PERUGIA – Un seme. Sopravvissuto al bombardamento nucleare di Hiroshima. Ha germogliato e ha prodotto una piantina esile, ma forte così come le piante del gingko biloba che resistono alle avversità più violente. E’ il segreto della vita, imperscrutabile eppure tanto reale quanto l’eternità del tempo. Il XX giugno è data importante per Perugia, anniversario e compendio di una agognata libertà che si compì due secoli fa, precisamente nel 1859. Ma il XX giugno rappresenta anche il preludio all’estate e alla vita che appunto si manifesta in tutta la sua forza e la sua struggente bellezza. Alla biblioteca di San Matteo degli Armeni, luogo storico che indica la via perugina e umbra alla non violenza e al dialogo interculturale e interreligioso si è svolta sabato scorso una cerimonia molto significativa: la piantumazione della pianta nata da quel seme superstite e testimone di vita nell’Orto dei Giusti della biblioteca di San Matteo degli Armeni che da Porta Sant’Angelo domina la vista sulla Perugia antica. Prima della messa a dimora della piantina sono intervenuti Andrea Romizi, sindaco di Perugia, Maurizio Oliviero, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Carlo Pagnotta, direttore artistico di Umbria Jazz), Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria per poi lasciare spazio a Marco Maovaz, dell’Ateneo di Perugia, sul tema “Dagli Armeni al Ginkgo: per una visione della storia locale”. La cerimonia si è conclusa con l’innaffiamento della piantina per suggellare l’importanza dell’acqua alla base del perpetuarsi della vita con il commento musicale del quintetto d’archi dell’Orchestra da camera di Perugia, composto per i tre quinti da musiciste giapponesi.
La cerimonia è stata organizzata su iniziativa del Programme for the Endorsement of Forest Certification (PEFC Italia), associazione internazionale che promuove la gestione sostenibile delle foreste e dell’Università degli Studi di Perugia. La pianta di due anni è stata donata dall’associazione “Mondo senza guerra e senza violenza” di Castenedolo-Brescia nel quadro dell’accordo fatto con PEFC Italia e l’Ateneo di Perugia con la giapponese Green Legacy Hiroshima, che si occupa della raccolta e diffusione nel mondo dei semi di queste piante iconiche.
A Perugia, di recente, nell’Orto botanico dell’Università degli Studi di Perugia, sono stati propagati semi di alcuni Hibakujumoku (letteralmente alberi bombardati dall’atomica): per ora ne sono nati 42 esemplari: 2 Bagolaro della Cina (Celtis sinensis), 27 dell’albero Aphananthe aspera, chiamato “Muku” in Giappone e 13 del più famoso fossile vivente del mondo vegetale: il Ginkgo biloba.
Hibakujumoku (chiamato anche A-bombed tree in inglese) è il termine giapponese per indicare un albero che è stato esposto al bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki nel 1945 ed è sopravvissuto oppure ha rigermogliato dalle medesime radici.