Passato Natale si avvicina la fine dell’anno. E quindi è tempo di bilanci. Dal titolo avrete capito che si parla della crisi del cinema. E che il Checco in questione è ovviamente Zalone. Come da un po’ di tempo accade, è stato lui a rintuzzare le falle del botteghino con Tolo Tolo e 46 milioni di incassi. Era l’inizio del 2020. Poi è arrivato il Covid.
Le riaperture dopo il lockdown, con distanziamento sociale, non hanno portato grandi frutti; i sei milioni di euro incassati da Tenet che ha decisamente deluso le attese, sono sati una goccia nell’oceano della disperazione planetaria che ha sommerso la settimana arte.
E dire che in Italia il 2020 era partito veramente bene con un box office che dopo anni era tornato ampiamente positivo e con un pubblico davvero ritrovato e appassionato. E già che siamo nel periodo natalizio Freaks Out e Diabolik dovevano essere proprio i due blockbuster delle feste e invece devono essere riposizionati nel calendario del 2021. Stesso discorso per Non ci resta che il crimine 2, il nuovo film di Carlo Verdone, e soprattutto, andando oltre frontiera, il nuovo 007, per cui si vocifera da settimane di un nuovo slittamento.
Detto questo il vero problema riguarda non tanto le produzioni che hanno trovato in alcuni casi nelle piattaforme di streaming un mercato importante, quanto la filiera della distribuzioni e delle sale cinematografiche che in molti casi non riapriranno. Anche perché, quelli che nel frattempo avranno resistito, devono fare i conti con la tramontata e romantica ipotesi del riavvio nel giorno di San Valentino. Se va bene, si spera in aprile.