Per prendersi Cura di chi Cura è nato “Non DISTANZA ma DIVERSA VICINANZA“. Questo è il nome del servizio di supporto psicologico gratuito offerto su tutto il territorio dall’Istituto di Psicoterapia della Gestalt Espressiva (IPGE) di Roma e Perugia, diretto da Anna Maria Acocella e Oliviero Rossi. Rivolto a medici, infermieri, operatori sanitari che sentono il bisogno di un confronto e di un sostegno psicologico al fine di gestire le paure, le ansie e l’angoscia legate alla contingenza trasformativa che stiamo attraversando. Intende anche sensibilizzare le persone sulla possibilità di comprendere “la Distanza”, che siamo tutti tenuti a rispettare, come Altra e Diversa Vicinanza, verso se stessi e verso gli altri. (https://www.psicoterapiadellagestalt.it/coronavirus).
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Eppure anche tanti cittadini iniziano, dopo giorni di solitudine, ad avere difficoltà psicologiche. Come far fronte a questo periodo di emergenza? Quali risorse è importante attivare per sostenere chi è in crisi? Abbiamo intervistato la dottoressa Rosella De Leonibus, psicologa-psicoterapeuta, didatta IPGE, libera professionista a Perugia, che ci ha prontamente risposto: “Esiste il divano di Freud ai tempi del virus”.
Incontrarci direttamente sarebbe bello, ma oggi, come per tutte le situazioni di lavoro, dobbiamo garantire l’applicazione di regole di sicurezza per chi si rivolge a noi psicologi. E allora, poiché noi psicologhe e psicologi siamo professionisti della psiche, abbiamo ristrutturato il setting, cioè la situazione logistica e i mezzi di comunicazione che servono per fare i colloqui. Esistono tre modalità. La prima è avviare conversazioni al telefono: assicurano massima concentrazione e attenzione, ancora di più se durante la telefonata chiudete gli occhi. Si può stare ovunque ci sia campo e privacy. La seconda è la videochiamata su Whatsapp: è semplice, il contatto visivo è efficace e l’immediatezza del non verbale è garantita. Anche in questo caso si può stare in qualsiasi posto, basta che vi siano campo e riservatezza. La terza via è Skype: si usa già da tempo per lavoro e per parlare con gli amici e i parenti lontani. Serve l’indirizzo, poi si procede come una videochiamata. Lo schermo del computer è più grande di quello del telefono e ci si può muovere, spostare, fare azioni utili al colloquio, come disegnare, scrivere, perché si hanno le mani libere. E’ indispensabile un collegamento internet. L’efficacia di questi metodi è garantita, le necessità aiutano sempre, nella storia, a trovare nuove soluzioni”. Sul sito del Consiglio Nazionale dell’Ordine Psicologi https://www.psy.it si trovano migliaia di nominativi di psicologi e psicoterapeuti che hanno dato disponibilità gratuita per colloqui di emergenza e sono presenti informazioni utili per fronteggiare il momento.
Resta fondamentale interrogarci anche sul futuro. E’ possibile che nel lungo periodo si crei uno stato di diffidenza tra le persone? “Purtroppo è assolutamente probabile – spiega Rosella De Leonibus – perché chiaramente la socialità è un bisogno primario. Siamo esseri sociali; la scoperta dei neuroni specchio ce lo testimonia sul piano scientifico. Disabituarci per lungo tempo alla vicinanza fisica chiaramente ci allontana, ma soprattutto quello che ci allontanerà da una veloce ripresa dei contatti è la paura del contagio che si è istillata dentro di noi e quindi saremo in una posizione difficile perché da un lato ne avremo un enorme bisogno, dall’altro ne avremo paura. Quindi saremo in un conflitto emotivo: questo non sempre si risolve facilmente, a volte genera angoscia, ansia e preoccupazione”. Cosa possiamo fare per superare quello che stiamo vivendo e i traumi che ci lascerà? “Dobbiamo attivare processi di resilienza per lasciare che si rigeneri la nostra energia vitale anche dopo il terribile trauma che ci lascerà la pandemia, che è personale, ma anche collettivo… Dobbiamo trovare i mezzi per dare vita ad una grande opera di ricucitura e di ricostruzione interiore e sociale. Abbiamo bisogno di sentirci connessi gli uni agli altri, lo facciamo già con i mezzi tecnologici che usiamo ogni giorno e lo faremo ancor di più riscoprendo rituali collettivi. Sarà necessario ricominciare ad esplorare i nostri territori e guardare con occhi diversi la quotidianità”.
Dott.ssa Rosella De Leonibus, psicologa-psicoterapeuta, didatta IPGE, libera professionista a Perugia. Capo redattrice della rivista “La mente che cura” presso l’Ordine degli Psicologi dell’Umbria. Oltre che nel campo clinico, dove svolge colloqui di psicoterapia individuali, di coppia, di famiglia e di gruppo, è attiva nella formazione e nella supervisione, nonché nella progettazione sociale. Ha scritto più di 300 articoli su temi psicologici e ha pubblicato 6 libri. È curatrice della collana “Alfabeti per le emozioni” per Cittadella Editrice. https://www.facebook.com/roselladeleonibus/