Con una tesi di laurea è iniziata la grande festa dei 40 anni del Micrologus

AVELLINO – Fu nonna Angelina a parlarle per la prima volta di quel parente che in Umbria aveva fondato un ensemble di musica medievale diventato famoso nel mondo: il Micrologus. Quando Benedetta Broegg è entrata nel pieno dei suoi studi al Conservatorio di Avellino, proprio la musica medievale era la sua materia di approfondimento.

Benedetta Broegg

Così si è messa sulle tracce di Adolfo Broegg morto fin troppo giovane. Quel cugino di suo padre lei non l’aveva mai conosciuto ma sapeva che aveva lasciato una forte impronta di sé al punto che a Spello gli era stato intitolato il Centro studi europeo di musica medievale. Da lì una ricerca di oltre due anni e alla fine, la scorsa settimana, la soddisfazione della discussione della tesi “Radici: la ricerca artistico-musicale dell’Ensemble Micrologus”. Il risultato? Laurea magistrale indirizzo Discipline storiche, critiche e analitiche della musica”. Il voto? 110 su 110 e lode, menzione d’onore e dignità di stampa.

E poi, come degna conclusione di una giornata indimenticabile, il concerto dal vivo di Micrologus (nella foto di copertina) che ha dato testimonianza diretta della valenza di questo Ensemble che proprio quest’anno festeggia 40 anni di vita. Di questo e altro, come nostra consuetudine, parliamo con Benedetta Broegg.
– Nel titolo della tesi lei fa riferimento alle radici e all’importanza della memoria. Cosa ha trovato in Micrologus in questo senso?
Il titolo ha un duplice significato. Da un lato il termine radici fa riferimento alla mia famiglia, ad Adolfo che ha creato insieme a Patrizia Bovi, Goffredo degli Esposti e Gabriele Russo l’Ensemble Micrologus. Dall’altro lato nel Medioevo si trovano le fondamenta di tutta la storia della musica occidentale dei secoli successivi.
– La sua, dunque, può essere definita una tesi storica di grande … attualità?
Le tradizioni rappresentano l’identità di una comunità; averne conoscenza e consapevolezza significa non solo poterle manifestare nel presente ma dare loro anche continuità. Secondo un’espressione del musicologo Paolo Fabbri “le tradizioni sono traduzioni pronte per domani” cioè quello che si conosce del passato lo si porta nel futuro. Domani sarà come ieri.
– Che poi è quello che Micrologus simboleggia con la sua straordinaria storia e attività concertistica.
Esatto, perché i componenti di Micrologus non sono soltanto esecutori di musica medievale, ma all’interno del loro lavoro rientra tutta quella che è la ricerca musicologica ed etnomusicologica e organologica. Quindi guardano al passato ma non si pongono in simbiosi, diciamo così, con esso: lo studiano e lo analizzano, e poi però lo leggono con gli occhi di oggi, quindi lo riportano ai nostri giorni. In questo modo fanno sì che la musica evolva.
– Come si sviluppa nello specifico la sua tesi ?
In tre capitoli. Il primo è incentrato sulla storia e formazione dell’Ensemble Micrologus, con un paragrafo dedicato alla vita e attività di Adolfo Broegg.
Il secondo capitolo è dedicato alla ricerca musicologica ed etnomusicologica che il gruppo compie nella riproposizione della musica medievale, con un’attenzione particolare al processo di riscrittura dalle fonti manoscritte alle partiture che prendono vita durante l’esecuzione.
Il terzo capitolo prende in esame il fine ultimo di una ricerca che, a mio avviso, è l’aspetto performativo, perché la musica è fatta di suoni che devono concretizzarsi nell’atto esecutivo per poterne rendere pienamente il senso.
– Su cosa si è basata a livello di fonti?
Nella tesi compaiono varie appendici, ognuna delle quali tratta un argomento specifico. Ad esempio la catalogazione dell’attività artistica e concertistica dell’Ensemble dal 1984 al 2024. Un’altra appendice si incentra sulle produzioni discografiche del gruppo suddivise per gli anni in cui queste sono state editate.
Inoltre ci sono le recensioni pubblicate da riviste e giornali. Infine c’è una sezione che si incentra da un lato sulla ricerca organologica (la scienza che studia gli strumenti musicali, indagandone storia, caratteristiche acustiche e meccaniche, tecniche costruttive ndr.) e sugli strumenti musicali collezionati da Adolfo Broegg; dall’altro sono presenti due interviste ai liutai Vincenzo Cipriani e Giordano Ceccotti che raccontano la loro formazione e lavoro, ricordando anche episodi attraverso i quali Adolfo chiedeva loro e partecipava attivamente a ricostruire gli strumenti in base a caratteristiche e peculiarità capaci di riprodurre il suono nella maniera più conforme ed efficace al tempo stesso.
Poi un’altra appendice raccoglie gli studi di Adolfo Broegg che in particolare hanno riguardato il Laudario di Cortona e il cd Kronomakia. L’ultima appendice riporta qualche esempio, con le relative spiegazioni, di trascrizioni e arrangiamenti realizzati dal Micrologus. Segue la bibliografia, sitografia e videografia.
– Il suo primo contatto con Micrologus?
E’ stato con Goffredo degli Esposti, anche perché con lui Adolfo ha iniziato a tenere i primi concerti di chitarra classica e flauto.
– Cosa sapeva di Adolfo e di Micrologus quando ha deciso di iniziare i suoi studi per la tesi di laurea?

Adolfo Broegg (Foto Fortini)

Praticamente non sapevo quasi nulla, se non l’importanza di questo gruppo nota a livello internazionale.
Poi sono stata più volte a Spello per verificare sul campo ciò che in maniera sommario sapevo riguardo la produzione di questo Ensemble. Ho avuto la possibilità di intervistare coloro che assieme ad Adolfo hanno fondato 40 anni fa il Micrologus e i maestri liutai che con Adolfo hanno creato materialmente gli strumenti che suonava. Devo dire che tutti si sono messi a disposizione, mi hanno dato tantissime informazioni e mi hanno fatto capire la valenza di questo Ensemble, della sua storia e delle motivazioni, oltre che delle competenze, con cui portano avanti la tradizione vivente del Medioevo. Ascoltandoli, stando con loro si comprende il vero senso di una musica del passato e di come, riscoprendola, la sua essenza si attualizzi. Di fatto tutti loro sono tradizione vivente del Medioevo.
– L’elisir di lunga vita di Micrologus?

I fondatori dell’Ensemble Micrologus: assieme ad Adolfo Broegg, Patrizia Bovi, Gabriele Russo e Goffredo degli Esposti

Si manifesta quando salgono sul palco. Trasmettono una grande forza comunicativa, evocativa, ma soprattutto testimonia che alla base del loro straordinario percorso c’è una unione reale: la loro amicizia. Del resto questo Ensemble è di fatto nato da un gruppo di amici.
-Da studiosa: il valore del “patrimonio Micrologus”?
Rispetto alla ricerca di musica antica è stato rivoluzionario.
– In che senso ?
I componenti di Micrologus sono stati tra i primi a eseguire musica medievale con strumenti costruiti e suonati in base a uno studio accurato delle di varie fonti, sia iconografiche che trattatistiche, di esemplari conservati nei musei; utilizzano strumenti profilologicamente corretti, così garantendo un’interpretazione fedele delle composizioni del passato.

Che dire: al 110 di Benedetta aggiungiamo la gratitudine di chi conserva il ricordo di Adolfo Broegg, del suo talento di artista e il suo respiro di grande umanità, e per aver dato con questa tesi il via alla grande festa dei 40 anni del Micrologus.

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.