Comitato Priorità alla Scuola: “Adolescenti umbri i più dimenticati”

PERUGIA – Torna in campo il Comitato Priorità alla Scuola Umbria che in una nota evidenzia il caso specifico della nostra regione. In una nota manifesta rammarico e indignazione per il fatto che “le scuole superiori restano chiuse dopo più di 13 mesi, con la popolazione studentesca umbra dai 13 ai 19 anni che in più di un anno non arriva ad avere frequentato 19 giorni in presenza e mai in maniera continuativaIl tutto sempre restringendo arbitrariamente i parametri del DPCM per la chiusura delle scuole. E di nuovo oggi, pur avendo dei numeri da zona gialla sbandierati dalla presidente Tesei nei giornali e telegiornali locali e pur restando tutto aperto, si continua a volere tenere gli adolescenti in DAD.  È stato sempre addotto il motivo del contenimento dei contagi quando ormai, dopo un anno di studi nel settore e per esperienza diretta dei paesi di tutta Europa, è ben chiaro che la scuola non influisce sull’andamento dei contagi. La scuola – prosegue la nota – è al momento in Umbria il luogo più sicuro per i giovanissimi, più sicuro delle nostre case (perché sappiamo ormai come i contagi avvengano quasi esclusivamente in ambito domestico) e più sicuro dei posti di lavoro nei quali i loro genitori continuano a lavorare con un rischio di contagio al quale i professori, ormai vaccinati, non vanno più incontro. 

Il rischio zero non esiste e non può essere l’obiettivo per riaprire le scuole, ma soprattutto va considerato che in particolare per la fascia 13/18 il rischio per la salute connesso al non andare a scuola è enormemente maggiore del rischio da Covid. 

Già si vedono purtroppo i risultati dell’impatto devastante della dad sui nostri giovani. Medici, psicologi e famiglie denunciano un aumento esponenziale dei casi di malattie dermatologiche, insonnia, disturbi alimentari, ansia, autolesionismo e numerose altre manifestazioni da stress. 

Ci chiediamo dunque cosa abbia fatto la Regione per gestire la pandemia in questo anno a parte chiudere le scuole. A differenza di quasi tutte le altre parti d’ Italia, in Umbria non si è assunto personale negli ospedali per aumentare le terapie intensive. Cosa che andava fatta come da prescrizioni governative durante la scorsa estate. Invece ad Ottobre in Umbria c’erano gli stessi posti in terapia intensiva che avevamo a marzo 2020. Scandaloso. Ma anche ora dopo molti mesi dalla seconda ondata si continua a trovare nella scuola il capro espiatorio delle mancanze della Sanità Umbra. 

Inoltre nulla è stato fatto, nonostante i fondi stanziati dal governo, per implementare i trasporti scolastici. 

Non si può continuare a gridare all’emergenza dopo un anno. È arrivato il momento di convivere con il virus. È arrivato il momento di riaprire le scuole perché non si può più precludere ai ragazzi il diritto alla salute.  La salute dei giovani passa per la scuola, perché la scuola è crescita, confronto, apprendimento delle dinamiche sociali e della vita adulta. La scuola non è apprendimento di contenuti, che peraltro comunque risentono dell’insegnamento via DAD. 

I ragazzi hanno bisogno di stare con i propri coetanei. Siamo oltraggiati e offesi dalle continue promesse mai rispettate di riapertura fatta agli adolescenti. Non c’è alcun motivo per il quale gli stessi non avrebbero potuto e non possano ora andare a scuola almeno al 50% come i loro coetanei in tutta Italia hanno fatto più o meno continuativamente. 

Siamo attualmente zona arancione e tutte le regioni nella nostra situazione si stanno adoperando per un rientro anche al 75 per cento. La situazione umbra è unica in Italia. Sono state tarpate le ali ai giovani ed è stato creato un gap tra i nostri ragazzi e i loro coetanei italiani ed europei.  Perché i contenuti si recuperano ma le esperienze e la crescita e formazione no.  

 La scuola – conclude la nota – non è solo un parcheggio per i figli. Non è vero che i più grandi possono sopportare la dad. Non è in funzione delle esigenze lavorative dei genitori che si deve ragionare. È in funzione della tutela della salute dei minori che bisogna agire. 

Ci appelliamo a tutti perché si inizi a parlare della situazione Umbria e delle gravi mancanze che hanno causato e stanno arrecando enormi danni alle nostre generazioni future”. 

Redazione Vivo Umbria: