigura l’ immagine di una bambina con i piedi nel mare, con in mano due conchiglie da cui versa acqua. Nel cartiglio, ai suoi piedi, e’ scritto QUASI AURORA CONSURGENS (raffigura l’ allegoria dell’ aurora). La macchina d’altare, formata da intagli e rilievi in legno con fregi che decorano le due colonne decorate con grappoli d’uva, terminanti con capitello corinzio. Al centro sull’ architrave e’ posta in caratteri classici in lamina d’oro la seguente scritta: CONCEPTE. VIRG. DEI. PARED. L’ altare e’ collocato nel presbiterio a sinistra dell’altare maggiore inserito nel muro del pilastro. L’ altarolo, e’ interessante dal punto di vista storico artistico. Realizzato in pietra e’ sorretto da due colonne massicce in pietra ai lati smussate e bucciardate
Dopo il restauro la tela dell'Immacolata alla Collegiata di Matterella merita di essere ammirata
Fu realizzato sullo scorcio del XVI secolo dai Maestri lombardi (scalpellini e muratori) insieme all’altare maggiore l’altro altarolo sul pilastro opposto e alle paraste delle navate laterali della chiesa.