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Claudio Martelli presenta a Perugia il suo libro “Vita e persecuzione di Giovanni Falcone”

PERUGIA Claudio Martelli sarà domani, martedì 6 giugno alle ore 18 a Perugia, per presentare il suo libro “Vita e persecuzione di Giovanni Falcone” (Ed. La Nave di Teseo) alla Sala Falcone Borsellino della Provincia di Perugia.

Quando il Consiglio superiore della magistratura negò a Falcone la guida dell’Ufficio Istruzione di Palermo succedendo a Caponnetto, Martelli lo chiamò al ministero della Giustizia che allora guidava. Nel libro c’è il racconto – facendo nomi e cognomi –  di chi ha perseguitato in vita Giovanni Falcone, così come viene ripercorsa la guerra alla mafia che il giudice ha continuato a svolgere a Roma con provvedimenti che hanno fatto storia e di cui Martelli racconta la nascita, lo sviluppo e anche le opposizione e i contrasti. Quindi le interpretazioni divergenti in tre paragrafi intitolati “Trent’anni di celebrazioni”, “La mafia ha vinto o non ha vinto?”, “La trattativa e le stragi in Continente”, per chiudere con una quinta parte dal titolo “Postille, macigni e sassolini”, prima dell’Appendice “Falcone, uomo di spada e di diritto”.

“Giovanni Falcone – afferma Claudio Martelli – era il più importante, il più capace, il più famoso tra i giudici che hanno combattuto la mafia. Per questo nello stesso giorno in cui fui nominato ministro della Giustizia lo chiamai e gli affidai l’incarico più importante del ministero, quello di direttore degli Affari Penali. Insieme, abbiamo pensato e organizzato la più organica, determinata ed efficace strategia di contrasto a Cosa Nostra. La mafia reagì uccidendo prima Falcone poi Borsellino con una violenza terroristica più efferata e rabbiosa di quella armata in precedenza contro i molti giudici, poliziotti, uomini politici che l’avevano contrastata. Pur tra tante affinità, la storia di Falcone è diversa da quella degli altri uomini dello Stato che hanno combattuto la mafia perché solo a Falcone è capitato di essere perseguitato in vita non solo da Cosa Nostra, ma anche di essere avversato da colleghi magistrati, dalle loro istituzioni come il CSM e dall’Associazione Nazionale Magistrati, nonché da politici e da giornalisti di varie fazioni. Ancora oggi di quest’altra faccia della luna poco si sa perché poco è stato detto. Fece eccezione l’amico più caro di Falcone, Paolo Borsellino: ‘La magistratura che forse ha più responsabilità di tutti cominciò a far morire Giovanni Falcone ben prima che la mafia lo assassinasse a Capaci’. Da allora sono passati trent’anni. Per rispetto di Falcone, dei ragazzi che non hanno vissuto quel tempo, degli adulti che non lo hanno capito o lo hanno dimenticato, sento il dovere di tornare a riflettere per raccontare le verità di allora e quelle più recenti che ho appreso insieme al ruolo di chi, nel bene e nel male, ne fu protagonista dentro le istituzioni dello Stato, nella società e nel mondo dell’informazione”.

La presentazione del 6 giugno a Perugia sarà introdotta da Giorgio Casoli e Cesare Carini mentre il giornalista Giuseppe Castellini dialogherà con l’autore.

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