Con la cultura non si mangia, ma quanto si litiga
Con la cultura si è detto in passato non si mangia. Nonostante smentite e chiarificazioni comprese quelle dell’allora ministro Tremonti che lanciò il famoso “anatema” facendo molti proseliti e altrettanto scalpore, la tesi è di fatto sostenuta nella pratica dalle politiche di molte amministrazioni anche locali che, se c’è da tagliare, partono spesso e volentieri proprio da qui.
In compenso in Umbria, a cominciare dal capoluogo, per la cultura si litiga. Questi, cari naviganti di Vivo Umbria, sono stati giorni complicatissimi e litigiosissimi. In primo luogo per la questione Umbria Film Commission. La mozione presentata da Leonelli, Casciari e Ricci tesa a sostenere comunque gli impegni/opportunità che questa realtà a loro avviso può garantire, sino alla concreta realizzazione di una Fondazione ad hoc, è stata approvata in aula grazie a una votazione “trasversale” che ha visto la maggioranza uscire su invito dell’assessore Paparelli e la mozione che pure fa capo al firmatario PD del peso di Giacomo Leonelli, passare per grazia ricevuta… dall’opposizione.
Di più. A Perugia ci sono state scintille tra assessori uscenti e usciti. La tensione è salita dopo la conferenza stampa di bilancio di fine legislatura dell’assessore alla Cultura, Teresa Severini. Elencando le cose fatte in questo periodo a cominciare dall’anno 1416, stigmatizzava quelle non poco aggreganti o che non avevano lasciato traccia delle precedenti giunte di centrosinistra. Ecco allora che su Facebook le ha seccamente risposto l’ex assessore Andrea Cernicchi sciorinando i “suoi” interventi: Perugino 2004, Pinturicchio 2008, Palazzo della Penna restaurato e rivitalizzato, Festarch e altro ancora. Un botta e risposta al quale ciascuno dei naviganti darà la valenza che crede. Da parte nostra l’auspicio è che la litigiosità si traduca in futuro in ulteriore vitalità e che il “come” compaia nei programmi elettorali, magari anche ben articolato e argomentato. Perché ora sembra acclarato che il comparto potrebbe dare da mangiare a molti. Anche se in qualche caso il boccone dovesse andare storto a colleghi di giunta che tengono stretta stretta la borsa dei denari pensando ai “loro” menù di pertinenza il più delle volte scontati e ormai insipidi.