PERUGIA – Della “vittimizzazione secondaria dei reati di violenza contro le donne” si è parlato nella tavola rotonda organizzata Giuliana Astarita, Consigliera di parità della Provincia di Perugia, che per introdurre l’argomento ha scelto un interessante spettacolo teatrale presentato da M.A.S.C. – Movimento Artistico Socio Culturale APS MASC APS, scritto da Giulia Corradi, ideata da Giulia Morello, con Silvia Vallerani, David Mastinu e Martina Zuccarello.
Abituati a video e telefonini, trovarsi al centro di una rappresentazione teatrale che parla di vittimizzazione secondaria, violenza contro le donne e affido genitoriale ha immerso i relatori concretamente nella tematica, avvolgendoli in una catarsi che solo la recitazione dal vivo e la bravura degli attori, sanno provocare. La vittimizzazione secondaria dei reati di violenza contro le donne è quel meccanismo che porta la vittima ad una seconda violenza post crimine rappresentata dalla denuncia, dalla narrazione giornalistica, dai social media e da tutti i contesti che portano la vittima a dover rivivere la violenza.
“Mettersi in discussione – ha detto Astarita – è il primo passo per capire come intervenire sul tema, perché il risultato di questa doppia vittimizzazione è che le donne non vanno più a denunciare, o quantomeno ci pensano, perché sanno che dovranno affrontare un percorso difficile che spesso non rende giustizia”. Caterina Grechi, Presidente del Centro per le Pari Opportunità Regione Umbria ha ricordato come sia importante insistere sulla formazione. “La rete dei centri antiviolenza del nostro territorio – ha proseguito – è dotata di operatrici molto competenti che sono le prime a raccogliere le richieste di aiuto delle donne che subiscono violenza”. Sergio Sottani Procuratore Generale presso Corte di Appello di Perugia nel suo intervento si è complimentato con la modalità emozionale del teatro, scelta per introdurre questa tavola rotonda. Dalle parole degli attori il procuratore ha costruito il suo intervento specificando che nel racconto si chiede di distinguere la vittima dal colpevole: “i magistrati hanno il compito di distinguere la vittima dal colpevole – ha spiegato sottani – affidandosi ai concetti di empatia cognitiva, ascolto e linguaggio appropriato. Nel processo penale trattiamo il dolore della gente per questo dobbiamo fare bene il nostro lavoro”.
Negli anni è cambiato radicalmente il comportamento delle forze dell’ordine nei confronti delle donne che subiscono violenza, lo spiega Francesca Gosti, Sostituta Commissaria della Polizia di Stato: “per molto tempo, inconsapevolmente, c’è stata disattenzione nei confronti delle donne che denunciano violenza familiare e di genere, oggi invece sono previsti percorsi preferenziali. Ripercorrere la violenza è sempre un trauma ma gli investigatori devono capire bene come sono andate le cose, così da intervenire in maniera tempestiva individuando strategie. Nel campo dell’ascolto, del luogo accogliente dove ricevere la donna che denuncia, abbiamo alzato il livello di attenzione al massimo”. A chiudere gli interventi è stata Claudia Matteini, Presidente della Sezione Civile della Corte di Appello di Perugia.