VALLO DI NERA – Torniamo in questo bellissimo castello della Valnerina, dopo aver ammirato la chiesa di San Giovanni Battista con gli stupendi affreschi rinascimentali di Jacopo Siculo, questa volta ci addentriamo alla chiesa di Santa Maria sulla piazzetta principale dove si affacciano graziose ma austere case altomedievali, che a primavera diventano balconi fioriti di variopinti gerani.
L’ edificio religioso, ex convento con tanto di chiostro, e’ un vero gioiello architettonico e artistico sia per la sua struttura che per le opere d’arte in esso conservate da secoli. A. Fabbi, Tabarrini e il Sansi ne fanno una descrizione capillare e minuziosa. Noi ci limiteremo all’essenziale, senza tralasciare però un importantissimo documento pittorico qui conservato che fa vanto di questo paese in tutto il mondo: l’affresco di Cola di Pietro da Camerino raffigurante la “Processione dei Penitenti Bianchi” del 1401. Ma andiamo con ordine.
I documenti e info sulla chiesa si possono apprendere sia all’Archivio del Duomo di Spoleto che presso il comune di Vallo dove il sindaco Agnese Benedetti Celesti e’ sempre disponibile per guidare turisti e appassionati di storia alla visita del suo ristrutturato castello. Come detto, la chiesa presumibilmente si può far risalire al XII secolo. Successivamente, verso il XIII secolo, subì un ampliamento con annesso convento, dedicato a San Francesco.
Il campanile con cella campanaria conserva armoniose campane che si suonano alla vecchia maniera ossia manualmente dai campanari. La facciata tutta in pietra bianca e rosa, e’ in stile gotico ed abbellita con un rosone con 12 graziose colonnine. Il suo interno e’ tutto affrescato con dipinti che vanno dal XIV al XV secolo. Lo scenario stupendo e’ quello che ci offre l’abside tutto affrescato nel 1383 da Nicola di Pietro da Camerino e il suo aiutante Francesco di Antonio, con scene della Annunciazione, Natività, Adorazione dei Magi, seguite da alcune raffigurazioni di Santi e da una Cricifissione. Dipinti di stile giottesco ma di influenza marchigiana. Ci soffermeremo su questo pittore e le sue opere tra le più importanti non solo a Vallo.
Per l’esattezza, Nicola o Cola di Pietro della scuola camerinese, e’ stato autore della maggior parte dei dipinti presenti in questa chiesa, ma il più interessante, come abbiamo citato, e’ quello che rappresenta la “Processione dei Bianchi” la sua firma e la data di esecuzione e’ posta direttamente nel dipinto: ANNO DOMINI 1401 COLA MAGISTRI PETRI DE CAMERINO ME PINSIT. Il dipinto raffigura la “compagnia dei bianchi”, un prosieguo di quella dei “disciplinati” nate per stimolare alla redenzione, alla pace, e conversione. Gruppi che giravano nei castelli in tempi non certo belli, al grido di “Pace e Misericordia”. Il popolo aderiva in massa. Ambito era il saio bianco ispirato dalla purezza virginea della Madonna. I gruppi indossavano questo saio bianco, con cappuccio, con disegnato una croce rossa sulla spalla.
Predicavano per nove giorni consecutivi l’amore in Dio e riconciliazione con i fratelli, condannando i delitti, le vendette e le malvagità di ogni genere (un po’ quello che ci vorrebbe ora, per portare sulla retta via il popolo di Dio e non che ha perso il lume della ragione e della fede). Il loro era una supplica alla redenzione e riconciliazione, di liberazione dei carcerati, la remissione dei debiti, perdono di offese e cattive azioni ricevute e fatte. Erano contraddistinti in sermoni pubblici, grida estasiate inneggianti alla pace e alla misericordia. Meglio se passiamo alla descrizione del dipinto: un corteo lungo sette metri dove sono raffigurati uomini, donne, ricchi e poveri, nobili e popolani, ecclesiastici e uomini di legge, contadini ecc.. tutti mostrano e sventolano fiori, palme, candele accese, alcuni flagelli e stendardi. Questi rappresentano alcuni spoletini giunti a Vallo per riconciliarsi. Gridano:” MISERICORDIA, O VERGINE PIA, PACE, O VERGINE MARIA”. Il gruppo di spoletini, di fronte alla Chiesa (di Santa Maria) si incontra con gli abitanti del Castello di Vallo capeggiati dal priore del Convento di San Francesco; seguono i due capi delle fazioni avverse (guelfi e ghibellini) in atto di abbracciarsi “HOC OPUS FECI FIERI IOVANNONI A VALLO ET DIO LI DIA PACE”.
Insomma meglio di così Cola non poteva raffigurare questo evento giubilare che ha segnato un importante percorso per la chiesa nel rapporto tra fede e fedeli. L’ autore del dipinto ha lavorato molto in centro Italia. Nasce a Camerino nel 1370 c.a e li morirà nel 1437. Il suo quartier generale lo ebbe in citta’ presso la propria bottega insieme ai suoi figli Francesco e Giacomo. Firmava: COLA MAESTRI PETRI DE CAMERINO. La maggior parte delle sue opere in un territorio colpito dal sisma, alcune di esse miracolosamente salvate, altre andate perdute per sempre. Un lungo curriculum di opere per lo più in affresco disseminate in chiese, conventi e cappelle. Tanto per citarne alcune: ad Acquacanina, presso la chiesa di Santa Margherita il dipinto la Madonna della Misericordia con alcuni Santi; Santa Margherita, alcuni angeli e Sant’ Antonio Abate. A Camerino una Cricifissione con Addolorata, San Giovanni Evangelista (1400/1410). Serravalle del Chienti presso la chiesa della Madonna del Sasso affresco fine XIV San Venanzio. Pieve Bovigliana chiesa Santa Maria Maddalena una Crocifissione con la Madonna e Giovanni Evangelista, una Santa Lucia; Chiesa di San Francesco affreschi nell’abside e nelle pareti. Pievetorina chiesa di Santa Maria Assunta affreschi XV sec. il Cristo, Apostoli e Santi; San Giorgio e la Principessa 1370/1380; in Cena Domini 1380/1397; San Martino 1380/1397.