Cinque anni di Spoleto Jazz e altre storie: intervista alla direttrice Silvia Alunni

SPOLETO Sono già passati 5 anni: 19, 21, 22, 23 e 24. Tranne il 20, anno più critico della pandemia da Covid. Cinque edizioni di Spoleto Jazz che si sono articolate in varie formule, dai quattro ai tre concerti a seconda della disponibilità del budget disposto dall’amministrazione comunale di Spoleto e da qualche sponsor.
– Quest’anno saranno tre le date (11, 25 ottobre e 7 novembre) , tre intense date nel segno della qualità di nomi anche celebri del jazz.

Io direi – risponde la direttrice artistica Silvia Alunni – che è un festival dedicato al meglio del jazz contemporaneo. C’è una selezione curata di artisti accomunata da una condizione di unicità per ognuna delle date. Quest’anno, ad esempio avremo Mohini Dey, giovane indiana, nuova rivelazione del basso elettrico mai venuta in Italia, nel trio composto dal chitarrista americano Greg Howe e dal batterista italo-americano Marco Cirigliano. L’anno scorso abbiamo portato Jesus Molina anche lui mai venuto in Italia.
– Tre gli strumenti su cui è focalizzata l’attenzione, con i leader di formazioni che passano dal trio al quintetto, abbiamo la chitarra di Greg Howe, il sassofono di Stefano Di Battista, la batteria di Dave Weckl insieme al basso di Tom Kennedy. Quindi chitarra, sassofono e batteria insieme al basso…
Quest’anno manca il pianoforte a differenza dello scorso anno con Tigran Hamasyan. L’anno scorso è stato un anno particolare perché abbiamo proposto quattro eventi, ma le disponibilità di budget non ci permettono di continuare a disporre risorse di tasca nostra sull’organizzazione degli eventi. Con le risorse a disposizione abbiamo scelto di fare tre appuntamenti, piuttosto che quattro ma di qualità minore.
– La rassegna di Spoleto è più spiccatamente orientata al jazz e in genere sulla musica di matrice afroamericana, blues, soul, e affini, tutto quello che è affine al jazz, rispetto alle scelte relative ad altre rassegne di cui hai competenza, questa è una linea precisa adottata dalla tua direzione, o è dettata anche da altre esigenze?
Infatti è stato messo il genere nel titolo, cosa che non avevo mai fatto io. E’ stato fatto anche perché è importante dirlo, perché quando l’assessore mi chiamò e mi disse: “Silvia, ti va di organizzare un festival jazz qua a Spoleto?”, a Spoleto non ha mai attecchito questo genere musicale. Tutte le volte che si facevano concerti di jazz, c’erano quattro gatti.
– Eppure mi sembra che i tuoi concerti siano molto seguiti.
Ma scherzi! L’anno scorso quasi tutti esauriti.
– Non è quindi nel jazz che risiede l’ostacolo?
No, assolutamente no, ma risiede nelle scelte che si compiono e soprattutto nelle scelte in che momento si compiono. Perché non è solo il nome, ma quando chiami quel nome. Infatti in questi ultimi anni, l’assessore al turismo lo afferma: Visioninmusica tramite Spoleto Jazz ha portato a Spoleto tanto pubblico straniero e da tutto il territorio italiano. Infatti in questo periodo che abitualmente è un periodo morto per Spoleto, i commercianti, gli albergatori, i ristoratori sono soddisfatti.
– C’è da dire che, a detta di molti, questo è un periodo un po’ difficile per organizzare concerti, perché gli artisti per la gran parte hanno terminato i tour estivi e preferiscono riposarsi a casa.
Non è del tutto vero, perché se è vero che settembre è un mese critico, però noi che iniziamo ad ottobre cogliamo un momento in cui gli artisti ricominciamo a muoversi in tour. Certo, ad ottobre non è che c’è il mondo, però il periodo è favorevole al riavvio dei tour che poi si prolungano sino al periodo natalizio. Spoleto Jazz e Visioninmusica non si possono permettere, ad esempio, di chiamare un artista che viene dagli Stati Uniti per un’unica data, dunque, penso che sia sempre una questione di disponibilità economica. Nel nostro caso diciamo che ottobre e novembre sono due mesi buoni. Neanche Umbria Jazz si può permettere grandi nomi in esclusiva.
– Le esclusive di Umbria Jazz di solito sono riservate a Umbria Jazz Winter con i progetti insieme all’Umbria Jazz Orchestra.
Magari invita quell’artista invitato che è un crooner, che è un cantante, che è un sassofonista e magari cura gli arrangiamenti dell’orchestra. Vogliamo fare un esempio? L’ho fatto anch’io. Quest’anno a metà giugno per la Fondazione Carit, ho invitato l’orchestra e la big band Colours Jazz Orchestra diretta da Massimo Morganti con Anthony Strong che è venuto solo per me e che ha curato gli arrangiamenti dell’orchestra. E’ stata una produzione originale molto interessante anche se impostata sul solo mainstream, sui grandi classici dei crooner.
– Discorso a parte merita il quintetto di Di Battista che ripercorre l’immaginario collettivo di alcune delle celebri colonne sonore del cinema italiano, da Morricone a Rota a Piovani, eccetera.

Merita tantissimo perché Stefano è un grande artista, un grande musicista. Devo dire che nessuno degli arrangiamenti che lui fa su canzoni come Roma non fa la stupida stasera è mai banale. Tutti gli arrangiamenti che loro fanno, nessuno di questi è scontato, stucchevole perché tra il suo quintetto che è fantastico, Luigi del Prete, Daniele Sorrentino e Andrea Rea che sono tre delle nuove leve del jazz, c’è un nuovo talento del jazz italiano, Matteo Cutello alla tromba, di cui si sta parlando molto.
– C’è un ponte con Chick Corea che lega Dave Weckl e anche lo stesso Eric Marienthal nello stesso quintetto che rappresenta anche un collante per tutta la generazione di musicisti degli anni 80, nel pieno della fase del jazz elettrico.
Chick Corea con loro ha fatto uscire dei dischi straordinari che mi hanno accompagnato nella mia crescita in questo ambito.

L’ESPERIENZA

In collaborazione con il progetto Incontri d’autore dell’azienda Costa d’Oro, sarà possibile vivere un’esperienza sensoriale che unisce la passione per la musica all’eccellenza dell’olio di oliva. Con un biglietto di 35 euro, i partecipanti potranno: scoprire i segreti della produzione dell’olio extra vergine; partecipare a masterclass di assaggi presso il Laboratorio della Passione – nuovo Temporary Shop dell’azienda – in piazza del Mercato a Spoleto e vivere l’emozione del concerto dello Stefano Di Battista Quintet al Teatro Caio Melisso. Questo pacchetto prevede un limite massimo di 25 partecipanti ed è acquistabile sul sito eventbrite.it.
Maggiori informazioni su www.oliocostadoro.com. I biglietti per i singoli concerti sono disponibili online e nelle rivendite Vivaticket, con un costo che va da 25 a 30 euro. È inoltre possibile acquistare un abbonamento al prezzo speciale di 58 euro.

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.