PERUGIA – E’ musica che parte da una “visione”, da una narrazione proiettata nel futuro, non si sa quanto lontano o prossimo. Un futuro di cui però si può già da ora ipotizzare l’accadere: un futuro distopico che l’uomo sta creando con la sopraffazione, i disastri ambientali, la tecnologia che sta cambiando le nostre vite e gli algoritmi che sostituiscono il nostro volere e i nostri valori. The Planet Is Coming è un trio londinese che prefigura la cometa che ci distruggerà, che annienterà la civiltà e che inonderà il pianeta di meduse, le uniche che resisteranno al riscaldamento globale. Visionari e catastrofisti, pessimisti e direttamente riferiti a un immaginario fantascientifico che in molti associano alle “visioni” interplanetarie di Sun Ra. La musica è essa stessa obliqua, funk e punk e misticismo e spiritualità orientale si intersecano a formare il nuovo jazz che prende origine a Londra, quell’ombelico del mondo dove si respirano le influenze culturali delle centinaia di etnie diverse che lo abitano. Da Londra l’annuncio del memento mori, che dovremo prima o poi morire tutti e dunque impegnamoci a migliorare le condizioni del prossimo. Il viaggio dei Comet is Coming è planetario, ma interiore allo stesso tempo e per questo richiede empatia al concept che lo anima, un concept che parte dalle paure esistenziali della contemporaneità e che include ogni possibile opposizione ai poteri più o meno occulti che la dirigono. Ne scaturisce un mix musicale potente che annette la tradizione punk inglese e la visionarietà cosmica in un magmatico incontro tra stili e generi diversi che non trovano soluzione di continuità. Questa è la musica di Shabaka Hutchings, sassofonista londinese (origini familiari nelle Barbados) che qui figura come “King Shabaka”, il tastierista Dan Leavers (“Danalogue”) ed il batterista Max Hallett (“Betamax”), il trio che animando la nuova scena musicale londinese e questa sera al main stage di Umbria Jazz.