PERUGIA – Visto il riconoscimento che ha ottenuto negli Stati Uniti, mancando di poco la nomination tra i finalisti del “Flicker Rhode Island International Film”, prestigiosa rassegna cinematografica internazionale, si potrebbe scomodare la categoria dei “talenti in fuga”. Ma Diletta Cappannini, giovane regista, attrice, scrittrice, poetessa, marchigiana di nascita, perugina di crescita, romana di residenza, non concede alle catalogazioni il tempo di essere formulate perché, concluso un progetto, ne ha almeno altri tre in corso, il più delle volte in discipline diverse e in luoghi distanti l’uno dall’altro.
Un talento in formazione, il suo, ma già robusto di quattro opere letterarie tra poesia e narrativa, esperienze teatrali con Ninni Pingitore (un signore delle scene, prima ancora che un maestro), una febbrile attività web con i seguitissimi Story Impact Italia, realizzati insieme al suo compagno Guglielmo Sergio, e adesso questo cortometraggio “Input”, che appena uscito ha già ottenuto questa prima prestigiosa segnalazione oltreoceano.
“Input” già visibile in rete https://www.youtube.com/watch?v=gHr7xGiuGao , è la storia di una giovane ragazza-donna, profondamente depressa, che vive la propria casa come una cuccia, al riparo dalle delusioni e dalle brutture della vita, in giornate scandite dalle piccole abitudini quotidiane. Basta una scintilla, come quelle nei piani cottura, a scuoterla dalla sua abulia ma dovrà metterci del suo perché questo risveglio si compia.
Le scene del corto viaggiano tra la popolarissima piazza Bologna, nel cuore della Capitale, e il lido di Fregene, un corto squisitamente romano ma che indaga uno stato d’animo che non conosce confini. E’ la stessa Diletta Cappannini ad averlo scritto, recitato e ad averne curarne la regia, ovviamente con il sostegno del suo inseparabile compagno di vita Guglielmo Sergio, video maker per importanti produzioni. Ci sarebbe da tirare un bel sospiro di sollievo per godersi questi risultati ma, neanche a dirlo, Diletta Cappannini è già al lavoro per trarre un film dal suo libro “Sonia Ferl, il pettirosso”, una storia visionaria che però si incarna nelle problematiche che affliggono ciascuno di noi.
Va riconosciuto a Diletta Cappannini il merito di gettare le mani nei dolori quotidiani ma di non compiacersene mai, raccontando e risolvendo il tutto con un approccio dinamico e risoluto, in perfetta sintonia con la parte più visibile del suo carattere. Vale la pena di seguirla, non foss’altro per vedere quali altri progetti avrà in mente, perché per lei non esistono traguardi o limiti invalicabili. Segnatevelo il suo nome.
Leonardo Malà