Città di Castello: arriva in Consiglio comunale la polemica sui centri commerciali chiusi e aperti

CITTA’ DI CASTELLO – L’ipotesi è che l’amministrazione comunale di Città di Castello abbia danneggiato “la comunità sia in termini di rispetto delle regole sanitarie, che di quelle della libera concorrenza”. Il riferimento è alla vicenda del centro commerciale “Il Castello”. Parte da qui l’interrogazione dei consiglieri comunali Castello Cambia Vincenzo Bucci ed Emanuela Arcaleni al sindaco Luciano Bacchetta. I rappresentanti della minoranza intendono “conoscere nel dettaglio le modalità con le quali sindaco, assessorato competente e comandante della Polizia Municipale hanno gestito tale situazione nei mesi di novembre e dicembre 2020”. E chiedono di “convocare una commissione, invitando gli operatori del Centro ‘Il Castello’ ad esporre le ragioni della loro grave protesta” e che il sindaco riferisca sulla vicenda in consiglio comunale, fornendo “tutta la documentazione che ha caratterizzato la gestione del Dpcm, con le comunicazioni del prefetto e gli interventi di controllo effettuati nelle strutture a cui è stata consentita l’apertura dei negozi, in riferimento anche all’esposto avanzato dal centro commerciale ‘Il Castello’”. Il centro commerciale, infatti, ha dovuto chiudere le attività dal 16 novembre 2020  mentre “centri  commerciali  e  strutture  unitarie  concorrenti,  nelle giornate festive e prefestive dei mesi di novembre (dal 16) e dicembre rimanessero – sostengono Bucci e Arcaleni – illegittimamente aperte.  Per Bucci e Arcaleni merita un chiarimento anche il fatto che gli operatori del centro commerciale “Il Castello” abbiano denunciato un notevole afflusso di persone verso gli esercizi aperti, “facendo  intendere – osservano i consiglieri – il generarsi  di  numerose  situazioni  di  assembramento, e  che  quindi ‘in  giorni  di  grave emergenza per  la  salute  pubblica  a  Città  di  Castello  veniva  consentito  a  questi  centri commerciali  di  rimanere  aperti  e  di  effettuare  in  regime  di  monopolio  tutte  le  vendite prenatalizie a discapito degli operatori corretti’”.
Redazione Vivo Umbria: