Da “Gattara selvatica” a “Responsabili di colonia felina”, gatti liberi, colonie e gattare di seconda generazione

«Non si possiede mai un gatto.
Semmai si è ammessi alla sua vita, il che è senz’altro un privilegio».

Beryl Reid

 

Essere “gattara” oggi, ossia una volontaria che si prende cura dei gatti che vivono liberi nelle aree urbane di paesi e città, è un impegno non indifferente, che comporta responsabilità, capacità organizzative, operative,  pratiche, burocratiche e sopratutto richiede una grande passione e completa dedizione; essere “gattara” comporta un impegno quotidiano che va ben oltre l’immaginario che la maggior parte di noi ha sviluppato.

Oggi molte “gattare” sono diventate “responsabile di una o più colonie feline” e la realtà dei fatti è che nel 2021 le “gattare moderne” affermano questo nome portandolo addosso con orgoglio e determinazione mentre devono assolvere a tutti  quei compiti  e “doveri” che sia la legge, che la propria coscienza, impongono. Andiamo per gradi e cominciamo dal principio.

 

LO STEREOTIPO DELLA GATTARA

 

La gattara” (e non è un caso che il termine sia coniato al femminile) è una figura abbastanza stereotipata nella nostra cultura: tradizionalmente alla “romanesca”, vecchia, brutta, zitella, povera, emarginata, quasi “clandestina”. Il ruolo della gattara? Dare da mangiare ai randagi , spargere sporcizia e litigare con chiunque le impedisca il compito; ce la immaginiamo camminare un po’ ricurva con il suo cartoccio di avanzi e pane bagnato verso uno stuolo di gatti in attesa.

La “gattara” in principio era identificata come una sorta di strega da ignorare o disprezzare e il termine stesso era utilizzato quasi come un insulto; molti di questi antichi stereotipi potevano anche avvicinarsi a questa folcloristica figura ma oggi sono completamente stravolti e le “moderne gattare” sono donne di ogni tipo ed estrazione sociale, anche giovani, laureate, lavoratrici impegnate, con a casa compagni, mariti, figli, altri gatti o animali e nonostante il poco tempo a disposizione, non riescono a non assolvere a quello che sentono profondamente come una necessità, materna ed improcrastinabile: prendersi cura dei “gatti liberi”.

Ciò che infatti distingue da sempre una “gattara” da una gattofila o da un semplice amante del felino è il fatto che la sua cura non viene rivolta ad un gatto in particolare o ai sui “di proprietà” ma a tutti, in generale; ai gatti come categoria universale.

 

 

 

I GATTI IN LIBERTÀ – COSA DICE LA LEGGE

 

L’inizio della trasformazione dell’immagine e del ruolo della “gattara” in Italia avvenne nel 1991, con la  Legge n. 281 in materia di “Animali di affezione e prevenzione del randagismo“;  questa legge muta radicalmente il modo di concepire i cani e i gatti “liberi”, che appunto non verranno più chiamati “randagi” o “senza padrone” ma animali che vivono “in libertà”. Di fatto i gatti liberi che si sono stabiliti nel territorio di un Comune, sono Patrimonio Indisponibile dello Stato, un bene della collettività, “del Sindaco”, con pieni diritti di “cittadinanza”; i comuni, le associazioni di volontariato, i privati cittadini  sono chiamati a  collaborare per la loro salute e per garantirne le condizioni di sopravvivenza.

Grazie a questa legge rivoluzionaria le “colonie feline” vennero ufficializzate e per tenere sotto controllo la popolazione si incominciò ad utilizzare la prevenzione (ossia il controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione) al posto della soppressione.
Successivamente la normativa in materia è stata ripresa e precisata dalle singole leggi regionali e dai regolamenti comunali; in particolare Umbria con la  Legge Regionale del 17 agosto 2016 , n. 10, mentre nel Comune di Perugia è del 2019/2020 il “Regolamento Comunale per la tutela del benessere degli animali e la loro convivenza con i cittadini”.

