PERUGIA – Inquinamento nella Valle Umbria Sud e del fiume Chiascio. Questa la problematica avanzata dal consigliere regionale Thomas De Luca (M5S) che ha presentato un’interrogazione con cui ha chiesto all’assessore Roberto Morroni “se siano in corso ulteriori studi e verifiche sull’inquinamento prodotto dai nitrati e la vulnerabilità dei terreni con particolare riguardo alla Valle Umbra a sud del fiume Chiascio; se a riguardo si intenda incaricare Arpa di riperimetrare queste zone; come la Giunta intende rispondere alle richieste pervenute ad Arpa e Regione, da parte del Comune di Marsciano e dal Comune di Bastia; se sia intenzione della Giunta procedere ad emanare disposizioni chiare e univoche al fine di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini che subiscono le ricadute sanitarie dell’inquinamento prodotto da nitrati”.
De Luca in particolare cita “alcune situazioni critiche relativamente allo stato dei corpi idrici di vari territori, rilevando una mancata designazione di Zone vulnerabili da nitrati (ZVN) all’interno dei bacini, come previsto dalla Direttiva nitrati. Il Consiglio comunale di Marsciano ha recentemente deliberato un atto nel quale si chiede alla Regione Umbria di individuare misure specifiche nel nuovo Psr a sostegno delle attività zootecniche, chiedendo fondamentalmente tre assi di investimenti: adeguamenti degli stoccaggi e delle attrezzature per gli stoccaggi; impianti tecnologici per la riduzione dei nitrati nei reflui e adeguamento delle attrezzature per lo spandimento, visto il necessario incremento dei terreni disponibili e delle nuove distanze da raggiungere. Nel territorio della Valle Umbra, a sud del fiume Chiascio, sono emersi diversi casi di superamenti del limite massimo di concentrazione di 50 mg/L per le acque sotterranee e sporadici punti di superamento anche per le acque superficiali, al di fuori delle Zone vulnerabili ai nitrati designate, nonché l’esistenza di superamenti della concentrazione limite al di fuori delle zone vulnerabili”.
L’assessore Morroni ha risposto che “fin dal 1998 sono state attivate reti di monitoraggio e i risultati hanno evidenziato la presenza di elevati quantità di nitrati. Dal 2002 la Regione ha designato le prime zone vulnerabili ai nitrati (Zvn). Nel 2005 sono state perimetrate ulteriori Zvn. In seguito è stato approvato il programma di azione per le Zvn. Successivamente sono state riscontrate situazioni critiche anche al di fuori delle Zvn. Nel 2018 sono state individuate specifiche misure per il contenimento dei nitrati da agricoltura e zootecnia. Nel settembre 2019 la Giunta ha ampliato la perimetrazione di alcune Zvn (Gubbio, Media Valle del Tevere, San Martino in Campo, Valle umbra a sud del Chiascio). Successivamente sono state poi individuate nuove zone critiche e la Giunta ha aggiornato il programma di azione per le Zvn prevedendo la sua applicazione a partire dalla prossima campagna agraria 2021-22, fermo restando l’obbligo di applicazione del programma per le Zvn già individuate anteriormente al 2019. È attiva una rete di monitoraggio delle acque sotterranee con 583 stazioni che consente di avere idonee informazioni. Sulle acque superficiali ci sono 77 punti di controllo per la presenza di nitrati e di altri parametri eutrofizzanti”.
Thomas De Luca si è detto “non soddisfatto. Al di là dell’analisi puntuale e della cronistoria, non ho capito quali indicazioni intende dare la Regione rispetto alle richieste del Comune di Bastia sulle deroghe per lo spandimento sui terreni. Avrei voluto sapere qual è la strategia per accompagnare le aziende verso una gestione sostenibile”.