TERNI – Grazie alla Fondazione Carit, torna in Italia “Giuditta e la serva con la testa di Oloferne” di Artemisia Gentileschi. Si tratta di un olio su tela che Fondazione ha acquistato ieri 8 giugno, all’asta Dorotheum di Vienna, a un prezzo inferiore rispetto alla stima minima.
Artemisia Gentileschi operò nella prima metà del XVII secolo. Apprezzata per la sapienza cromatica, segnò in qualche modo il passaggio dalle luci intense del caravaggismo al colore sfumato del barocco. Allieva di suo padre, Orazio, Artemisia realizzò l’opera, entrata nella collezione della Fondazione Carit, intorno al 1621. Una datazione verosimile, dal momento che lo stesso tema era stato affrontato nel 1610 in “Giuditta decapita Oloferne”, sempre un olio su tela.
Il dipinto in questione è stato attribuito da Federico Zeri a Artemisia Gentileschi e è inserito nella fototeca della relativa Fondazione con il numero 46682. L’opera va a arricchire in modo significativo la collezione di Palazzo Montani Leoni.