Sostanzialmente in tutto il territorio nazionale viene stabilito che:

–  “i gatti liberi” devono poter vivere, nelle aree pubbliche dei centri abitati, nel luogo che sempre liberamente scelgono e possono essere spostati solo in casi “eccezionali”;
–  “i gatti liberi” sono organizzati in gruppi (minimo 5 di entrambi i sessi) definiti come “colononia felina” e per accudirli e alimentarli viene richiesto il coinvolgimento di associazioni e privati cittadini volontari;
– le colonie sono censite, controllate e tutelate da regioni e comuni che si occupano, anche attraverso il  Servizio Veterinario Azienda USL competente per territorio, della loro salute e sterilizzazione;
– per ogni colonia viene individuato un “responsabile” o “gestore”  (associazione o privato) a cui quindi viene dato pieno onere organizzativo, economico e lavorativo per il sostentamento ed il benessere di questa piccola comunità di gatti.

Ed ecco che in questo ultimo punto ritroviamo la nostra “moderna gattara”; che sia semplice volontaria al servizio o “responsabile di colonia felina”, “la gattara” passa dalla marginalità all’ ufficialità istituzionalizzata, investita ora di un ruolo ben preciso e rispettabile in quanto ritenuto di pubblica utilità sociale.

Molto interessante in questo senso è l’articolo di qualche anno fa di Anna MannucciLa donna dei gatti : dalla gattara anomica alla tutor della legge 281”: “La gattara selvaggia è perciò andata addomesticandosi, sino ad evolvere in gattara istituzionalizzata. Ora è infatti la “responsabile di colonia felina”, in qualche caso munita di patentino comunale, che si rapporta con istituzioni, veterinari, Asl e che, all’occorrenza, sa maneggiare leggi, ricorsi e petizioni: un’intensa attività sociale.”

 

LA MODERNA GATTARA

Il nucleo fondamentale per  “la gattara” rimane quello di prendersi cura e nutrire i gatti; come già detto, per lei questo è sentito come un preciso dovere da compiere, insieme alla costruzione di un “alloggio con tetto,” o comunque di un qualsiasi riparo migliore di qualche cartone. A tutte le basiche attività utili per il sostentamento dei gatti, oggi si aggiungono per lei, tutta una serie di complessità che non sempre sono facili da gestire.

Dare da mangiare ai gatti liberi quotidianamente può sembrare una pratica casuale, ma in realtà richiede organizzazione, anche per eventuali impossibilità a potersi occupare per qualche giorno della propria colonia. Inoltre, come abbiamo detto, il costo del cibo è a suo carico, quindi la “responsabile di colonia” deve organizzarsi per procacciarlo attraverso sponsor (es. supemercati o negozi di animali) o privati sostenitori che la possono aiutare con le spese. I gatti oggi mangiano scatolette e crocchette e come si è soliti dire “non c’è più trippa per gatti”, anche per ragioni igienico/sanitarie.

I costi, uniti a quelli necessari per l’alloggio e il suo mantenimento, non sono bassi e non è raro che la “gattara” litighi con la famiglia proprio per l’eccessiva spesa dedicata a quella che va ben oltre una semplice passione. I gestori di colonia felina sono inoltre obbligati a “rispettare le norme per l’igiene del suolo pubblico e del decoro urbano evitando la dispersione di alimenti, provvedendo alla pulizia della zona dove i gatti sono alimentati dopo ogni pasto ed asportando ogni contenitore utilizzato per i cibi solidi ad esclusione dell’acqua.” Spesso attaccati alle casette si possono trovare cartelli, oltre a quello di “riconoscimento della colonia” che dicono: “si prega di non dare a mangiare ai gatti”; di “non sporcare”; “si prega di non rimuovere coperte o spostare oggetti”; “lasciate e non rubate il cibo per i gatti”.

 

Trovare volontari sostitutivi o di appoggio, oppure organizzare i turni per la gestione e la pulizia, è una delle principali attività della “responsabile di colonia felina” ed è anche per questo che spesso ci sono associazioni, rispetto a singoli cittadini, dietro la gestione delle colonie, in modo da garantire una rete di volontari per lo svolgimento delle diverse attività e per la gestione economica.

