Da Perugia Meteo un monito: “Siamo impreparati ai cambiamenti climatici”

PERUGIA – Italiani popolo di santi, poeti, navigatori e… Appassionati di meteorologia!

Analizzando i dati delle ricerche online degli italiani infatti la consultazione dei siti dedicati al meteo risulta essere sempre tra i primi posti.

Secondo una recente indagine della Bva Doxa il 96% della popolazione si informa sul tempo almeno una volta alla settimana, due terzi almeno una volta al giorno e il 20% più volte al giorno. Ci si informa attraverso i siti dedicati ma anche le app sono molto amate, così come i collegamenti diretti alle web cam posizionate lungo il territorio, le chat e i gruppi di appassionati e meteorologi.

 

Non fa eccezione anche il nostrano Perugia Meteo, servizio per la città nato nel 2007 ed ora  pagina Facebook da più di 13000 iscritti gestita con scrupolosità e piglio deciso  dall’instancabile Michele Cavallucci, previsore diplomato operatore meteorologico per l’aviazione civile, vice direttore dell’Osservatorio meteo sismico con l’associazione nazionale carabinieri con sede a Casalina di Deruta.

Michele ci ha confermato gli interessi elevatissimi verso la meteorologia confessando di ricevere in privato le richieste più disparate: dall’opportunità o meno di apparecchiare la tavola fuori allo stendere i panni, dai funghi alla pesca, fino a situazioni più importanti come in agricoltura ,dove non si riesce più ad arare i campi a causa della siccità.

 

 

Con lui abbiamo cercato di capire quali saranno i possibili scenari futuri per la nostra regione e anche dei recenti e disastrosi eventi occorsi nel tardo pomeriggio del 23 agosto, quando piogge torrenziali si sono abbattute in diverse zone del perugino, Villa Pitignano e Ponte Felcino in particolare ma anche nella zona del lago.

Eventi “fuori scala” come dichiara lo stesso Michele, ma non chiamatele “bombe d’acqua”, un termine entrato ormai a far parte del linguaggio comune ma che fa rabbrividire gli esperti del settore.

“La prima sfida nel parlare di questo argomento al grande pubblico è proprio veicolare informazioni complesse mantenendo il discorso sulla scientificità ma rendendolo allo stesso tempo accessibile a tutti senza scadere nel sensazionalismo che oggi va tanto di moda.

Ad esempio si è parlato di “tromba d’aria” nella zona di Passignano, in realtà le conseguenze, come gli alberi caduti nella stessa direzione, ci mostrano che si è trattato invece di un “downburst”, un fenomeno meteorologico che si può formare durante un temporale quando la corrente discensionale, downdraft, è molto forte e raggiunge il suolo schiantandosi violentemente su questo e provocando uno ‘scoppio’ (burst appunto). A questo punto l’aria si espande orizzontalmente a velocità variabile provocando raffiche di vento molto forti che possono persistere per alcuni minuti. La foto che ci è stata inviata mostra proprio che  non c’è stato alcun tipo di fenomeno di rotazione”.

 

Episodi molto importanti come questo o il nubifragio di Villa Pitignano che ha causato non pochi danni, ci raccontano come la nostra città sia impreparata ai cambiamenti climatici che stanno avvenendo.

“Nella zona di Villa Pitignano, dove ci sono quelle pendenze enormi, è stato consentito negli anni dai piani regolatori di costruire sino su in alto. Sono stati ristretti i fossi, tombati alcuni piccoli torrentelli, asfaltate le strade ed ecco che quando succede un evento come questo le infrastrutture non reggono. Anche perché in un modo o nell’altro l’acqua la strada la trova. La famosa equazione di Bernoulli parla chiaro: in fisica l’acqua non è comprimibile, quando annaffi e stringi il tubo di gomma, l’acqua dentro prende più forza per andare più lontano. Ed è questo che succede, tutte le molecole cercano di andare più velocemente per riuscire a passare in un posto che è sempre più stretto.

Quello che è incredibile secondo me è che non si riesca a fare nulla per mettere in sicurezza almeno quel cavalcavia, dove, l’altra fu il 9 giugno del 2016, è già la seconda volta in cinque anni che si verifica la stessa situazione di allagamento.”

 

Il cambiamento climatico è una realtà, ma come è cambiato nello specifico il clima della nostra regione?

“Negli ultimi anni abbiamo visto una situazione molto particolare che si è estremizzata nel senso che ci sono fasi siccitose molto lunghe alternate ad altrettanto lunghe fasi piovose”.

Per quanto riguarda il caldo torrido di questi ultimi giorni “il fatto davvero importante per l’Umbria è l’eccezionale ripetitività, per tre giorni consecutivi, di temperature massime prossime ai 40°C, in alcuni casi superati, con minime notturne sopra i 20°C in tutte le zone collinari, ma con temperature di 29°C e oltre anche le 23. Questa ondata di calore, che ha radici in una siccità molto forte in atto, foriera di incendi estesi e distruttivi in Italia, è l’ennesima di una lunga serie.

Se si guardano i dati sulla piovosità annuale invece, Perugia è in media sugli 890 millimetri l’anno, ma un conto è che li faccia in 50 giorni di pioggia, un conto in 25. Forse solo un decimo della pioggia del 23 agosto ad esempio, sarà entrata nei terreni. Il resto se n’è andato nei fiumi, come ad esempio il Tevere che ha avuto una piena temporanea”.

 

 

Quindi in futuro dobbiamo aspettarci sempre più questi eventi così estremi?

“Non è facile fare previsioni di questo tipo prima di tutto perché noi abbiamo un tempo di vita che non è paragonabile a quello del pianeta ed i tempi di ritorno di alcune cose possono non essere compresi nei tempi di vita di un uomo. Nessuno conosce poi il nesso di causalità, cioè, quello che sta accadendo adesso è figlio di quello che stiamo facendo in questo momento o è l’effetto di quello che abbiamo fatto vent’anni, cinquant’anni fa e ora ne paghiamo le conseguenze?

Quale che sia la teoria, ossia che il riscaldamento globale sia esclusivamente colpa delle attività umane o sia una naturale curva evolutiva del pianeta che contribuiamo ad accelerare, purtroppo se noi continuiamo su questa strada, ad immettere nel sistema sempre più energia apriamo di sicuro la strada ad eventi sempre più estremi, impossibili da prevedere

 

Mentre invece in un futuro più prossimo cosa succederà?

“Abbiamo avuto una situazione più fresca con un cambio di correnti settentrionali. Nei prossimi giorni ci sarà tempo stabile e soleggiato fino a domenica 5 salvo qualche annuvolamento. L’estate – precisa Michele – non è ancora finita”.

 

 

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Si ringrazia Perugia Meteo per le foto

 

Francesca Verdesca Zain

 

Redazione Vivo Umbria: