DERUTA – Ci siamo. La nuova era del Museo Regionale della Ceramica e della Pinacoteca Comunale di Deruta è iniziata. Il 1 marzo si è tenuta infatti la prima riunione del Comitato scientifico coordinato dal direttore, Francesco Federico Mancini, dal 1994 professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Perugia. Lo abbiamo intervistato per capire quali saranno gli orientamenti e gli sviluppi di queste due importanti realtà museali umbre.
Finalmente si può iniziare a lavorare sui progetti, professor Mancini.
“La mia nomina a direttore risale alla fine di luglio dello scorso anno. Ho avuto appena il tempo di rendermi conto del lavoro che mi aspettava e che la pandemia ha rallentato, o addirittura bloccato. Soltanto ora ho potuto convocare il Comitato scientifico messo a punto nel frattempo. Per prima cosa vorrei ringraziare il sindaco Michele Toniaccini che ha messo e mette grande impegno e passione nel seguire quotidianamente le questioni riguardanti il sistema museale derutese. In secondo luogo mi piace dire che le competenze presenti nel Comitato scientifico sono di enorme conforto nel sostenere e condividere le mie scelte e decisioni”.
Come è andata la prima riunione del Comitato?
“E’ stata molto utile per mettere a fuoco i problemi e per fare tesoro delle sollecitazioni e delle offerte di collaborazione che mi sono arrivate dai singoli membri”.
Spirito di collaborazione: a chi si riferisce in particolare?
“I ceramologi Franco Cocchi, Giulio Busti e Luca Pesante hanno dichiarato la loro disponibilità ad aiutarmi e a consigliarmi nella individuazione di temi di ricerca e nella elaborazione di progetti riguardanti il mondo della ceramica. Poi i rappresentanti della parte produttiva della città Annalisa Mordenti, presidente del Comitato degli artigiani che riunisce 78 aziende localmente attive, Patrizio Chiucchiù e Ubaldo Grazia, hanno detto di voler prestare anche loro sostegno all’attività del Museo Regionale nella convinzione che un suo rilancio potrà offrire interessanti opportunità turistiche, e di conseguenza economiche, alle fabbriche derutesi. La Pro Deruta, con il suo presidente Paolo Ricciarelli, si è detto pienamente favorevole nel mettere a disposizione le sue specifiche e lunghe competenze a livello di promozione turistico-culturale della città. A ancora i quattro esperti in politiche culturali, con particolari competenze nel settore della ceramica, i dottori Lucia Arbace, Alessandra Cannistrà, Luca Nulli Sargenti e Fabio Marcelli, si sono detti disponibili nel fornire contributi di idee volte a progettare il futuro della realtà museale derutese che sempre più deve rapportarsi con il mondo esterno rafforzando la sua dimensione di centro attivo nell’aggregare realtà consimili a livello nazionale e internazionale. Emidio De Albentis, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, si è dichiarato pronto a riprendere un’attività didattica che in passato si è vivacemente interrelata con la realtà derutese; Iolanda Cunto, operatrice culturale del sistema museale derutese, ha messo a disposizione la sua versatilità e competenza nell’occuparsi di questioni relative alla promozione e valorizzazione del sistema anche attraverso un uso intelligente dei social. Insomma una squadra dal potenziale molto ricco e articolato che si è dichiarata pronta a lavorare con me”.
Quali le idee e i programmi che intendete portare avanti?
“Per prima cosa vorremmo dotare il Museo della Ceramica, straordinario esempio di incontro fra competenze ceramologiche e qualità progettuale della struttura architettonica, di una moderna ed efficiente rete video che consenta il controllo simultaneo delle sale; ma anche di un sistema di distanziamento in ossequio alle normative Covid, di un’efficiente rete wi fi, di un’attrezzata sala multimediale”.
Un piano di ammodernamento interessante, i soldi ci sono?
“L’obiettivo potrebbe essere presto raggiunto grazie a un finanziamento concesso dalla Regione dell’Umbria”.
In che situazioni strutturali sono i due musei?
“Vorremmo mettere mano alla revisione degli apparati didascalici, in taluni casi da aggiornare, e alla revisione delle strutture espositive. Vorremmo poi effettuare alcuni restauri di manufatti. È recente la notizia che la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ha finanziato il restauro del grande Sposalizio della Vergine di David Zipirovic (ne abbiamo dato notizia su Vivo Umbria di recente ndr.), un imponente lavoro prodotto dall’artista ucraino durante il suo soggiorno derutese che si protrasse dal 1923 al 1927. Ci piacerebbe, inoltre, restaurare ed esporre i molti frammenti di ceramica antica scoperti durante gli scavi delle fornaci di San Salvatore, affascinanti strutture inglobate nel percorso museale”.
Sono previsti ampliamenti espositivi?
“Pensiamo di incrementare la collezione con l’acquisizione di pezzi di arte contemporanea, soprattutto legati al ‘Premio Deruta’ del 1954 e alla manifestazione “Multipli d’Artista” del 1981. Per questo abbiamo partecipato a un bando del ministero dei Beni Culturali e siamo in attesa di conoscerne l’esito. Ci stiamo adoperando per trasformare i principali attrattori turistici della città in moderni e stimolanti punti di interesse dotati di proiezioni multimediali e immersive che facciano ricorso alla realtà virtuale e aumentata. Insomma la nostra intenzione è quella di rivitalizzare, con interventi mirati, il centro storico e di ricongiungerlo, idealmente ma anche effettivamente, con la zona del borgo dove operano la maggior parte delle aziende che producono ceramica artistica. Dall’incontro del 1 marzo è venuta fuori anche la proposta, da tutti condivisa, di dotare il Museo Regionale di un Bollettino annuale in cui versare gli studi più aggiornati sulla ceramica derutese”.
Finora abbiamo parlato del Museo Regionale della Ceramica. Avete in mente qualche cosa anche per la Pinacoteca?
“E’ il secondo grande “attrattore” culturale di Deruta, finora assai poco valorizzato. Certamente progetteremo qualcosa in occasione del quinto centenario della morte di Pietro Perugino, nel 2023. Abbiamo già delle idee che svilupperemo nel corso di questo anno per dare risalto al bellissimo affresco staccato, qui conservato, tra i capolavori della fase giovanile dell’artista. Ma poi c’è da fare molto per far conoscere al grande pubblico la straordinaria Collezione Pascoli, 40 dipinti che rappresentano un segmento molto significativo di una fra le raccolte d’arte più prestigiose del primo Settecento italiano. Su questo tema ci piacerebbe organizzare un convegno e stiamo lavorando alla sua concreta realizzazione. Ma intanto ci affideremo ai social per promuovere una sua migliore conoscenza”.
Un programma indubbiamente ambizioso. Pensate di riuscire a realizzarlo?
“Occorre sicuramente tempo, ma le molteplici e valide forze di cui ho finora parlato mi confortano sull’esito positivo del percorso che abbiamo intrapreso. Non si deve oltretutto dimenticare che oltre al sindaco, a dare una mano consistente al raggiungimento degli obiettivi, ci sono gli uffici comunali, particolarmente il settore cultura, che hanno dimostrato grande efficienza e, se è lecito dire, grande entusiasmo nel facilitare ogni passo di questo percorso che oggi, non per nostra colpa, si presenta particolarmente difficoltoso”.
E allora, buon lavoro, professor Mancini.