Sono sempre in carico alla “gattara moderna” tutte le attività burocratiche, i permessi,

l’approfondimento di  leggi, le eventuali petizioni e poi i rapporti con gli amministratori comunali, i vigili, le USL e i veterinari per la parte relativa alla tutela della salute pubblica e della colonia stessa.
Profilassi e sterilizzazioni vengono fatte gratuitamente dalle USL, ma la “responsabile della colonia” deve dare tutte le informazioni utili rispetto alla situazione dei singoli gatti, di eventuali cucciolate e spesso occuparsi anche della cattura del felino o della “degenza” prima di essere rimesso nella colonia; dobbiamo ricordare che stiamo parlando di “animali che vivono in libertà” e convivono con l’uomo e quindi non sempre avvicinabili, sopratutto da parte di estranei; i gatti sono ostinati ed abitudinari e soltanto la loro gattara può convincerli e con molta pazienza, a fare qualcosa.
I gatti in libertà sono tendenzialmente diffidenti, ognuno con il proprio carattere e la propria storia, ma riconoscono la loro gattara non appena arriva, a piedi o con l’auto, quasi sempre alla stessa ora, con la pioggia o con il sole; le vanno incontro e lasciano che lei si occupi di loro, come è giusto che sia.
Che animale particolare il gatto che riesce ad ammaliare così tanto alcune persone da renderle quasi completamente dipendenti al suo volere; anche nel web ci sono continuamente annunci per adozioni di gatti e gattini, ricerca di affidi temporanei o raccolte fondi in favore perché ripetiamo ancora una volta, per “la gattara”, tutti i gatti vanno curati e assistiti e quindi il suo impegno molto spesso va addirittura oltre la gestione della sua piccola comunità esterna.
Una vera gattara moderna, se viene riconosciuta come tale e si sparge la voce, si ritroverà sempre qualche gattino “da piazzare”, o un gatto abbandonato davanti alla porta di casa o direttamente in casa perché bisognoso di cure… e non potrà dire di no, anzi, userà tutta la sua diplomazia e potenza “Social” e sociale per risolvere la situazione anche se non fa parte e non è appoggiata da alcuna associazione.

Essere “gattara”, oggi, è quasi una vocazione, impegnativa e costosa; una “nuova generazione” di volontarie e volontari, (perché esistono anche “i gattari”, ma questo meriterebbe un capitolo a parte), che si attivano ogni giorno e per diverso tempo, con completa abnegazione e responsabilità, al servizio dei gatti della comunità; è una generosità che non chiede ricompense o riconoscimenti, ma magari parlarne può aiutare “le nostre gattare” a ricevere qualche aiuto, o soddisfazione e a svolgere al meglio e con maggiore tranquillità possibile, la loro importante missione.

Un omaggio ai nostri amici felini e a tutti i volontari, privati cittadini, che se ne prendono cura.

 

 

– Colonie feline nel Comune di Perugia gestite da associazioni o privati cittadini.
– Responsabile di una colonia felina nel Comune di Perugia
– Parco dei gatti di Ponte San Giovanni (PG) – Servizio di adozione di animali domestici (Zona esterna)

– Volontario del Parco dei gatti di Ponte San Giovanni (PG)

– Canile Pubblico  (Sez. Sanitaria) e Parco rifugio Perugia (Zona esterna)

– USL Umbria1 – Distrertto di Perugia
(L’Azienda USL provvede in base alla normativa vigente, alla sterilizzazione dei gatti liberi reimmettendoli almeno due giorni dopo l’intervento anche tramite Gestori di colonia felina e Associazioni animaliste, all’interno della colonia di provenienza. Provvede altresì alla vigilanza sanitaria sulla corretta gestione delle colonie stesse.)

– La presenza della colonia felina può essere segnalata tramite apposito cartello predisposti dall’ Ufficio Comunale Competente in collaborazione con U.S.L.
– I ripari e le casette per accogliere i gatti delle colonie feline sono costruite in base alle possibilità del suo gestore e al luogo dove i gatti hanno deciso di risiedere; non possono essere spostate da questo luogo se non “in casi eccezionali”.
– Gestire una colonia comporta molto impegno; sono tante le mansioni da svolgere: portare il cibo e pulire ogni giorno; verificare lo stato di salute dei gatti; fare piccoli lavoretti ai ripari e alle casette; trovare aiuti economici per comprare il cibo e per le altre esigenze, oltre ad eventuali aiuti nel caso di impossibilità nel potersi recare nella colonia per le normali attività quotidiane.

– C’è chi porta i bambini a vedere i gatti e la distribuzione del pasto.

– Seguendo le gattare nei loro giri si vedono sempre i gatti che le aspettano nel posto e nell’ora giusta.
– Il Comune di Perugia riconosce e sostiene l’attività benemerita dei cittadini che, in qualità di Gestori, si adoperano per la cura ed il sostentamento delle colonie di gatti liberi.

Testo, clip video e fotoservizio di Raffaella Fuso

 

 

Redazione Vivo Umbria: