ROMA – Dopo la presentazione ufficiale alla sede Rai di Viale Mazzini cresce l’attesa per il film “Permette? Alberto Sordì” che sarà nei cinema, Coronavirus permettendo perché le misure precauzionali crescono di ora in ora, a partire da domani, 24 febbraio, e poi il 25 e 26 febbraio. Si tratta di una coproduzione Rai Fiction – Ocean Productions che poi andrà in onda su Rai1 il 21 aprile.
La pellicola ripercorre una parte importante di Sordi, quella dei promordi: vent’anni dal 1937 al 1957. Inizia quando, giovanissimo, viene espulso dall’Accademia di Recitazione dei Filodrammatici a Milano per la sua parlata romanesca. Sordi torna a Roma ancora più determinato: con la sua proverbiale tenacia consapevole del talento che aveva, diventa l’inconfondibile voce di Oliver Hardy. Poi si fa notare sui palcoscenici del varietà e alla radio con il personaggio di Mario Pio.
Diretto da Luca Manfredi, con Edoardo Pesce nel ruolo del giovane Alberto, il film vede nel cast Pia Lanciotti nel ruolo di Andreina Pagnani, Alberto Paradossi nel ruolo di Federico Fellini, Paola Tiziana Cruciani, Luisa Ricci, Michela Giraud, Paolo Giangrasso, con la partecipazione amichevole di Giorgio Colangeli, Martina Galletta, Francesco Foti, Sara Cardinaletti e Lillo Petrolo nel ruolo di Aldo Fabrizi. “Sordi ha detto il regista – è parte del patrimonio artistico e culturale del nostro cinema. Compito del servizio pubblico è tutelare la memoria di questi personaggi”.
Emozionato Edoardo Pesce: “Abbiamo lavorato sulla mia romanità e sulla musicalità. E il saltello mi è venuto facile. Non mi sono documentato più di tanto, mi è bastato il Sordi che conoscevo. E devo dire stando un mese nel personaggio, mi sono affezionato molto a lui a livello umano. Ed è stato bello immaginare il Sordi privato, ho lavorato molto di fantasia. All’inizio – ammette – ho avuto molte remore, sia per il fatto dell’età sia riguardo l’aspretto fisico visto che sono molto più alto rispetto a lui. Al di là di questo Spero di avere fatto una buona interpretazione. Il giorno del suo compleanno, sono andato sulla sua tomba al Verano; gli ho portato due fiori giallorossi e gli ho detto: Dottor Sordi, mia dia una mano, non ho mai fatto brutte figure”.
“Non ci ha mai permesso di essere tristi”, disse di lui Ettore Scola. Ed è indubbio che la sua capacità di scherzare e ironizzare sulle nevrosi e le contraddizioni degli italiani ha lasciato un segno nella storia del costume del nostro Paese. Più di duecento i film che lo hanno visto protagonista e che ci hanno lasciato una galleria di personaggi indimenticabili, unici per quelle geniali caratterizzazioni basati sulla semplice camminata, oppure sul modo di parlare, di approcciare il gentil sesso e, come ha ricordato Edoardo Pesce, il suo inconfondibile saltello. Annunciava l’entrata in scena di un grande attore, di uno straordinario artista.