PERUGIA – “Amore e dolore” è il tema della VI edizione del Concorso nazionale letterario “Rina Gatti” che si concluderà con la premiazione dei vincitori nei primi mesi del 2023, anno in cui cade il centenario dalla nascita della scrittrice umbra.
“Per questa edizione – spiega Giovanni Paoletti, figlio di Rina Gatti – abbiamo voluto suggerire un tema, come ormai è ricorrente, che è quello di ‘amore e dolore’. Un binomio che spesso si accompagna alla nostra vita durante la quale capita che, a capriccio del destino e per volontà di qualcuno, prevalga l’uno o l’altro in maniera spesso per noi imperscrutabile”.
Come sempre il concorso è aperto a tutti i maggiorenni e l’indicazione è di scrivere un racconto ispirato all’universo femminile, magari seguendo il tema dato a questa edizione.
Sulle orme di Rina Gatti, che attraverso la scrittura ha raccontato la difficile condizione della vita contadina dei primi anni del ‘900 da lei vissuta e, allo stesso tempo, i sentimenti, le speranze e le conquiste delle donne, il premio letterario invita quindi a prendere una penna e lasciare il sentimento agire per dare forma a nuove storie sul mondo femminile.
“La scadenza del Bando è fissata a fine anno – continua Paoletti – e vedrà un passaggio di testimone agli eventi in programma nel 2023, per ricordare i 100 anni dalla nascita della scrittrice. Iniziative che coinvolgeranno la cittadinanza e le scuole di Perugia e provincia, includeranno la riqualificazione della piazzetta intitolata a Rina Gatti dal Comune di Perugia nel 2018, oltre ad una nuova messa in scena delle opere di Rina con la regia di Caterina Fiocchetti. Ma ci sarà tempo per presentare il calendario completo al quale già hanno dato la loro adesione le principali istituzioni locali”. Il Concorso è organizzato dall’associazione “Europa Comunica Cultura”, in collaborazione con “Bertoni Editore” e vede il patrocinio della presidenza della Regione Umbria e della Provincia di Perugia, del sindaco del Comune di Perugia, della Direzione Regionale Musei Umbria e delle Parità della Provincia di Perugia.
Per quanto riguarda la giuria, sono stati confermati i membri della precedente edizione, con una novità. Il presidente Luciano Lepri sarà insieme a Lucia Magionami, psicologa, ci sarà Gemma Bracco, avvocato specializzato in violenza sulle donne, Emanuela Costantini, docente di Storia Moderna all’Università di Perugia e, nuovo ingresso, Maria Angela Turchetti, direttrice del MANU di Perugia, che ospiterà la cerimonia di premiazione in primavera.
IL CONCORSO
Per partecipare al premio letterario basta presentare un racconto breve oppure un diario breve, che abbia ad oggetto le tematiche attinenti il ruolo della donna nella società e la sua modificazione a seconda del periodo storico e della cultura di riferimento, le sue conquiste di emancipazione ed il relativo percorso storico-culturale, le pari opportunità, la condizione femminile ed il raggiungimento dell’autodeterminazione in contesti difficili, l’importanza della figura femminile nella trasmissione tra generazioni di saperi e di valori.
Ogni autore potrà partecipare con un elaborato. Le opere, insieme alla scheda di partecipazione e alla ricevuta di versamento di € 10, dovranno pervenire alla giuria esaminatrice entro il 31 dicembre 2022. Se in versione digitale dovranno essere inviate al seguente indirizzo di posta elettronica: premiorinagatti@gmail.com; mentre in versione cartacea dovranno essere accompagnate da copia WORD su supporto digitale (CD, DVD dati o pen drive) e spedite all’indirizzo: Europa Comunica Cultura Via Solitaria, 1 – 06053 Deruta (PG).
Sono ammessi all’esame della giuria solo lavori inediti, ovvero testi mai pubblicati da alcuna casa editrice, e quindi sprovvisti di codice ISBN, nonché su blog, siti, social network e altri mezzi di comunicazione.
VI EDIZIONE
Nella presente edizione il tema indicato in occasione del Centenario dalla nascita di Rina Gatti (1923-2023) è, come detto, “amore e dolore” intesi come sentimenti nella loro forma più universale. La Giuria assegnerà un “Premio Speciale del Centenario” al racconto che meglio darà risalto al contenuto e alla suggestione fornita dalla frase citata spesso dalla scrittrice: “La vita senza amore non ha sapore, senza il dolore non ha valore”.
LA GIURIA
La Giuria del Concorso stilerà una classifica degli elaborati basandosi sulla propria sensibilità artistica ed umana, in considerazione della qualità letteraria dello scritto, dell’uso brillante della lingua italiana e dell’abilità nella composizione, dell’originalità espressiva e della capacità di coinvolgere emotivamente il lettore.
I racconti vincitori e quelli ritenuti meritevoli saranno pubblicati dalla Casa Editrice Bertoni in una raccolta (Antologia dal titolo “Vi parlerò di Lei”) e i relativi volumi faranno parte dei premi consegnati ai vincitori e ai segnalati dalla giuria.
Per ulteriori chiarimenti e informazioni è possibile contattare il numero 3484082257 o scrivere a premiorinagatti@gmail.com.
RINA GATTI
Rina Gatti, nata a Torgiano nel 1923, è stata una donna coraggiosa e sensibile, che ha usato il coraggio per intraprendere un percorso di emancipazione personale che l’ha portata ad essere testimone preziosa e appassionata di un mondo nel quale la donna era la vittima privilegiata di meccanismi arretrati e strutturati in una visione uomo-centrica dell’organizzazione sociale. Attraverso la scrittura ha usato tutta la sensibilità e l‟amore di donna, madre e nonna per trasmettere alle nuove generazioni un messaggio positivo e stimolante. Ha così raccontato la durezza e le contraddizioni del mondo contadino del 900, rappresentando un quadro universale sui sentimenti, sulle speranze, sulle conquiste che hanno permesso alle donne di assumere consapevolezza e di raggiungere un’emancipazione che sembrava un miraggio per le loro nonne. Seguendo la sua sensibilità e la sua vocazione, Rina Gatti, si è assunta il ruolo di testimone non solo attraverso i suoi libri, conosciuti in Italia a all’estero, ma anche attraverso la sua attività diretta con la scuole. Alle immagini e alle tematiche raccontate nei suoi volumi più famosi “Stanze vuote” e “Stanze vuote, addio” restano legate le motivazioni principali che la rendono una donna simbolo non solo dell’Umbria che fa da sfondo ai suoi racconti, ma di tutte le donne del mondo, specialmente di quelle che ancora oggi sono costrette in situazioni e legami familiari o sociali che inibiscono loro la libertà e l’autodeterminazione.