PERUGIA – Protagonisti inconsueti perché giovani: gli allievi delle Scuole di Specializzazione in Beni Storico Artistici e in Beni Demoetnoantropologici di Perugia. Tema importante: le problematiche in cui si sono trovate le realtà museali in questo momento di emergenza sanitaria. Il webinar organizzato lunedì 29 marzo che ha visto la partecipazione dei due direttori delle scuole, Cristina Galassi e Davide Parbuono e della presidente dell’Intercorso di Laurea in Beni e Attività Culturali, Erminia Irace.
A seguire la giornata, una platea virtuale di oltre 200 persone, composta non solo da studenti, ma anche da professionisti del settore che hanno ascoltato gli interventi degli specializzandi, che hanno offerto sia una panoramica delle difficoltà di una cultura messa in lockdown, che delle pratiche attuate da piccole e grandi realtà culturali, italiane e internazionali.
Tanti interventi che hanno spaziato tra temi di accessibilità e didattica a distanza, dalle nuove strategie di comunicazione e in particolare dello storytelling sui social media, dalla digitalizzazione del patrimonio alla sua relativa fruizione virtuale, dalle problematiche giuridiche a quelle economiche, per concludere con le ripercussioni lavorative che il settore dei beni culturali ha avuto con l’emergenza sanitaria.
Come dichiara Cristina Galassi, direttrice della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università degli Studi di Perugia, “il seminario Cultural Heritage e Musei al tempo del Covid organizzato dalle due scuole sul Patrimonio dell’Università degli Studi di Perugia, le Scuole di specializzazione in Beni Storico Artistici e in Beni Demoetnoantropologici, al quale hanno partecipato 240 allievi dei corsi di laurea in Beni e Attività Culturali, di Archeologia e Storia dell’Arte, oltre che gli specializzandi che ne sono stati i protagonisti, è stato un importante risultato metodologico che, attraverso le numerose e importanti relazioni degli allievi delle due Scuole su temi molto attuali legati alla quarantena vissuta dai musei, a tutt’oggi chiusi, e alla loro resilienza attraverso le varie strategie digitali e comunicative messe in campo, si è trasformato in un importante momento formativo e di orientamento andando a rinsaldare i rapporti tra i corsi di laurea triennali e magistrali e la formazione di terzo livello“.
Una giornata, quindi, di orientamento e formazione che ha permesso di evidenziare come la pandemia abbia costretto le realtà culturali a ripensarsi in toto. In particolare, a come il virtuale abbia modificato la prospettiva futura dei musei: un virtuale che non potrà finire con la pandemia, ma che deve essere integrato alle strategie museali.
Nuove tecnologie e innovative metodologie, infatti, hanno permesso al nostro patrimonio culturale di restare “virtualmente vicino” a noi e di incuriosirci ancor di più. Tutte queste attività, quindi, dovranno affiancare l’attività in presenza, per integrarla con contenuti e strumenti che possano valorizzare sempre meglio il nostro cultural heritage e che accompagnino i visitatori verso una migliore fruizione dei tesori del nostro territorio.
Inoltre, come ha sottolineato la prof.ssa Erminia Irace, la pandemia ha evidenziato anche l’importanza di fare rete, soprattutto per realtà museali più piccole, che spesso restano all’ombra dei grandi musei e che non vengono promosse adeguatamente.
Anche l’offerta culturale dovrà essere ripensata, infatti, come ha commentato la prof.ssa Cristina Galassi: non più mostre blockbuster da grandi numeri, ma degli eventi pensati, scientifici, che siano legati ai territori.
Davvero un incontro denso di contenuti e spunti, che ha permesso di approfondire tematiche complesse e concrete a coloro che saranno chiamati ad essere i protagonisti, nel prossimo futuro, di questo prezioso settore.