PERUGIA – Il weekend della cosiddetta “Estate di San Martino” segna in Umbria come ogni anno l’avvio della commercializzazione dei frutti della vendemmia appena conclusa e delle primissime produzioni olearie ed offre l’occasione per operare una riflessione su ciò che è stata la campagna 2021 e sulle prospettive qualitative dell’annata. L’osservatorio è quello di Confcooperative regionale che è già in grado di offrire una panoramica molto attendibile con i dati che fanno suonare più di un campanello d’allarme.
A sottolinearlo è il direttore regionale di Fedagripesca-Confcooperative, Lorenzo Mariani: “Quelli quantitativi fanno registrare un calo netto della produzione omogeneamente diffuso in tutte le principali aree di produzione regionale. Una diminuzione delle uve entrate in Cantina che complessivamente pesa intorno al 40%, ma che ha avuto percentuali anche superiori su uve più precoci e molto radicate della nostra regione come il Sangiovese e il Trebbiano. La gelata persistente di inizio aprile, sopraggiunta dopo un marzo estremamente mite, purtroppo non aveva lasciato presagire nulla di buono. Ci conforta però il fatto che assai soddisfacente è invece la qualità delle uve che lascia presagire una buona annata per i vini della vendemmia 2021 nonostante le scarse piogge estive ed autunnali”.
Inutile nascondere che di mezzo ci si è messa anche la pandemia. Massimo Sepiacci, presidente della Cantina cooperativa “Duca della Corgna” e del Consorzio “Umbriatop” (che associa tutti i principali produttori vitivinicoli regionali) non ha dubbi: “Dopo gli sconquassi prodotti dal covid, quantitativamente non è stata propriamente l’annata che ci aspettavamo per poter ripartire. Nonostante questo vogliamo restare ottimisti: la qualità è eccellente ed i mercati stanno riprendendo quota, così come i ristoranti dopo la riapertura di fine aprile stanno registrando spesso il sold out. Il prossimo passo? Stringere con i ristoranti e con gli albergatori un patto forte di comune interesse per la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari regionali”.
Non migliore dal punto di vista quantitativo si prospetta la stagione olearia. “Le olive che stanno approdando nei frantoi cooperativi sono di ottima qualità nonostante la quantità presente nelle piante risulti essere piuttosto scarsa” , spiega il presidente Regionale di Fedagripesca e dell’Oleificio Cooperativo Pozzuolese, Sergio Maneggia. “Dalle parti del Trasimeno si registrerà probabilmente una produzione dimezzata rispetto alla stagione scorsa, ma i sondaggi fatti con i Presidenti delle varie cooperative sparse in tutta la regione ci confermano una diffusa diminuzione del prodotto anche del 50%”.
“In annate di “scarica” come questa 2021 – riprende ildDirettore Mariani – il valore distintivo dei frantoi cooperativi costituisce una ulteriore garanzia sulla provenienza del prodotto per il consumatore. Essi, infatti, lavorano esclusivamente olive dei propri soci e quindi 100% “Made in umbria”. Tale valore non può non avere risvolti sul prezzo finale della bottiglia – conclude Mariani – che quest’anno non potrà essere assolutamente inferiore ai 10/12 euro a litro: al disotto di questa cifra e salvo promozioni, sarà assai improbabile avere la certezza che l’olio acquistato sia realmente di provenienza regionale. Un riallineamento si potrà comunque avere nell’immediato futuro grazie al bando in scadenza a fine mese attraverso il quale l’Assessore regionale Roberto Morroni ha riservato molti milioni di euro per dare corpo a progetti di filiera fondati sull’eccellenza. Un piano strategico per l’olivicoltura umbra che potrà garantire anche una certa solidità dal punto di vista quantitativo”.