TODI – Domani, 11 maggio, Todi dedica una conferenza a Rodolfo Siviero, il più celebre agente segreto dell’arte che era molto legato alla città di Jacopone. L’appuntamento è alle ore 16 nella sala del Consiglio nel Palazzo comunale. Titolo della conferenza: “Rodolfo Siviero, lo 007 dell’arte. Il recupero del patrimonio italiano tra Firenze, Roma e Todi” .
La giornata di studi è a cura di Riccardo Luciani, Francesca Bottari, Cristina Galassi, Stefano Petrocchi, Attilio Tori, Carlo Zoccoli, e comporrà un quadro sulla complessa vicenda biografica dello storico dell’arte che da informatore del SIM, il servizio di informazione della polizia segreta fascista, decise di lottare, durante gli anni della Guerra, per la salvaguardia del patrimonio artistico del nostro Paese dalle mire del più formidabile sistema di razzia messo a punto dai nazisti, il Kunstshutz.
A Cristina Galassi, professoressa associata all’Università di Perugia di Storia della critica d’arte e direttrice della Scuola di specializzazione in Beni Storico Artistici di Gubbio, abbiamo chiesto di anticipare alcuni contenuti che compongono la sua relazione .
Da dove prende le mosse la sua relazione, professoressa Galassi?
Dalla mostra opspitata tra il 2022 e 2023 alle Scuderie del Quirinale “Arte lberata 1937-1947 (alcune immagini nelle foto che seguono). Capolavori salvati dalla guerra” curata da Luigi Gallo e Raffaella Morselli e organizzata in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche, l’ICCD – Istituto Centrale per il catalogo e la Documentazione e l’Archivio Luce – Cinecittà.
Stando al titolo una mostra davvero interessante…
Senza dubbio, dal momento che ha offerto una selezione di oltre cento capolavori per l’appunto salvati durante la Seconda Guerra Mondiale, insieme ad un ampio panorama documentario, fotografico e sonoro. E questo, va sottolineato, grazie alla collaborazione di ben quaranta musei e istituti. Riapetto alle altr, questa mostra oltre ai celebri capolavori, ha messo in rilievo le figure dei protagonisti di quelle vicende, raccontando un momento epocale della nostra storia e diventando la controparte espositiva di un grandioso romanzo nazionalpopolare scritto collettivamente dalle donne e dagli uomini che hanno salvato migliaia di beni dai pericoli dei bombardamenti, dalle distruzioni, ma anche dalle mani di Adolph Hitler e dal suo sogno di fondare a Linz un museo universale e soprattutto di Hermann Göring, “il bue ciccione che afferrava quattrini e decorazioni” come lo definì Galeazzo Ciano, trasformandosi in un omaggio doveroso a quei giovani storici dell’arte che, nella drammatica contingenza bellica, hanno interpretato la propria professione all’insegna di un interesse comune più alto, coscienti del valore universale del patrimonio da salvare. Come aveva sottolineato il generale americano Mark W. Clarck “fare la guerra in Italia è come combattere in un maledetto museo”.
I protagonisti?
I tanti giovani o giovanissimi Soprintendenti e funzionari dell’Amministrazione delle Belle Arti che, coadiuvati da storici dell’arte e rappresentanti delle gerarchie vaticane, si resero interpreti di una impresa “collettiva” straordinaria di salvaguardia del patrimonio artistico nazionale. Fra questi: Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Emilio Lavagnino, Vincenzo Moschini, Pasquale Rotondi, Fernanda Wittgens, Noemi Gabrielli, Aldo de Rinaldis, Bruno Molajoli, Francesco Arcangeli, Jole Bovio e, da ultimo, Rodolfo Siviero, agente segreto e futuro ministro plenipotenziario incaricato delle restituzioni: persone che, senza armi e con mezzi limitati, presero coscienza della minaccia che incombeva sulle opere, schierandosi in prima linea per evitarla, consapevoli del valore identitario e comunitario dell’arte.
Cosa farà emergere nella sua relzione a questo proposito?
Quella che ho definito la “Resistenza dell’arte”, combattuta con le armi dello studio, della passione e della conoscenza, che trasforma i protagonisti di queste vicende in costruttori di imballaggi di fortuna, in trasportatori notturni di opere, in eroi e eroine che assumono in solitudine decisioni coraggiose, senza una cabina di regia centrale, solo una fitta rete di carteggi o pagine di diario a testimoniare di imprese eccezionali: la Resistenza dell’arte, una storia eroica e, tutto sommato, poco nota. Combattuta in un contesto davvero unico, basti pensare a ciòà che disse lo stesso generale generale americano Mark W. Clarck “fare la guerra in Italia è come combattere in un maledetto museo”. In qeusta Resistenza dell’arte Rodolfo Siviero ha senza alcun dubbio avuto un ruolo determinante.
Nella foto di copertina Roberto Siviero e la Danae di Tiziano che si ritiene campeggiasse già nel 1944 nella camera da letto del grande razziatore Hermann Göring: il dipinto faceva parte infatti parte del Tesoro di San Gennaro, assieme a molti capolavori di Capodimonte.