Una mattina come le altre. Odore di caffè che pervade le stanze, un sole che è pronto a riscaldare gli animi, persone che si sintonizzano su Radio Bad City, come di consueto, per farsi accompagnare tra musica e parole dalle voci degli speakers, mentre si preparano ad affrontare una giornata qualunque. Ma questa non sarà una giornata qualunque. Questo è il giorno in cui l’allora premier Giuseppe Conte, in tarda serata, annuncerà alla popolazione italiana il primo lockdown generale in tutto il Paese, che prenderà il via sotto l’hashtag #iorestoacasa il seguente 10 marzo 2020.
Buongiorno cari ascoltatori, ed ascoltatrici di Radio Bad City!
Bene alzati, preso il caffè? Preso il cornetto? Siete pronti per una nuova giornata? Lo sentite l’odore della primavera che è nell’aria?
Così si apre Bad City dei due scrittori ternani Ilaria Alleva e Alessandro Chiometti, libro edito Umbria Volontariato Edizioni nel dicembre 2020. Tra le pagine del volume, la storia di persone comuni che si ritrovano all’improvviso rinchiuse nella propria casa, tra piccoli e grandi drammi, specchio di una quotidianità vissuta purtroppo da tutti noi e in cui impossibile è non immedesimarsi direttamente o indirettamente. Una serie eventi si sviluppano man mano rimandando ai lettori le stesse paure, le stesse debolezze, gli stessi desideri, le stesse insicurezze e le stesse speranze che tutti noi abbiamo condiviso, nel lento scorrere del tempo, “imprigionati” in pochi metri quadrati di solitudine per mesi e mesi. Situazione che tutt’ora perdura tra alti e bassi.
Ma non lasciamoci ingannare. Seppur le storie hanno un sapore familiare, niente è come sembra e all’improvviso le azioni vengono esasperate fino ad arrivare a rompere lo schema narrativo, riscuotendo il lettore e facendogli cambiare prospettiva di lettura. Colpi di scena che calzano a pennello con ciò che sottolinea l’infermiera nel capitolo Ospedale – e con ciò a cui abbiamo pensato tutti forse, almeno una volta in questo periodo complesso – Siamo tutti fuori di testa con questa quarantena.
Scritto a quattro mani – prima volta per entrambi – il libro nasce quando Ilaria chiede ad Alessandro di partecipare insieme al Bando “Challenge. Sfida accettata: scrivi in quarantena” promosso dalla sede di Terni della Cesvol Umbria, volto a stimolare la scrittura quale veicolo di “sopravvivenza” al lockdown legato all’emergenza Covid 19 durante i primi mesi del 2020.
“Abbiamo partecipato con questo progetto che è risultato un lavoro strutturato, organico e indipendente”, ci spiegano gli autori, e che tanto ha colto nel segno che è stato pubblicato extra challenge.
Quattro mani che si fondono, in cui gli stili si amalgamano tanto bene da non riconoscere più a quale “penna” attribuire un racconto, o parte di esso. Ilaria e Alessandro iniziano così (rigorosamente a distanza) a creare una serie di racconti. Durante la stesura i due si confrontano, correggendosi a vicenda e stimolandosi l’un l’altro, fino a trovare una linea temporale che lega tutto alla perfezione. Flash che si collegano anche grazie all’escamotage, molto piacevole e non nuovo a Chiometti, della radio che accompagna tutti i protagonisti del libro. Una diretta radiofonica che viene utilizzata poi anche come epilogo. E la radio è una costante nella vita dei due autori: “Abbiamo due trasmissioni su Radio Galileo e i toni che usiamo – ci spiegano – sono gli stessi che utilizziamo nel libro. Durante il lockdown eravamo bloccati in casa purtroppo. Abbiamo potuto solo mandare in onda qualche episodio online perché la diretta era ferma”.
In Bad City si affrontano diversi temi. Tra gli altri, violenza di genere, genitorialità, immigrazione, il problema dei senzatetto…
“Abbiamo cercato di metterci nei panni degli altri, che è una cosa che non ha più fatto nessuno. Ormai tutti pensano che la propria vita sia il metro di misura per ogni cosa. Ma non è così. Ognuno ha i suoi problemi. Ognuno ha i suoi pensieri. Ognuno è diverso. Si tratta solo di essere empatici”. Il capitolo su Mimmo il senzatetto mi ha colpito per la delicatezza con cui avete trattato l’emarginazione: “In questo caso abbiamo scelto appositamente di non inserire il passaggio della radio”. La morte del senzatetto (perdonateci lo spoiler!) nel racconto doveva infatti per Ilaria e Alessandro rimanere invisibile, così come accade nella vita quotidiana. Nella realtà nessuno noterebbe la sua scomparsa.
Nel libro, alla fine, anche la speranza di non essere stati troppo ottimisti nell’immaginare che l’emergenza sarebbe pian piano diminuita. Come vi sentite ora, alla luce della situazione attuale?
“Abbiamo finito di scrivere a giugno – ci risponde Ilaria – e in quel momento pensavamo di essere esagerati pensando che la situazione si sarebbe prolungata fino a settembre. Io, poi, ancora più pessimista di Alessandro. Dopo questo ultimo anno sono molto sfiduciata in tutto. Si sottovaluta tanto il fattore psicologico, la salute non è solo fisica. Questa non è vita, ma un modo di morire più lento”.
“In questi giorni un po’ meglio – risponde anche Alessandro – fiducioso che si prendano decisioni razionali” e che i politici che hanno appena preso le redini del Governo abbiano idee chiare per andare verso una risoluzione. “Quest’anno di vita non ci verrà mai restituito: Bisogna essere felici di essere ancora qui, ma resta l’amarezza perché forse la situazione poteva essere gestita meglio”.
Non chiediamo di approfondire. In questo momento c’è una sorta di abitudine a puntare il dito sulle opinioni personali e sembra quasi che “ormai il pensiero critico non sia più permesso”. I due autori però il pensiero critico cercano di stimolarlo. Nelle ultime pagine del libro invitano infatti i lettori a riflettere, a cercare di migliorare il proprio stile di vita, a porre attenzione e avere maggiore rispetto per l’ambiente (e non solo). Ancora, c’è l’invito a una migliore informazione, fondamentale non solo per affrontare momenti difficili come la pandemia che stiamo vivendo, ma per una maggiore consapevolezza del mondo esterno, politico, sociale, economico o culturale che sia, per una visione totale a più ampio spettro.
Uno sguardo al futuro –Mentre Ilaria è al momento concentrata nella ricerca di un lavoro, barcamenandosi tra documenti e curriculum, Alessandro sta completando la stesura di un racconto per la nuova raccolta del progetto Senza Confine che quest’anno ha come tema principale il G8 di Genova, di cui in questo 2021 ricorre il ventennale, in uscita probabilmente la prossima estate.
Per concludere, il saluto di Radio Bad City nel giorno #4126 di un distopico futuro prossimo con l’immancabile brano musicale…