Si fa un gran parlare in questi giorni della cosiddetta “Netflix della cultura italiana”. Vediamo di che si tratta. Tutto parte dalla ipotesi avanzata da Dario Franceschini durante la prima ondata della pandemia. Era stato il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ad annunciare anche da Fazio a Che tempo che fa che si stava pensando alla creazione di una piattaforma nazionale per offrire a tutto il mondo la cultura italiana a pagamento. Una sorta, appunto, di Netflix della cultura da utilizzare durante il lockdown ma potenzialmente in grado d attirare pubblico anche una volta usciti da questo incubo. Ora l’ipotesi potrebbe davvero realizzarsi con la collaborazione fra Cassa Depositi e Prestiti e Chili, azienda milanese che opera nella distribuzione via internet di film e contenuti digitali. Il MiBACT farebbe da supervisore versando 10 milioni di euro provenienti dal Recovery Fund. Al momento sembrerebbe che Chili stia valutando l’offerta. Come palinsesto, i grandi eventi dell’arte e della cultura che si tengono in Italia con prime teatrali, concerti, mostre, fiere e contenuti sul patrimonio artistico del Paese.