PERUGIA – Ci siamo. Stasera a L’Umbria che spacca c’è Mahmood che proprio dai Giardini del Frontone farà partire il suo nuovo tour estivo.
– Come si sente e cosa si aspetta da questo tour che inizia da Perugia e dall’Umbria che spacca?
Non vedo l’ora di ripartire e tornare a esibirmi, sempre al fianco della mia fidata band: questa sarà un’estate piena di festival e concerti e sono davvero felice di incontrare ancora il mio pubblico. Voglio far ballare e divertire, la sensazione di essere in contatto con i propri fan e sentire di rimando tutta l’energia che ti regalano è qualcosa che non si può spiegare a parole, e tutte queste emozioni non fanno che rafforzare i messaggi che voglio lanciare sul palco.
– Il 14 giugno è uscito il singolo “Ra ta ta”. Come è nato il brano?
Per questa canzone mi sono ispirato al film “La città di Dio”, che ho visto per la prima volta un anno e mezzo fa. È la storia di questi bambini e ragazzi che nascono e crescono senza genitori, in un ambiente di disagio e violenza: una quotidianità fatta di abbandono e difficoltà, una triste attualità. La “bocca a mitraglia” rappresenta le parole sparate a raffica che diventano l’unica arma per difendersi da queste ingiustizie.
– Il 2024 ha segnato anche la pubblicazione del nuovo album “Nei letti degli altri”. Un disco importante al di là del fatto che è già di platino, no?
Questo disco rappresenta non solo un ritorno alle origini, ma soprattutto il racconto e le riflessioni sugli ultimi miei anni: i viaggi che ho fatto, la vita che ho vissuto e come sono cambiato, anche per quanto riguarda il tema dei sentimenti. È un album molto intimo e intenso, mi sono aperto molto, volevo essere sincero al 100% perché è questo il mio modo di fare musica.
Il riferimento al letto?
Una metafora delle relazioni, perché quello è il nostro porto sicuro, il posto in cui torniamo ogni sera, in cui pensiamo a tutto ciò che ci succedet.
– Tuta gold e Sanremo. Cosa è stato e cosa resta?
La premessa è che il successo di questo brano è stato del tutto inaspettato. Per il resto il palco dell’Ariston mi ispira sempre a fare qualcosa di diverso, sono quindi tornato al Festival con l’idea di portare un baile funk, con un ritornello forte, ma soprattutto con l’intento di raccontare la storia che si cela dietro a questo brano. Mi sono divertito tantissimo e Sanremo mi ha permesso di crescere, sia artisticamente che come persona.