Daimon e Fabulazioni: simboli e metafore nelle profondità dell’anima

PERUGIA – Le due opere letterarie DAIMON (Tozzuolo Editore) e FABULAZIONI (Edizioni Fat Chicken) del giornalista, scrittore e fotografo Claudio Bianconi sono state presentate a Passignano sul Trasimeno, nella Rocca Museo delle barche, il 27 settembre scorso, all’interno della Mostra d’Arte Collettiva Noi tra.. Angeli e Demoni” (dal 23 al 29 settembre) curata dall’artista Giuliana Baldoni, ideata da Stefania Borucchia e coordinata dal prof. Fabrizio Fabbroni. Questa presentazione è stata inserita proprio per l’affinità e il contesto appropriato al senso della mostra che il libro di poesie DAIMON rappresenta (in greco la parola significa appunto demone). Il libro FABULAZIONI contiene invece dei brevi racconti, ma entrambi i volumi simboleggiano un viaggio interiore nell’esistenza più profonda dell’autore.

Il punto di partenza è la ricerca dell’identità più nascosta che si insedia nell’inconscio sia collettivo che individuale. Quell’inquietudine al di là del bene e del male che Bianconi esterna attraverso la scrittura, la poesia, la fotografia, le quali sono il sigillo per incanalare ed ‘imboccare la via’, parafrasando la citazione iniziale di Carl Gustav Jung del libro di poesie DAIMON. Il Daimon è quell’entità profondamente radicata nell’uomo che è appunto il piccolo dio individuale, il demone della conoscenza-incoscienza che redime e innalza la propria sete d’infinito. Il punto di arrivo è nella metamorfosi che si concretizza attraverso il Logos, la parola, il suo principio e tutti gli altri aspetti intrinseci che si sublimano nel Cosciente attraverso l’arte nelle varie forme e sfumature. Due stili di scrittura opposti ma complementari.

 

 

Nelle poesie di DAIMON si manifesta un linguaggio molto ricercato, surreale, metafisico, apollineo, tagliente e onirico i cui simboli trascendono il qui e l’oltre. Ci si lascia trasportare da un vento leggero, ma inquieto, leggendo DAIMON, una brezza naturale nella profondità della vita che segue un destino già assegnato. Nel libro FABULAZIONI il linguaggio espresso in prosa di Claudio Bianconi è molto essenziale ma non per questo abbonda di ricchezza espressiva, di intensità emotiva, di luoghi e personaggi comuni che hanno in comune una certezza: la ricerca di una propria ragione di vita che si manifesta nel sogno. E’ proprio nella realizzazione di desideri forti che attraverso l’immaginazione prendono forma sia il senso che l’agire dell’esperienza umana, simbolo di una realtà sognata che arriva a manifestarsi in maniera molto particolare, originale, che compie e chiude il ciclo di fantasie nascoste che ritornano a incastonarsi nella realtà e sono salvifiche: la pipi’ che disinnesca una mina nello struggente racconto “I sogni bagnati di Fadi” è l’emblema di questa rappresentazione. Quella pipi’ che ha fatto di Fadi inizialmente un bambino troppo fragile, ma crescendo e maturando, attraverso quella debolezza ha saputo diventare uomo dalle mille virtù, quella pipi’ che lo ha accompagnato nel sonno e nel sogno di vedere per sempre il popolo palestinese ed israeliano uniti in un unico abbraccio. Ne “La fabbrica delle parole”, si racconta che il senso di ogni parola, ogni logos che identifica il vivere e l’esistenza, che dà contenuti e che contiene ogni simbolo che ci circonda, ha in sé forti significati che rasentano quasi il grottesco, dove la pesantezza delle fragilità umane sembra schiacciare l’esistenza del personaggio Ioni, emblematico stereotipo della società dell’opulenza, che si accorge di non avere le virtù dell’umiltà, del dono, dell’altruismo ma che poi, attraverso una rielaborazione interiore, fa diventare quella fabbrica di parole meno pesanti e forse più redentive. Nel caso di Lello, protagonista del racconto “Sulle ali del vento” le sue ali al vento sono il viaggio che dai sogni porta alla pace della libertà interiore, del vagare nella propria interiorità sognante che brama nuovi lidi e nuove prospettive, fino a trovare una musica per ogni accordo della esperienza vissuta e dell’orizzonte di una coscienza di sé stessi e degli altri nuova, rinnovata… La libertà rende umani gli uomini e basta un soffio per aggrapparsi alle ali dello stupore. Nel racconto “Alla ricerca dell’Ombra”, tanto simbolico quanto affascinante, da questo primordiale afflato che simboleggia l’Inconscio universale, il Big bang dell’Anima del mondo, l’autore vuole portarci in una dimensione dove senza l’Ombra non c’è luce, non c’è profondità, non c’è sguardo e orizzonte per l’essere umano alla ricerca di sé stesso. Infine nell’ultimo racconto, “Una notte senza tempo”, Claudio Bianconi ci narra di un momento particolare in cui il personaggio descritto, immerso in una notte insonne, è avvolto dal dolore, dai mali del mondo, dall’uomo crocifisso che come Cristo si piega e si piaga dei mali del mondo, in quella notte buia dell’anima che diviene silente ma tagliente, interminabile. Ma come in tutte le fiabe e le favole che diventano il luogo della verità, il sorriso spavaldo di una pigotta accanto allo scrittoio del personaggio forse autobiografico, sembra illuminarsi di gioia come se il suo volto quasi vivo e inaspettato, alleggerisse la tormenta di quella notte inenarrabile.

 

 

Attraverso il selciato della scrittura e della profondità della parola, attraverso le immagini e i contenuti descrittivi dell’arte fotografica, anch’essa compendio di parole mai dette affacciate sul ponte dell’anima, i contrasti e i conflitti dell’interiorità dell’autore Bianconi completano le dinamiche irrisolte della propria individualità: è qui che la sua arte prende il volo e innalza la Summa della sua essenza di cercatore di Senso. I frutti della sua creatività sono sia l’elaborazione di una innata necessità al meraviglioso mondo dell’immaginazione, che una estetica ed estatica riaffermazione della propria innata virtù alla trasformazione alchemica della propria essenza, come il volo iridescente e sinuoso di una farfalla, la quale, come dice l’autore nell’ultima di copertina di FABULAZIONI, ‘si placa, si nasconde e improvvisamente riappare fulgida di mille colori’.

Sarah Minciotti
(Cantante, poetessa, musicista)

 

Redazione Vivo Umbria: