PERUGIA – Si insinua come un’onda nel padiglione incanalandosi attraverso uno stretto passaggio.
Rimbalza sulla sottile membrana del timpano e si trasmette al martello, all’incudine e alla staffa. Immerso nel liquido labirinto spiraliforme della coclea fa “squillare” la tromba di Eustachio fino a raggiungere l’organo del Corti e da lì viene condotto dai nervi fino alla corteccia traducendosi in impulso elettrico ed in qualcosa che per noi ha un significato.
Il tutto ad una velocità tale da far risultare questo processo spesso scontato.
E’ il rocambolesco (e semplificato) ciclo del suono, quella meravigliosa capacità che ci permette di compiere una delle azioni più a rischio di estinzione al giorno d’oggi: ascoltare.
Eppure, in un mondo in cui tutti hanno qualcosa di importante da dire e di urgente da fare, è molto interessante osservare come stia tornando sempre più in voga, anche tra i giovanissimi, la più antica delle forme d’ascolto: il racconto orale, ossia ascoltare storie narrate da qualcun’altro.
Pratica antica e per certi versi magica , arricchirsi di conoscenza attraverso l’ascolto di altrui voci ci parla di cantastorie, bardi e trovatori; persone fuori dagli schemi, spesso considerate sacre come gli aedi dell’antica Grecia, con il compito di informare e allo stesso tempo di nutrire la fame di sogni che da sempre ognuno di noi ha.
In un viaggio nel tempo e nell’immaginario poi, la lettura ad alta voce è riunirsi intorno al fuoco e occhi sgranati. E’ la polverosa voce di vecchie radio in stanze dai muri color seppia che danno appuntamento “alla prossima puntata”. E’ la mamma che rimbocca le coperte e apre un libro.
Tutte suggestioni certo, i tempi e i mezzi sono cambiati eppure i dati parlano chiaro: la lettura ad alta voce ed il conseguente pubblico che ama ascoltare continuano ad aumentare.
Uno studio dell’Associazione Italiana Editori che va dal 2014 al 2019 vede una crescita graduale ma costante dell’utilizzo di contenuti audio parlati, si va dall’8% al 17% per i podcast e dal 13% al 22% per gli audiolibri. Nel 2020 invece, complice un’impennata di consumi digitali dovuti alla situazione di lockdown, una ricerca di Nielsen commissionata dalla multinazionale dell’intrattenimento Audible, ci parla di una crescita del 15% tra gli ascoltatori di podcast e passano da 12 a 14 milioni gli italiani che ne hanno usufruito almeno una volta, con una preferenza per gli argomenti di attualità, formazione e crescita personale.
Sulla scia di questa tendenza si colloca anche il progetto “Donatori di Voce tra podcast e audiolibri”, un progetto voluto dalla Regione Umbria ed il Comune di Magione, già riconosciuta “Città che legge” nel 2020 dall’istituto autonomo del MiBACT (Centro per il libro e la lettura Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore) e che si inserisce nel programma di promozione regionale della lettura.
Coordinato da Michele Volpi, formatore accreditato Nati per Leggere, e Alessandro Ruta formatore di Rinoceronte Teatro, il progetto è sostenuto da numerosi partner: la biblioteca comunale di Magione “Vittoria Aganoor Pompilj”, la LiberBici, l’associazione di promozione sociale Rinoceronte teatro, le coordinatrici e i lettori volontari dei circoli LaAV – Letture ad alta voce di tutta Italia.
A fare da apripista, una serie di dirette Facebook che si protrarranno a mercoledì alterni fino al 24 marzo nelle quali conosceremo meglio le diverse sfaccettature di questo percorso oltre a diversi circoli LaAV sparsi sul territorio italiano e le loro storie.
Gli intenti del progetto sono molteplici: promuovere la lettura ad alta voce come strumento dalle numerose potenzialità, creare un archivio di podcast e audiolibri disponibile online o direttamente in biblioteca e costituire, quando sarà possibile ritrovarsi in presenza, un circolo di lettori, donatori di voce, ascoltatori, nella zona di Magione.
I primi donatori saranno gli allievi del corso di Rinoceronte Teatro ma sono aperte le candidature a chiunque voglia provare la gioia di leggere per gli altri. E’ da poco attiva la mail di riferimento adaltavoce.magione@gmail.com e il coordinatore Michele Volpi ci rivela che c’è già qualche volontario. Le letture proposte saranno scelte in base ai partecipanti e, finché il progetto rimarrà online, i testi saranno i grandi e intramontabili classici della letteratura. L’idea è di proporre tre differenti sezioni di lettura destinate ad adulti, ragazzi e bambini con un particolare riguardo per questi ultimi.
E’ ormai scientificamente riconosciuto infatti quanto la lettura ad alta voce in età prescolare e addirittura prenatale, influenzi in positivo lo sviluppo delle facoltà cognitive del bambino, la sua capacità di rapportarsi con gli altri ed il suo amore futuro per la parola scritta.
La lettura ad alta voce è inoltre più inclusiva e si rivolge anche ad un pubblico che, per i più disparati motivi, si trova nell’impossibilità di leggere ma può invece ascoltare.
Leggere ad alta voce si propone prima di tutto come strumento di scambio tra se stessi e gli altri: l’esperienza della lettura in questo caso diventa un vero e proprio ponte che allena l’ascolto di chi riceve ovviamente ma anche di chi sta leggendo. Non si tratta infatti di una semplice declamazione di testi e nemmeno di una lettura rapida alfine di incamerare quanti più concetti possibile, ma di entrare in sintonia con l’ascoltatore attraverso il giusto tono di voce ed il respiro, per creare dei significati condivisi da entrambe le parti. Impiegare parte del proprio tempo per “stare” semplicemente, in ascolto da un lato e leggendo dall’altro diventa così un esercizio di calma, attenzione ed empatia per il lettore ed il ricevente.
Un’azione condivisa quindi, che si avvicina molto a quella descritta dall’ideogramma giapponese “kiku” che significa appunto ascoltare, formato dall’insieme dei simboli di orecchio, occhio e cuore, in un ascoltare che è anche e soprattutto un sentire.
Francesca Verdesca Zain
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