La testata on line Vivo Umbria è nata per questo: dare voce a chi la cultura la fa. A tutti i livelli. Proprio perché farla è difficile. In senso generale è complicato per tutti in questo Paese, ma a noi spetta guardare, modestamente, alla nostra regione, all’Umbria.
Il vittimismo e il piangersi addosso non è proprio di chi ha deciso di entrare nello specifico comparto perché è in possesso da un invidiabile senso d’identità che gli deriva da specifiche competenze e conoscenze, da scelte personali motivate e generalmente non comuni, da una passione tale per le arti da volerla in qualche modo condividere con gli altri. A mettere in crisi tutto ciò, incidono comunque anche gli ultimi incresciosi accadimenti legati alla cronaca che avete letto riguardo i mancati finanziamenti regionali relativi alla legge 17/2004 per l’impossibilità di procedere agli assestamenti di bilancio, in verità sempre fino ad ora garantiti dall’Ente, salvo l’impatto devastante di Concorsopoli. Da qui Vivo Umbria parte per fare la sua parte, interpellando i “silurati” e facendo loro tre domande: reazione, situazione, proposte rispetto a quanto è avvenuto. Nella speranza che le risposte servano ai futuri governanti.
Iniziamo da Silvia Alunni, da 15 anni direttrice artistica di Visioninmusica, perché è una delle poche rassegne che dà culturalmente vita a una provincia che soffre di marginalità inquietanti, ingiuste e ingiustificabili dal punto di vista culturale. Visioninmusica è, inoltre, uno dei 49 “soggetti” sui 68 in totale che organizza spettacoli dal vivo che non ha ricevuto nemmeno un euro a seguito degli eventi di cui sopra.
La sua reazione alla notizia?
“Negativissima soprattutto perché operiamo in un territorio depresso, con il Comune capoluogo di Provincia che da 7 anni non è in grado di darci un suo contributo e che di recente ha vissuto il dramma del commissariamento. Non abbiamo un teatro cittadino degno di questo nome, nel frattempo è svanita l’illusione dell’utilizzo dell’Anfiteatro e in più stiamo vivendo un vero e proprio paradosso: il Comune in cerca dei nostri sponsor storici per le sue attività. Ciò comporta che per noi è difficile poterli coinvolgere. Reazione negativissima, inoltre, perché a tutti gli effetti siamo riconosciuti come soggetti Fus, ovvero legittimati a rientrare nei finanziamenti ministeriali del Fondo unico per lo spettacolo. Per ottenere questo ci si dimentica che dal 2015 occorre mantenere standard progettuali triennali che richiedono risorse importanti a vari livelli e che, ritengo, la nostra Regione dovrebbe premiare”.
La situazione attuale di Visioninmusica da un punto di vista pratico?
“Ci sono venute a mancare risorse finanziare sulle quali contavamo e che ritengo legittime visti i 30 concerti che abbiamo organizzato quest’anno con regolare borderò SIAE. Si tratta di spettacoli che hanno proposto nomi importanti, orchestre sinfoniche ed eventi, non solo di nicchia, con gente che è venuta persino dall’estero. Non per niente rispetto ai coefficienti ministeriali siamo sempre riusciti ad ottenere il massimo. Evidentemente questo non basta alla nostra Regione la quale, ritengo, dovrebbe verificare e magari dare ragione dei suoi criteri di valutazione che adotta nelle ripartizioni”.
Siamo arrivati alla proposta principale che si sente di fare a chi governerà n futuro la cultura regionale.
“Fare un monitoraggio serio con documenti alla mano di chi ha prodotto risultati culturalmente rilevanti che significano pubblico e qualità nelle proposte. Per quanto riguarda Visioninmusica nella stagione 2018 sono certificati 6.184 biglietti venduti per un incasso di 57.365 euro”.