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Cultura e bellezza, le declinazioni del “nuovo” artigianato di ArtiCity

PERUGIA – Un’associazione culturale che punta a valorizzare e sostenere il lavoro degli artigiani presenti nel territorio di Perugia – in particolare nel centro storico – nonché dell’intera regione con una serie di iniziative che diffondano, tutelino e puntino i riflettori sulla cultura, la manualità colta dell’artigiano e del suo prodotto. Questo lo scopo primario di ArtiCity, nata nel 2009 da un’idea della maestra artigiana Maria Antonietta Taticchi, che ne è presidente e di cui fanno parte otto realtà. Dodici in principio, ci spiega la Taticchi, poi purtroppo qualcuno ha dovuto chiudere. Nel corso degli anni, si è cercato di fare rete anche con altri operatori del settore con l’auspicio che “aumentino perché il lavoro che stiamo facendo è molto importante”.

 

 

Un mestiere antico, strettamente legato alla terra e a una grande tradizione che però volge lo sguardo al futuro, riconoscendo nell’innovazione un mezzo da utilizzare senza però snaturare le proprie radici. Prendiamo in considerazione, ad esempio, lo sviluppo della comunicazione, “prima eravamo tagliati fuori perché i costi erano talmente alti che non potevamo sostenerli”, invece ora è tutto molto più facile e questo per l’artigianato artistico è un passo in avanti significativo, diventa un modo per farsi conoscere. Si può creare un oggetto e mostrarlo al mondo intero grazie a Internet.

“Il nostro obiettivo è promuovere il nuovo artigiano” perché oggi, quando si pensa a questa figura, si immagina la classica bottega di una volta, come nel passato. Questo ha provocato un “distacco tra giovani e artigianato”. Giovani che spesso nel loro immaginario vedono una persona che si sporca le mani lavorando. L’artigiano è invece ormai “innovativo, è al passo coi tempi” pur rimanendo legato alla tradizione. Collegamento rilevante perché “queste competenze del passato sono un patrimonio culturale importante”, così come il patrimonio di tecniche della bellezza, del suo culto. Una bellezza dell’oggetto che non dipende dal tempo che si impiega a produrlo. Oggi siamo troppo legati all’idea del rapporto tempo e costo. Dovremmo invece porre maggiormente l’attenzione sull’unicità dell’oggetto, allo stile, alla precisione, alla cura dei particolari. Un’eccellenza a cui si arriva solo grazie “alle competenze, alla creatività, alla genialità che sono proprie dell’artigiano”. Una rivalutazione delle suddette tipicità porta queste realtà a “essere anche più interessanti per chi vuole intraprendere questo lavoro oggi. Poi ci sono campi nel quale la tecnologia è molto importante. In altri meno, ma è sempre un valore di cui tenere conto”. Un esempio che ci racconta Maria Antonietta è la sua intraprendenza nello sperimentare nuove tecnologie, come l’uso della stampante 3D: introdurla nella lavorazione “permette di fare delle “madreforma” di modelli che non riusciresti a fare a mano, oppure che sarebbero estremamente costosi e nemmeno così precisi”, poi ovviamente durante la lavorazione tutte le tecniche della ceramica sono quelle tradizionali, “è solo un inserire un elemento nuovo: l’innovazione non sostituisce la tradizione, ma si mette al suo servizio”.

 

Oltre alla figura del “nuovo artigiano”, ArtiCity promuove anche diverse attività. Tra le altre, due percorsi particolari che invitano i turisti a scoprire e visitare Perugia entrando in contatto con le persone, la cultura, la tradizione e i talenti locali: il “Tour Creatività”, viaggio tra bellezza e fantasia attraverso alcuni laboratori (QUI i dettagli) e il “Tour Tradizione e Innovazione”, per chi desidera andare alla scoperta delle “nuove frontiere” dell’artigianato (QUI i dettagli). “Sono percorsi che collegano artigiano ad artigiano e anche alle bellezze del territorio e a tutto ciò che ci hanno lasciato gli artigiani di un tempo. Perché se viviamo in una bella città è grazie ai maestri che hanno lavorato. Noi siamo una loro continuazione” e di questi maestri ne è testimonianza “la creatività che c’è in questo territorio, in tutto quello che ci circonda”.

Una sorta di “pacchetto turistico” con l’intento di catturare l’attenzione dei visitatori (puntando molto alle famiglie) non per un modello “mordi e fuggi”, ma con lo scopo di creare un’esperienza che inviti a fermarsi in Umbria per qualche giorno e a scoprirne le meraviglie perché il cuore verde di Italia è “regione non solo di storia e cultura, ma anche di artigianato”. Per questo a breve sul sito ArtiCity saranno aggiunte, oltra la presentazione dei lab, anche le strutture ricettive più valide nel territorio.

L’associazione difatti nasce proprio perché quando i turisti entravano nel negozio di Maria Antonietta si dicevano felici “di aver finalmente incontrato un artigiano, perché venuti a Perugia credendo di trovarne tanti” ma di aver avuto grande difficoltà a trovarli, in quanto “molto spesso sono nascosti, non sono segnalati, non sempre sono in punti visibili”. Vuoi anche per questo, non sempre è facile operare in sinergia, “spesso gli artigiani, oltre a essere concentrati sul loro lavoro che è già molto impegnativo, sono sfiduciati e a volte è difficile coinvolgerli in questi progetti”.

Due i bandi Erasmus vinti dall’associazione in questi anni: “con il primo abbiamo realizzato insieme ad altri quattro Paesi europei un sito online di formazione sull’artigianato”, mentre il secondo, che riguarda l’apertura dei luoghi di cultura (laboratori artigianali, musei, siti archeologici) alle persone con bisogni speciali, vedrà la sua conclusione sabato 29 maggio alla sala dei Notari di palazzo dei Priori con un evento – Open – a cui parteciperanno istituzioni ed enti per fare il punto della situazione e illustrare gli impegni del futuro.

Curiosità – L’associazione ArtiCity dà la possibilità all’Università degli Studi di Perugia di mandare stagisti che possono così entrare in questa realtà e scoprire Perugia da un nuovo e diverso punto di vista.

 

 

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