TERNI – Il nostro itinerario questa volta ci porta a fare un tuffo (virtuale) nel lago di Piediluco, conoscere la storia del paese, le sue peculiarità artistiche e religiose e la sua rocca che da secoli domina il paesaggio lacustre.
Nel 1225, Marmore, Porto di Marmore, e Monte Sant’ Angelo, gia’ possedimenti degli Arroni furono ceduti a Terni; nel 1252 il comune li acquistò definitivamente. Il 25 novembre del 1798 qui i francesi respinsero le truppe di re Ferdinando IV di Napoli diretto contro Roma. Nel XIX secolo fu rinvenuto una necropoli con tomba a incenerimento del periodo protostorico; anche una stazione paleolitica con due stratificazioni di tombe: superiore a inumazione, inferiore a incenerimento. Ci sarebbe molto da parlare su Marmore, delle tante curiosita’, attrattive turistiche ai campacci, una bella storia, dove tratteremo specificatamente della Cascata. Da Marmore a Piediluco e’ sempre questione di “acqua” ….. Stretta a semicerchio attorno al lago a 374 metri sul livello del mare. Qui il monte comunemente Eco, misterioso e scenografico cono che sembra un vulcano, bosco sacro alla dea Velinia.
La rocca invece, alla parte opposta, in cima al colle, e’ presente già prima del 1000, ma fatta ricostruire dal Cardinale Albornoz nel 1364. Restaurata in questi anni, ma di nuovo necessita di una manutenzione per evitare il possibile degrado. La rocca, con mura possenti e torrioni si univa al paese, ma di questo ne rimangono poche tracce. Nel 1248 il castello fu dato da Federico II in contea a Oddo Brancaleoni dei Conti di Antignano. Nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini a Spoleto nei primi del XIV fu Ghibellino. La parte bassa “Piedi” fu edificata come conseguenza alla ribellione contro i feudatari, accusati di aver riconosciuto nel 1365 la dominazione di Spoleto. L’ abitato fu piu volte danneggiato dai terremoti.
Nel 1333 fu occupato da truppe pontificie comandate da Re Roberto fino al 1340. Qui nel castello di Luco nel 1368 furono uccisi il duca Blanco Fernandez di Belviso, e suo figlio Garzia, nipoti del Cardinale Albornoz e fondatori del paese; per questo fatto il paese fu distrutto da Ugolino da Montemarte su ordine dello stesso Cardinale nel 1369. Successivamente, all’inizio del XV secolo furono Signori della rocca e di Piedilugo i Trinci di Foligno, e qui fu tenuto prigioniero Corrado, l’ultimo del casato nel 1439. Signori di Piedilugo nel 1530, dopo vari contrasti con Spoleto, grazie al intervento del Papa con il commissario Cristoforo Corneto, furono i fratelli Fabrizio e Giulio Podiani. Dopo poco tempo la rocca e’ in possesso del Cardinale Salviati. Tra varie vicende Spoleto pose un suo Castellano di nome Pirro.
Un accordo con Spoleto stabili’ che ai fratelli Podiani sia andata la Rocca e il paese dando la facoltà a Spoleto, in caso di guerra, di poter usufruirne.
Anche Piediluco ebbe i suoi Statuti Comunali scritti in volgare. Il comune Perse la sua municipalità nel 1927 e fu accorpato a quello di Terni. Dal 1559 anche Piediluco quindi partecipera’ al palio a Spoleto. Nelle discordie tra Terni e Rieti a riguardo della Cascata, Piediluco parteggio’ sempre per Rieti, finche’ nel 1708 Piediluco dalla Sabina passò con l’ Umbria. Qui nel 1868 il Professor Bellucci, rinvenne una vettina o dolium fittile di rottami bronzei, resti di statue e lance.
L’edificio di maggiore prestigio nel centro lacustre e’ senza dubbio la chiesa di San Francesco, che fu edificata da Pietro Damiano di Assisi nel 1373; facciata e scalinata di accesso in pietra.
Nel 1999, a questa chiesa fu donata da parte del Sacro Convento di Assisi alcune reliquie di San Francesco, per rinnovare il passaggio del Poverello in questa terra. L’interno della chiesa, nelle nicchie, sono affrescati dipinti di Santi della tradizione popolare devozionale oltre a Madonne col Bambino, Sant’ Antonio Abate, San Sebastiano, San Rocco, San Francesco, Santa Caterina d’Alessandria ecc.
Nella parete di sinistra dipinti attribuiti a Marcantonio Aquili del 1514 e altri del 1568; sulla parete di destra invece, affreschi attribuiti a Sebastiano Fiori. Nell’abside e nelle volte del presbiterio affreschi del XVI secolo. Insomma un escursus di storia lacustre che vale la pena di coprire a pochi passi da Terni e dalla Cascata.