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Colosseo, Uffizi e Pompei superstar nella Top 30 dei musei italiani ma la Domus Aurea…

ROMA – Prendo spunto da una delle tante classifiche che se lette nella giusta maniera servono a qualcosa per dare una notizia e pronosticarne un sovvertimento. Parto dalla prima: il Colosseo è in cima al podio della Top 30 dei musei e dei parchi archeologici statali del 2019 più visitati.

Ufficializzata dal ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, ha confermato quello che già ampiamente pronosticavamo. Il numero dei visitatori a pagamento nello scorso anno è impressionante: 7,5 milioni. In classifica, ma staccati di molto, seguono le Gallerie degli Uffizi con 4,4 milioni di ingressi e Pompei con 4 milioni.

Passo al pronostico. Emozionale: poco più di 10 giorni fa ho avuto l’opportunità di essere guidato nella immensa vastità della Domus Aurea di Nerone con la raccomandazione di una esperta guida a provare di tentare di credere ciò che era.  Ad ogni modo, poi,  mi è sembrato relativamente più agevole inserirmi un una casa di 80 ettari e capire l’incredibile e noto a pochi: il più grande anfiteatro del mondo, il Colosseo, per l’appunto, è stato costruito da Vespasiano sfruttando quello che era il laghetto-piscina di quella casa dorata di Nerone. La domanda sorge spontanea, seguendo la traccia di un problema che ci avrebbero potuto dare le maestre in terza elementare: se 7 milioni di visitatori sono entrati dentro il Colosseo nel 2019, quanti visitatori vorrebbero poter entrare, se adeguatamente evidenziata, nella villa che il Colosseo ospitava nel laghetto di famiglia? Sforzi enormi, convinti, celeri, decisivi, persino rivoluzionari rispetto allo status quo dell’attuale sky line, qualora possibili, farebbero supporre scenari visionari di una storia già incredibile di per sé, con numeri di ritorno inimmaginabili. Molto, intendiamoci, è stato fatto per tirare fuori la terra e bonificare ciò che di Nerone andava cancellato a futura memoria, ma ancora molto può essere fatto per consentire una visita più ampia,  con illuminazioni ancora migliori, spazi di informazione-divulgazione che pure ci sono e anche molto curate (c’è un viaggio/ricostruzione in 3D eccezionale), che possano venire ulteriormente in soccorso alle pur preparatissime guide; magari indagini storiche che ci diano maggiori certezze nonostante su ciò che che resta visto che i documenti mandati in cenere per cancellare Nerone dalla storia patria perché aveva deciso di tassare senatori e nobili.

 
Finita la riflessone torniamo alla classifica generale.
BOOM DELLE MARCHE E DEI MUSEI NAPOLETANI
Il 2019 ha visto anche importanti risultati, come il boom della Galleria Nazionale delle Marche, che con circa 70.000 biglietti in più rispetto ai quasi 195.000 visitatori del 2018 segna un +36,8%, sale di sette posizioni e entra al ventiseiesimo posto in TOP 30, dove mancava dal 2012. A seguire una crescita significativa dei musei napoletani, capeggiata dal Museo di Capodimonte, che aumenta del 34,2% i visitatori e con quasi 253.000 ingressi scala quattro posizioni in classifica e entra nella TOP 30. Significative affermazioni anche per Castel Sant’Elmo, che passa da quasi 225.000 a 267.000 visitatori salendo dal trentesimo al ventisettesimo posto con un +18,7% di ingressi, e per Palazzo Reale, che con una crescita di visitatori dell’11% arriva a oltre 270.000 biglietti staccati che valgono il venticinquesimo posto in classifica, due posizioni in più rispetto all’anno scorso.
Bene in termini di crescita anche le Terme di Caracalla a Roma, con un aumento del 10,9% dei visitatori sul 2018, e il Castello di Miramare a Trieste, con un +10,7% di ingressi.
Buon risultato anche per Palazzo Ducale di Mantova, che da 324.000 visitatori passa a oltre 346.000 ingressi, un incremento del 7% su base annua che gli permette di salire di tre posizioni e piazzarsi al diciottesimo posto in classifica.
Complessivamente nei primi trenta musei e parchi archeologici statali sono no entrati nel 2019 quasi 30 milioni di visitatori (circa 700.000 ingressi in più rispetto al 2018 con un incremento del 2,4%) che rappresentano più della metà dei visitatori dell’intero sistema museale statale.
CRESCE LA BASILICATA, È “EFFETTO MATERA”
Non presenti nella Top 30, ma con un’ottima prestazione, da segnalare i musei della Basilicata, che nell’anno della Capitale europea della cultura hanno visto crescere gli ingressi di circa 50.000 unità, con un tasso di incremento prossimo al 20% tanto da poter parlare di un vero e proprio “Effetto Matera” nei principali luoghi della cultura lucani.
TORNANO LE DOMENICHE GRATUITE, MUSEI BATTONO LA “SERIE A”
Inoltre, dalla loro istituzione nel luglio del 2014 a oggi le domeniche gratuite, recentemente reintrodotte e rese permanenti dal Ministro Franceschini, hanno portato oltre 17 milioni di persone nei soli musei statali, con un effetto volano sugli ingressi a pagamento e con benefici importanti per i musei più piccoli che hanno beneficiato di campagne di comunicazioni nazionali. Un dato sottostimato, perché non tiene conto dei tanti ulteriori visitatori dei musei comunali che hanno aderito contribuendo a fare della #domenicalmuseo un vero e proprio evento culturale per famiglie e cittadini con numerose edizioni da record in cui la presenza nei musei è stata superiore a quella di una giornata di campionato di calcio di “Serie A”.
PANTHEON DA RECORD
Tra gli istituti gratuiti visitabili gratuitamente, infine, da segnalare l’exploit del Pantheon, che supera quota 9 milioni di visitatori, con un aumento del 4% pari a circa 400.000 visitatori in più rispetto al 2018. Ottimo risultato anche per il Vittoriano – recentemente reso autonomo insieme a – che cresce del 9% portandosi a oltre 3 milioni di ingressi.
MALTEMPO, CALANO I VISITATORI DEI GIARDINI STORICI
Effetto meteo anche sull’arte. Dopo anni di continua crescita a doppia cifra il numero dei visitatori dell’intero sistema museale nazionale si assesta intorno ai 55 milioni. Le prime cinque regioni per numero di ingressi sono il Lazio, la Campania, la Toscana, il Piemonte e la Lombardia. L’assestamento è stato causato anche dai numerosi fenomeni di maltempo che hanno caratterizzato l’autunno del 2018 e la primavera del 2019 e che hanno comportato la forte riduzione del numero visitatori soprattutto nei parchi monumentali e nei giardini storici: il Bosco di Capodimonte, ad esempio, ha avuto una consistente riduzione degli ingressi dovuta anche a lunghi mesi in cui ragioni di sicurezza non ne hanno permesso l’apertura e la piena fruibilità.
Tutti i dati della Top30 sono disponibili a questo link:
www.beniculturali.it/top30_2019
#museitalianiTOP30

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