ASSISI – Domani, 5 marzo 2022, ricorre il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini. Per l’occasione il Piccolo Teatro degli Instabili in collaborazione con U.N.I.T.A. Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo, Cittadella e con il patrocinio del Comune di Assisi, ha lanciato una call di partecipazione per realizzare un’azione artistica in omaggio al poeta friulano che si svolgerà proprio domani in diversi luoghi di Assisi che fu per Pasolini un luogo di indagine e sentimento. Una revisione del proprio cattolicesimo che, animata dalla frequentazione della Pro Civitate Christiana, culminò nell’ideazione e realizzazione del film “Il Vangelo secondo Matteo”.
Durante questi giorni la direzione artistica del Piccolo Teatro degli Instabili e U.N.I.T.A. hanno raccolto quasi 200 contributi audio di artisti provenienti da tutta Italia, di cittadini e amanti del Pasolini poeta che hanno partecipato all’iniziativa attraverso la lettura di frammenti e pensieri a scelta tratti dalle sue opere. Questi contributi verranno trasmessi in filodiffusione a partire dalle ore 11 in Piazza del Comune, via San Francesco e via San Rufino.
Francesco Bolo Rossini, Samuele Chiovoloni e lo staff del Piccolo Teatro degli Instabili insieme ad artisti e sostenitori dell’iniziativa e di tutti coloro che vorranno intervenire daranno avvio alla “staffetta” di voci all’Arco della Volta Pinta in piazza del Comune per poi spostarsi attraverso la città, anche con due biciclette che diffonderanno gli audio con le parole di Pasolini.
L’iniziativa – basata sul volontariato e sulla collaborazione spontanea di tutti – ha visto la partecipazione di importanti nomi del teatro, del cinema, della musica come Vinicio Capossela, Fabrizio Gifuni, Lino Musella, Beppe Fiorello, Antonio Rezza, Marco Sgrosso, Elena Bucci, Licia Lanera, Fabrizia Sacchi, Federica Fracassi, Eugenio Allegri, Saverio La Ruina, Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, Piergiorgio Giacché, Bruna Filippi e tanti, tantissimi altri che hanno donato la propria voce.
“Non uno spettacolo, non una cerimonia -spiegano gli organizzatori – ma soltanto testimonianza collettiva di prossimità a chi ha reso con la vita, nel segno di una indipendenza che implica l’isolamento, un servizio alla coscienza del proprio paese.
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