PERUGIA – «Il restauro delle facciate della cattedrale e di tutto il complesso esterno dell’“Isola di San Lorenzo”, è un segno molto importante per la città, poiché quest’intervento fa risplendere la nostra chiesa madre di una luce nuova, in un momento che segna una rinascita per la comunità perugina dopo gli anni tristi della pandemia, in cui la piazza ed anche la cattedrale, erano vuote e circondate da un surreale silenzio. Quest’intervento è anche un bagliore di speranza in un momento in cui ci giungono da mesi immagini delle devastazioni e delle distruzioni della guerra». A sottolinearlo è il vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi, nell’annunciare l’imminente “presentazione del restauro delle facciate della cattedrale di San Lorenzo in Perugia”, in programma venerdì pomeriggio 17 giugno, evento che inizierà con la solenne celebrazione eucaristica delle ore 18, per poi concludersi, alle ore 19, con i saluti istituzionali e il concerto della Fanfara della Polizia di Stato.
La storia risplende ed illumina il futuro. «Il colore quasi candido delle mura dell’“Isola di San Lorenzo”, dopo l’accurato lavoro di restauro – prosegue mons. Salvi –, fa ammirare tutta la bellezza di uno dei monumenti più importanti della città per la fede e l’arte. Un lavoro che ci restituisce una “nuova” cattedrale, il cui splendore illumina la piazza e le vie limitrofe, in cui la storia risplende ed illumina il nostro futuro».
Un’opera molto a cuore al cardinale Bassetti. «Un’opera di restauro che è stata possibile grazie alle vigenti norme nazionali in materia di sovvenzioni in ambito edilizio e al contributo di realtà imprenditoriali sensibili al nostro patrimonio culturale, come la Fondazione Brunello e Federica Cucinelli e la Società benefit Plenitude – commenta mons. Salvi –. Un’opera molto a cuore al cardinale Gualtiero Bassetti, che, il 15 luglio di un anno fa, aveva inaugurato il cantiere dei lavori dell’“Isola di San Lorenzo”. Venerdì prossimo non può che essere il nostro arcivescovo emerito – da me delegato – a presiedere la solenne celebrazione eucaristica di ringraziamento per il restauro terminato, animata dal Coro Canticum Novum di Solomeo».
Profonda gratitudine per la “nuova” cattedrale mons. Salvi l’esprime, oltre alle summenzionate realtà imprenditoriali, «al Capitolo della Cattedrale e al canonico camerlengo don Riccardo Pascolini, allo “Studio Area Progetto” e all’ingegnere Roberto Regni, ai dipendenti di Curia, ai tecnici e a tutto il personale delle aziende che vi hanno operato con grande cura e dedizione».
Riscoperta della sacralità e polo devozionale. Mons. Salvi, nel soffermarsi sui lavori anche in veste di architetto e ingegnere, evidenzia che «il restauro ha reso più leggibile tutto ciò che la tessitura muraria racconta: qui è possibile incontrare la bellezza di Dio e la bellezza del creato che si è espressa tramite tante maestranze che vi hanno lavorato per secoli. Come ci ricordano più volte i documenti, dal punto di vista urbanistico l’insieme degli edifici contigui alla cattedrale si configurano come unico complesso che racchiude spazi con destinazioni diverse: l’Insula di San Lorenzo, che comprende la cattedrale, la loggia di Braccio Fortebraccio, l’edificio del vecchio seminario, le canoniche, i chiostri quattrocentesco e settecentesco, a cui si aggiunge il Museo del 1923. Al di sotto della cattedrale troviamo l’area archeologica in cui le stratificazioni dell’età etrusca, romana e medievale, ci presentano un viaggio di ben 25 secoli alla scoperta di questa parte della città, da sempre fulcro della vita religiosa e civile. Davanti ai nostri occhi non c’è solo la bellezza ritrovata della cattedrale, ma anche la riscoperta della sacralità di un luogo che diviene un ‘polo devozionale’ nel corso dei secoli che si racconta».
L’armonia perugina attraverso l’arte. «A lavori ultimati, nel rivolgere lo sguardo su Piazza IV Novembre venendo da Corso Vannucci, non possiamo non notare – conclude mons. Salvi – la ritrovata bellezza della cattedrale che interagisce con quella mai adombrata della Fontana Maggiore. Sono due delle testimonianze visive per eccellenza dell’arte e della storia di Perugia da salvaguardare e valorizzare sempre, soprattutto per le future generazioni chiamate a coltivare, come ha ricordato di recente il cardinale Bassetti, quell’“armonia perugina tra la compagine ecclesiale e quella civica, e tra coloro che ne esercitano le responsabilità”».
Com. stampa a cura di Riccardo Liguori